Vigilia di protesta e rivendicazione, per i lavoratori e le lavoratrici della vigilanza privata e gli addetti alla sicurezza italiani. I 54 mesi di trattative non sono stati sufficienti per arrivare all’accordo per il Contratto Collettivo nazionale e la proclamazione dello sciopero nazionale per il 24 dicembre, è stata inevitabile.
Così in un comunicato Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS della provincia di Piacenza. “Una decisione assunta non a cuor leggero, spiegano i sindacati, “nella consapevolezza che il Paese sta attraversando una fase difficilissima; ma resa inevitabile dall’intransigenza delle imprese del settore che, incuranti del tempo trascorso senza alcun adeguamento salariale e nelle tutele, strumentalizzano la situazione al solo fine di rinviare sine die il rinnovo del Ccnl”.
A Piacenza, era stato previsto un sit-in di protesta della vigilanza privata il giorno dello sciopero. “Tutti insieme abbiamo deciso, per senso di responsabilità, di non svolgere il sit-in; ma confermiamo sin d’ora la validità delle motivazioni della protesta”.
Durante questi mesi di emergenza sanitaria, migliaia di lavoratori e lavoratrici della vigilanza privata e addetti alla sicurezza hanno continuato ad operare, anche a Piacenza; oltre che nella normale attività loro propria, anche per collaborare con enti pubblici ed imprese private nella gestione delle procedure di sicurezza. Uno sforzo realizzato spesso in condizioni di precaria sicurezza del proprio lavoro, e con inasprimento del già gravoso impegno quotidiano, senza riconoscimento alcuno.
“Netta ritrosia delle associazioni datoriali”
“Tutti i tentativi operati dalle organizzazioni sindacali per arrivare ad un accordo si sono scontrati con la netta ritrosia delle associazioni datoriali; il loro unico obiettivo è la conservazione e, persino, il peggioramento delle norme del rapporto di lavoro con la negazione di qualunque riconoscimento salariale”.
Una strategia perseguita da anni che ha portato il settore a ridursi ad una “giungla selvaggia”, nella quale livelli di concorrenza imbarbariti, appalti al massimo ribasso, “pirateria contrattuale”, violazioni di norme per l’esercizio dell’attività si scaricano sulla vita delle guardie particolari giurate e degli addetti alla sicurezza.
Le tre categorie Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS, insieme ai segretari generali di CGIL-CISL-UIL, hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Luciana Lamorgese e Nunzia Catalfo per chiedere un incontro in cui poter approfondire anche i temi che affliggono il settore sotto il profilo regolamentare.
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