“Vendita quote Iren, siano utili per progetti strategici”. Si dichiarano “preoccupati” per interventi “di bassissimo respiro”, che anche all’interno della maggioranza di Palazzo Mercanti “non trovano quel consenso ampio e adeguato” per questo genere di operazioni. Pertanto chiedono al Comune di riaprire il confronto. La vendita di quote Iren spa, l’azienda multiservizi che serve i territori di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e soprattutto Genova e Torino, al centro di una nota stampa inviata dai sindacati confederali di Piacenza alla stampa.
La nota dei sindacati
“Nei giorni scorsi – scrivono Gianluca Zilocchi (Cgil), Marina Molinari (Cisl), Francesco Bighi (Uil) – abbiamo avuto un incontro con l’assessore Paolo Passoni sui temi del bilancio del Comune di Piacenza. L’amministrazione, come già aveva anticipato, ha prospettato la vendita delle quote Iren come, sostanzialmente, scelta strategica di fondo del bilancio. Abbiamo preso atto della volontà della Giunta di Piacenza ed espresso una chiara contrarietà per una serie di motivi”. Ed ecco i motivi che Zilocchi, Molinari e Bighi hanno così sintetizzato.
QUOTE PIACENZA IN IREN
“E’ strategica, più che la vendita, una presenza importante di Piacenza all’interno della multiutility che vada al di là delle quote del patto di sindacato. Questo è fondamentale per mantenere Piacenza negli assetti proprietari. Fondamentale anche per fare in modo che servizi come acqua, rifiuti ed energia siano strategicamente radicati sul territorio piacentino. Questo passaggio è necessario per ‘leggere’ al meglio le specificità e per mantenere un rapporto stretto con i cittadini/utenti a Piacenza. Non stiamo parlando di una società quotata utile a fare operazioni puramente finanziarie come intende fare il Comune di Piacenza. Vendendo le quote, si indebolisce il governo pubblico di Piacenza su questi servizi fondamentali. Inoltre si sposta così l’asse strategico dell’azienda sempre più verso altri territori, verso Genova in particolare”.
DIVIDENDI, PROGETTI, SPESA CORRENTE e TASSAZIONE
“Inoltre – proseguono i confederali – ogni anno mancheranno al Comune dividendi importanti. La nostra contrarietà risiede soprattutto nella mancanza di progettualità legata alla vendita delle quote. Infatti, la vendita è vincolata per investimenti e infrastrutture dalle normative. Ossia non si possono utilizzare quei fondi per la cassa corrente o finanziare altre voci.
Diverso – spiegano i sindacati – sarebbe agire sulla tassazione, opzione che il Comune esclude a prescindere.
Non crediamo si debbano alzare le tasse, tuttavia abbiamo sentito l’Amministrazione Comunale ragionare sempre di Irpef (reddito persone fisiche). Ben sapendo però che altre leve fiscali come Imu e Tasi potrebbero essere prese a riferimento per agire su fasce di popolazione meno disagiate.
Si può discutere di tassazione locale – esortano Zilocchi, Molinari e Bighi – ma a una condizione. Premesso che iniziamo a registrare registriamo tagli importanti sulla spesa sociale, agire sulla tassazione è plausibile a condizione che quanto si recupera sia investito in spesa per il sociale. Non solo: se il Comune parla di “razionalizzazione della spesa” per scongiurare l’innalzamento delle imposte è fondamentale discutere di quali servizi subiranno la razionalizzazione. Investire sul sociale, viceversa, per esempio nei confronti della popolazione anziana è una delle strade obbligate per il futuro. Potenziare e qualificare la spesa per il sociale, non il contrario, appare strategico per Piacenza”.
“Ciò che manca – concludono – è un progetto vero e riconoscibile. Utilizzare i ricavi delle quote Iren per marciapiedi, tetti o manutenzione straordinaria è un errore. Tali interventi, seppur importanti, dovrebbero rivestire carattere di ordinarietà e quindi non potrebbero essere finanziati con la vendita delle quote Iren. La progettualità deve essere al centro di una scelta del genere e purtroppo non la scorgiamo a Piacenza. Se l’amministrazione proponesse un “grande progetto” si potrebbe anche approcciare il tema della vendita delle quote Iren. Viceversa, l’operazione come prospettata appare goffa e finalizzata a far saltare fuori dei quattrini per le spese. Siamo contrari a questo approccio. Che il Comune di Piacenza rimetta in moto la macchina della progettualità, altrimenti a “sbattere” sarà il futuro strategico del territorio”.
Gianluca Zilocchi (Cgil) – Marina Molinari (Cisl) – Francesco Bighi (Uil)
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