Stagione del Teatro Verdi di Fiorenzuola, marzo propone un mese dedicato alle donne. Prosegue fino al 27 aprile “Ritorno a Itaca” con grandi artisti in scena.
Il mese – commenta il Direttore Artistico Mino Manni – è dedicato alle grandi eroine della tragedia greca interpretate da grandi attrici italiane. E’ stata un’idea mia e dell’Amministrazione Comunale di Fiorenzuola, quella di celebrare la donna nella sua universalità, nella sua grandezza e come è stata rappresentata nell’antica Grecia. Nel teatro greco la donna ha una rilevanza straordinaria, importantissima. E’ colei che sopporta e comprende il dolore molto più dell’uomo. Ci sono figure femminili che sono di attualità incredibile.
Elisabetta Pozzi porta in scena una figura di strabiliante modernità, in cui convivono forza e fragilità, dando corpo e voce a un personaggio indimenticabile. In questo emozionante spettacolo il mito di Cassandra prende nuovamente vita sotto i nostri occhi, attraversando le epoche con la sua dolorosa e inascoltata capacità di preveggenza, fino a prefigurare un futuro incerto per la nostra civiltà orfana di identità in cui l’uomo moderno – con la sua incapacità di porsi dei limiti – “è ormai diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola, e di cui è l’unico prigioniero”.
Elisabetta Pozzi, tra le maggiori artiste della scena italiana, torna all’ITC Teatro con l’ultimo capitolo del suo lavoro intorno ai grandi temi e archetipi del Mito.
Chi di voi non conosce la vicenda narrata nell’Iliade? Chi di voi non è rimasto, anche per pochi attimi, affascinato dalla descrizione di una delle donne più desiderate dell’antichità? Degrado, abbandono, senso di vuoto e caducità caratterizzano l’aspetto e l’animo della vecchia Elena, che vede scorrere lentamente davanti a sé il ricordo di ricchezze, glorie, invidie e bellezza. Bellezza, soprattutto. Com’è difficile andare incontro alla vecchiaia per colei che era così bella, intatta, provata. Cosa resta a questa Elena? Quale gioia, quale amore, quale amante, quale libertà? Un nome echeggia dal fondo dell’antichità, da un’epoca di sanguinosi duelli fra eroi: la bella e sensuale Elena si è lasciata sedurre dal giovane Paride e ha scatenato l’ira del re di Sparta Menelao, suo marito. Menelao, grazie all’aiuto del fratello Agamennone radunò un incredibile esercito, formato dai maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo così guerra contro Troia. Il conflitto durò all’incirca dieci anni, con gravi perdite da ambo i lati. Fra le vittime più celebri l’invincibile Achille, principe di Ftia, ed Ettore, figlio del re Priamo e campione della resistenza troiana. La città venne infine conquistata e distrutta. Durante il racconto però un’altra Elena si palesa ai nostri occhi è che un vero e proprio ribaltamento dell’immagine di Elena consolidatasi nella tradizione letteraria greca. Che ne è stato della bellezza di un tempo? «Grosse verruche mi sono spuntate sul viso. Grossi peli / intorno alla bocca – li tocco; non mi guardo allo specchio – / peli ispidi, lunghi, – come se qualcun altro si fosse installato / dentro di me, / un uomo sfrontato, malevolo, la cui barba / spunta dalla mia pelle»: questo il ritratto duro che la stessa Elena offre di sé al visitatore sconosciuto (chi sarà l’uomo che, lungi dal lasciarla abbandonata a sé stessa, torna a farle visita, un’ultima volta?) in compagnia del quale rievoca tempi e uomini ormai lontani. «Non viene più nessuno a trovarmi. Mi sto per scordare le parole…», dice la donna, che ora vive in un’abitazione fatiscente, impregnata di polvere, frutta marcia e ombre.
Lo spettacolo narra la storia di un aviatore atterrato d’emergenza nel deserto del Sahara, lontano da ogni forma di civiltà senza scorta di viveri e d’acqua. Qui incontrerà un bambino, biondo e bellissimo: il Piccolo Principe. Sarà proprio quest’ultimo a raccontarci i suoi viaggi da un pianeta all’altro, dove incontrerà strani personaggi che mettono in risalto il lato ridicolo degli affanni umani. Con le sue storie ci insegnerà a vivere, e attraverso un meraviglioso viaggio di sincerità e fantasia, a ritrovare il bambino che è nascosto in ognuno di noi.
Le tematiche dell’amicizia e della fanciullezza sono centrali nella storia: due tematiche apparentemente semplici, eppure così complesse e fondamentali in tutte le tappe della crescita di ogni individuo. “Raccontandoci” queste tematiche con gli occhi ingenui del piccolo principe, l’autore ci fa riscoprire degli aspetti che spesso sottovalutiamo come il valore delle piccole cose, la forza di un’amicizia “coltivata”, fino a farci addirittura avvicinare alla tematica della morte metaforica della fanciullezza, affrontata ancora una volta dall’autore come una cosa naturale e leggera.
Nel trentennale della strage di Capaci, Luciano Violante, magistrato e già Presidente della Camera dei Deputati, torna ad interrogarsi sul mito attraverso la figura di Medea, che nel suo peregrinare approda nella terra di Sicilia. Un monologo straziante e sublime interpretato da Viola Graziosi, diretta da Giuseppe Dipasquale. La Medea di Violante vuole essere una Madre, Regina, Maga semidivina che compie l’efferato gesto infanticida per sottrarre i figli ad una schiavitù, condannata ad un esilio eterno che rinnova l’efferatezza del suo crimine ad un impietrito Giasone per approdare infine nella terra del fuoco, una terra a tre punte, la Sicilia, per incontrare altri ‘estranei’ che cercano una ragione al lacerante dolore della perdita dei propri figli. Un salto nella contemporaneità che permane nell’alveo di una tragica mitologia e che ha fatto del tragico eccidio mafioso, con l’emblema degli emblemi nella perdita di Giovanni Falcone, un atto dove “Il divino e l’umano si intrecciano perdendo i confini e laghi di sangue si scoprono negli sterminati campi di grano”.
Mi affascina Medea. Colei che denuncia false opinioni e falsi valori. Euripide le fa dire:
“Perché io sono sapiente, questa è la mia sorte: alcuni mi odiano, ad altri appaio ostile”.
L’INNOCENTE( 1974) di L.Visconti. A 160 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio un film importante
e rivoluzionario tratto da uno dei suoi romanzi piu’ significativi. Per la regia di Luchino Visconti
“L’Innocente” tratta uno dei temi piu’ scabrosi e meno frequentati della letteratura e del cinema
mondiale: l’infanticidio. Con un grande Giancarlo Giannini e una splendida Laura Antonelli l’unico film
tratto da un’opera di Gabriele D’Annunzio e l’ultimo film di un grande Maestro del cinema italiano:
Luchino Visconti.
“Ritorno a Itaca”, la stagione 2023-2024 del Teatro “Giuseppe Verdi” di Fiorenzuola d’Arda, vede la direzione artistica di Mino Manni; l’organizzazione dell’Amministrazione Comunale di Fiorenzuola d’Arda e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Piacenza e Vigevano. I biglietti per lo spettacolo sono in prevendita presso Inform’Art, l’ufficio del Teatro, aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 12.30, e dalle 19 nei giorni degli spettacoli; agli indirizzi mail teatroverdi@comune.fiorenzuola.pc.it o cultura@comune.fiorenzuola.pc.it, o al numero di telefono 0523-985253.
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