Violenza domestica, richieste d’aiuto raddoppiate durante il lockdown: oltre 800 le chiamate in regione

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Violenza domestica. Sono oltre 800 in Emilia-Romagna, più del doppio rispetto al 2019, le richieste di aiuto, protezione o consulenza – per violenza o stalking – registrate al 1522, il numero verde antiviolenza dedicato alle donne, tra marzo e giugno scorsi.

Probabile effetto del lockdown che nella nostra regione, come nel resto d’Italia, ha fatto da detonatore a tante realtà sommerse; ma anche merito di una presenza delle istituzioni e dei Centri antiviolenza che hanno moltiplicato i loro sforzi a sostegno delle vittime. 

“Che il fenomeno avesse subito un’impennata consistente durante i mesi di convivenza forzata fra vittime e violenti è stato chiaro fin da subito”, afferma l’assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori.

“E nelle scorse settimane il ministero ha attribuito alla nostra Regione un contributo di 1,9 milioni di euro. Il contributo verrà destinato tramite un bando a implementare azioni e iniziative che promuovano interventi finalizzati a favorire percorsi verso l’autonomia delle donne vittime di violenza”.

I dati del numero verde 1522 in Emilia-Romagna

Come detto, in base all’analisi Istat riguardo al numero verde antiviolenza 1522 nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020, il numero delle utenze avviate per chiedere aiuto, protezione o consulenza a difesa di una violenza o stalking è stato in Emilia-Romagna pari a 804 casi; più del doppio delle chiamate, 365, registrate nello stesso periodo del 2019 e 3,7 volte il dato del 2017, pari a 216 casi, dato minimo dall’avvio della registrazione dei casi nel 2013. 

Fra queste, le chiamate riconducibili a vittime di violenza sono 377, oltre il doppio delle 171 del periodo marzo-giugno 2019, oltre il triplo di quelle riferite al 2017 e in numero uguale a quanto rilevato nel corrispondente periodo del 2013. 

Molti i primi contatti al 1522, che passano da 289 nel 2019 a 683 nel 2020, ma si registra anche l’aumento di coloro che richiamano: tra marzo e giugno del 2020 sono 121 i casi di contatto successivo al primo, 45 in più rispetto al 2019 e 70 in più rispetto allo stesso periodo del 2018. 

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