Violenza sulle donne: ” Non parliamo di follia, raptus, litigi, ma di sopraffazione costante”

Violenza sulle donne

“Nonostante il periodo “buio” che ogni cittadino/a sta vivendo in questo tragico 2020, nonostante le difficoltà, il pericolo di contagio, le quarantene in attesa di esiti negativi? positivi? Le “donne per le donne” del Centro antiviolenza di Piacenza, restano al loro posto. Disponibili ed alleate con le donne che subiscono violenza”.

“Noi non offriamo compassione ma comprensione perché sappiamo che può succedere a qualunque donna; non ci poniamo come depositarie di verità e soluzioni ma come forza coesa per un rafforzamento del femminile capace di reagire alla violenza dicendo “no – basta”!”.

“Nemmeno offriamo “cura psicologica” ma ci affianchiamo offrendo sostegno, protezione e servizi competenti che sono, da sempre, rispettosi dei tempi, delle energie, dei voleri e desideri di ogni donna che incontriamo. Perché ne conosciamo il merito, il valore e la capacità di resilienza; l’unico nostro scopo, da venticinque anni, è quello di riflettere ma soprattutto agire insieme perché la società sia migliore con l’aiuto di tutti/e e insieme si dica “no – basta!” perché la violenza contro una donna è violenza contro tutte le donne”.

“Noi ci siamo! Anche per dire grazie alle migliaia di donne che abbiamo incontrato, per le emozioni condivise, per la fiducia accordata. Ci scusiamo se non sempre siamo state in grado di rispondere a tutte le esigenze che ci sono state poste; possiamo però essere garanti della nostra onestà, passione e formazione nel fare tutto quanto ci è possibile, in silenzio e senza “propaganda”, con tenacia e soprattutto con rispetto”.

“Oggi, 25 novembre 2020, non vi racconteremo di sterili numeri, incontri e messaggi; con partecipazione restiamo in silenzio, così come altre volte, con il nostro pensiero che va a tutte le donne che sono rimaste vittime di chi svaluta il genere femminile pensando di poterlo denigrare, dominare, stuprare e sottomettere fino ad ergersi “padrone assoluto” e deciderne la morte. Non follia, raptus o litigi…. ma sopraffazione violenta costante in un “tempo” tutto da raccontare……e Noi ci siamo!”.

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