Nella provincia di Piacenza, il rinnovo del contratto Uneba, scaduto nel 2019, riguarda più di 400 lavoratrici e lavoratori del settore socio-sanitario e assistenziale, in realtà note, quali, per esempio, il Verani di Fiorenzuola, la Madonna della Bomba, Cra San Giuseppe, Cra ex Maruffi, Pio Istituto AMBR. Uneba è una rete di enti assistenziali di ispirazione cattolica, che gestisce strutture come centri per anziani ed educativi. La mancata sottoscrizione di un nuovo contratto che riconosca una giusta retribuzione agli operatori ha per troppo tempo creato malcontento e preoccupazione,
Il problema principale riguarda la disparità salariale tra gli operatori Uneba e quelli di altri enti del terzo settore socio-sanitario che hanno già rinnovato i loro contratti. Mentre le cooperative sociali, le Asp e la sanità privata hanno concesso aumenti significativi, il contratto Uneba è rimasto a lungo bloccato, con una proposta di aumento di soli 50 euro lordi considerata fin da subito “irricevibile” dai sindacati. Questa situazione ha generato un senso di ingiustizia, considerando che gli operatori Uneba svolgono lo stesso lavoro dei colleghi di altri enti, a fronte di stipendi più bassi.
E’ importante ricordare che le realtà che utilizzano il contratto Uneba, non dichiarano finalità di lucro. Ma se lo scopo è l’intervento sociale, ciò deve contemplare non solo l’accudimento dell’anziano, ma anche la dignità del lavoratore.
L’appello lanciato al vescovo di Piacenza dalla Cisl nel settembre scorso ha rappresentato il tentativo di sollecitare un intervento da parte della Chiesa cattolica, che fin dalle origini ha sostenuto Uneba.
Alla fine di dicembre 2024 finalmente è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto Uneba che arriva dopo due anni di trattative, mobilitazioni e iniziative di sciopero, anche in provincia di Piacenza, nel settembre scorso, quando si è svolta la manifestazione regionale per la vertenza. L’intesa, che sarà sottoposta al giudizio dei lavoratori, è valida per il triennio 2023-2025, e introduce significativi miglioramenti economici e normativi, rafforzando tutele e diritti.
“RISPOSTE VERE, NON SEMPLICI SLOGAN“
Roberto Roberti: “ Ancora una volta l’impegno della CISL Funzione Pubblica ha mantenuto la promessa fatta ai lavoratori: quella di arrivare alla sottoscrizione di un rinnovo capace di dare risposte economiche (e non solo) ai legittimi bisogni dei professionisti che giorno dopo giorno, realizzano servizi di qualità per i nostri cari costruendo Bene Comune”.
“Non chiacchiere ma fatti concreti, come è nello stile della CISL e dei lavoratori che ad essa si affidano sempre di più: dopo la lunga ed intensa mobilitazione che ha visto protagonista la CISL FP in prima linea sia nella manifestazione regionale unitaria, tenutasi davanti alla fondazione Verani, che sui giornali locali e nazionali (lettera al vescovo di Piacenza, ecc.), il 20 dicembre è stato infatti rinnovato il CCNL UNEBA come ipotesi di accordo da sottoporre ai lavoratori”.
“Un rinnovo che va nella direzione di innestare elementi di progressivo e importante miglioramento di condizioni economiche e contrattuali per i lavoratori: il nuovo contratto, infatti, oltre a prevedere un aumento pari a 145 euro al livello 4S (quello delle OSS) prevede l’integrazione della maternità obbligatoria al 100 per cento, il miglioramento della assicurazione sanitaria integrativa, il superamento del TEP ovvero l’istituto che limitava la 14esima ai dipendenti con più di 2 anni di anzianità, eliminazione del 7° livello e passaggio al 6° livello di tutto il personale attualmente inquadrato al 7° ( quindi un aumento di livello per il personale della fascia meno retribuita) e nuove misure contro la violenza di genere”.
“La CISL funzione Pubblica, rivendicando il ruolo fondamentale avuto nella mobilitazione provinciale e nazionale da parte dei lavoratori e rivolge a loro un sentito ringraziamento: senza di loro – specifica Roberti – e senza la loro appassionata presenza e il loro sacrificio, perché lo sciopero comporta una trattenuta sullo stipendio – forse non si sarebbe giunti a questo risultato entro la fine del 2024”.
“E’ grazie alla mobilitazione, infatti che si è riusciti a costruire quella pressione sindacale, che ha costretto l’associazione datoriale a firmare un contratto dignitoso che riconosce il valore del lavoro socio assistenziale e socio sanitario, in un momento dove reperire (e mantenere in forza) il personale qualificato risulta sempre più difficile”.
“Solo perseguendo la qualità del lavoro, attraverso retribuzioni adeguate, riconoscimenti economici dignitosi e percorsi di valorizzazione del personale, oltre che alla costruzione di condizioni di lavoro sostenibili, si può pensare di invertire la rotta che vede oggi una migrazione incessante di professionisti anche dalle realtà che aderiscono ad Uneba”.
“Resta tuttavia ancora molto da conquistare soprattutto in riferimento alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, all’istituto della reperibilità, alla contrattazione di secondo livello ed a percorsi di formazione professionale che permettano ai lavoratori dei percorsi di carriera chiari e certi”.
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