L’allarme dell’Ugl: “Tanti rimasti senza tampone e costretti a non lavorare, un abominio giuridico”

Riceviamo e pubblichiamo la nota del sindacato UGL.

La nota delll’UGL

A conclusione della giornata odierna abbiamo ricevuto decine di telefonate o messaggi attraverso vari canali di lavoratori che hanno chiesto aiuto per la tematica da noi già da giorni evidenziata.

Diversi lavoratori oggi non sono andati a lavoro perché nella giornata di ieri non sono riusciti a fare i tamponi. Alcuni dopo ore di coda sono rimasti senza lasciapassare, altri hanno ricevuto notifiche nella tarda mattinata ma il loro turno cominciava magari di prima mattina. Nel pomeriggio di ieri abbiamo approfondito ulteriormente la questione.

In provincia di Piacenza ci sono 99 farmacie, dal sito della Regione si evidenzia che 80 sono in grado di fare i tamponi antigenici nasali, ieri pomeriggio ne erano aperte 16, la maggiora parte erano sature per le prenotazioni ricevute, con alcune non è stato possibile comunicare telefonicamente, fuori da molte farmacie ci sono state le code già documentate. In provincia ci sono anche 8 laboratori analisi che possono fare tamponi ma ieri tutti chiusi. Alle ore 19:00 era ancora possibile trovare un posto per il tampone solo nelle farmacie di Rottofreno e Pianello. I lavoratori delle Farmacie si sono prodigati per somministrare i tamponi fino ai minuti precedenti alle chiusure degli esercizi ma l’impossibilità di assicurare ai cittadini, lo ripetiamo ancora una volta, ciò che obbliga a fare la dissennata legge che impone il lasciapassare per lavorare è evidente ed incontestabile.

Nell’incontro di domani (19 ottobre) convocato dal Prefetto cercheremo di far emergere le criticità.

Intanto continuiamo a dare assistenza ai lavoratori vittime di questo abominio giuridico e sociale ed abbiamo già pronta la richiesta di risarcimento danni (per chi non ha avuto il green pass non per colpa sua) che seguiremo nell’interesse dei lavoratori insieme al nostro legale convenzionato Avv. Sara Soresi.

Sebbene i fatti odierni di Trieste testimoniano che la deriva repressiva non conosce limiti né decenza, chiederemo di capire se i lavoratori che non si sono vaccinati sono reietti meritevoli di ogni discriminazione oppure se un minimo di dignità per i lavoratori trovi ancora cittadinanza nelle istituzioni.

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