Decreto rilancio, Usb in protesta: “La Sanità pubblica si difende coi fatti e non con le parole”

medicina generale in Emilia-Romagna

“Altro che Decreto Rilancio: con questo provvedimento ci riportano indietro nel tempo e c’è da preoccuparsi molto”. Così il sindacato USB Pubblico Impiego Sanità Emilia-Romagna annuncia per domani una mobilitazione davanti alla sede della Regione.

“Sembra chiarissimo l’intento di tornare, finita l’emergenza, alla situazione precedente. Dopo gli oltre 4000 deceduti in Emilia-Romagna a causa dell’epidemia tutto doveva portare ad un radicale cambio di rotta; ma anche a ripristinare ed ampliare i servizi ospedalieri e territoriali; ma invece nulla sembra cambiato”.

Stabilizzazione dei precari e ripristino dei posti letto tagliati

“Da parte del Giunta regionale nessun riferimento al ripristino dei posti letto tagliati negli ultimi anni dai vari governi; a partire dai provvedimenti presi durante il governo Monti e per le politiche scellerate dell’UE”.

“Nel Decreto “Rilancio” è stato anche cassato l’articolo che prevedeva la proroga della Madia a dicembre 2020 per la stabilizzazione dei precari. Oggi più che mai ci sono le condizioni per l’assunzione stabile del personale che ha superato i concorsi e che avrebbe il diritto all’assunzione. Oggi più che mai la grave carenza di personale dovrebbe rendere necessario andare ben oltre il numero degli idonei delle graduatorie”.

“Come non vi è nessuna decisione sul ripristino in tutto il territorio regionale del servizio H24 delle auto mediche. A questo si aggiunge la criticità dell’intero sistema delle liste di attesa (ambulatoriale specialistica) prolungatesi oltre ogni limite temporale a causa della loro momentanea sospensione dovuta al covid19: è necessario riattivare immediatamente tali servizi assumendo nuovo personale ampliando il numero degli ambulatori”.

“Nessuna certezza da parte dell’Ente Regione di mantenere aperte e operative tutte quelle strutture che prima erano state chiuse e che a causa dell’emergenza erano state riattivate nuovamente: sono reparti utili a fronteggiare una eventuale futura emergenza”.

“Nessun chiarimento da parte del presidente Bonaccini su come superare la quota parte del taglio dell’IRAP previsto per l’Emilia-Romagna, importantissima fonte di risorse per il mantenimento degli standard del servizio pubblico regionale”.

La ricetta per noi, è una sola, ed è per questo che chiediamo subito

  • Stop alla regionalizzazione che con la sua autonomia ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza nel gestire la Sanità e la Salute dei cittadini nel nostro paese. Dopo il drammatico fallimento dei 20 Sistemi Sanitari Regionali chiediamo un ritorno al Sistema Sanitario Nazionale, unico e universale e soprattutto Pubblico, libero dalla zavorra della sanità privata, affamata solo di profitto.
  • Ripristino dei posti letto e servizi territoriali, a partire da quelli di prevenzione tagliati nel corso degli ultimi anni e riducendo progressivamente le quote rilasciate alla Sanità Privata;
  • Assunzioni di personale stabile, utilizzando tutte le graduatorie esistenti e successivamente la stabilizzazione di tutti i precari che abbiano maturato il requisito dei 36 mesi;
  • Adeguamento delle retribuzioni degli “Eroi” al loro lavoro e soprattutto retribuzioni in linea con quelle di altri colleghi europei.

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