Il giardino del Chiostro del Convento di Santa Maria di Campagna ha fatto da suggestiva cornice al reading teatrale di Massimiliano Finazzer Flory sulla Divina Commedia che si è tenuto questa sera nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni della Basilica, a cura della Comunità francescana e della Banca di Piacenza. Il regista e attore – che celebrerà Dante per tutta la settimana, con la giornata conclusiva, sabato 7 maggio, nella quale interverrà il filosofo Massimo Cacciari – ha recitato i Canti I e II dell’Inferno, dopo il saluto introduttivo del condirettore generale della Banca Pietro Coppelli.
«Per celebrare i 500 anni della Basilica – ha premesso il M° Finazzer Flory – iniziamo stasera un viaggio con il Dante poeta e con il Dante uomo. La selezione dei Canti vuole sottolineare l’importanza delle stelle (che chiudono l’ultimo Canto del Purgatorio e il XXXIII del Paradiso) nella Divina Commedia, che andrebbe letta almeno quattro volte per comprenderne appieno gli aspetti letterari, allegorici, morali e quelli legati alle sacre scritture». Nel primo Canto Dante si ritrova smarrito in una “selva oscura” e incontra – oltre alle tre fiere (lonza, leone e lupo, che simboleggiano lussuria, superbia e avarizia) una delle sue guide, Virgilio. «Tra i due – ha sottolineato il regista e attore – non c’è solo un rapporto tra maestro e allievo ma anche un legame assimilabile a quello che c’è tra un padre e un figlio, rapporto decisivo per farci entrare nella psicologia dei personaggi».
Il tema dell’amore e delle stelle ci accompagna nel Canto II: qui Dante incontra tre figure divine, la Vergine Maria, Beatrice e Santa Lucia, protettrice di coloro che hanno problemi di vista («e il Poeta li aveva – ha ricordato il drammaturgo – condizione che lo ha facilitato come scrittore, consentendogli di vedere, oltre che con gli occhi, anche con il cuore»). Dante in questo Canto ci appare con le sue debolezze umane; ha dubbi e incertezze, è angosciato dal cammino che dovrà intraprendere e teme di non essere degno di affrontare il viaggio nell’aldilà, ma Virgilio lo esorta a mettere da parte i propri timori dal momento che può contare sul sostegno di “tre donne benedette”.
«Domani – ha concluso Finazzer Flory dopo l’applaudita lettura – entreremo nella città dolente (con i Canti III e V, sempre alle 18 nel Chiostro del Convento, ndr) sapendo che Dante, così lontano ma così vicino, è dentro di noi. Sommo Poeta che ci ha lasciato un grande dono: non vi è Paese alcuno, tranne il nostro, che abbia la fortuna di comprendere la lingua medievale».
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