Contratti di lavoro, Ugl: “A tempo indeterminato solo il 13%, la precarietà incide sul tessuto piacentino”

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“Piacenza vive le stesse dinamiche della Nazione pur tuttavia con alcune peculiarità: E’ una provincia con un età media che cresce (oltre 47 anni), un saldo naturale negativo tra nati e morti che è tale da oltre 10 anni, una costante crescita della presenza di immigrati. E’ una provincia che dopo la crisi economica della fine del primo decennio del nuovo millennio (2008-2013) non ha mai più recuperato e ciò al netto della parentesi pandemica che ha visto decrescere la ricchezza del 10% nel 2020 per poi registrare un recupero del 6% nel 2021 ed un aumento del 3% nel 2022 (eventi bellici), il 2023 si annuncia di buone prospettive e quindi, se tutto va bene, si tornerà ai livelli del 2019”.  Così Pino De Rosa, segretario provinciale della Ugl, in occasione del congresso provinciale di ieri.

La questione sociale

“I dati della disoccupazione a Piacenza nel 2022 ci dicono che è circa al 6,5% (7,1 a livello nazionale), gli occupati (2022) rappresentano il 68,8% (- di ER al 69,7 ma + di ITA al 60.1). I cosiddetti inattivi sono in pesante crescita (e sono anche i numerosi lavoratori in proprio di parecchio diminuiti e che non diventano “alla ricerca di lavoro subordinato”). Anche a Piacenza quindi porre al centro dell’attenzione “la questione sociale” è essenziale.

Si pensi quanto incida la precarietà. A Piacenza la percentuale di tempi indeterminati sulle attivazioni di contratti è stata nel 2021 del 15%, quelli dell’apprendistato appena del 3% a fronte di oltre il 60% di contratti a termine e 20% di somministrati (SUPERANO L’INDETERMINATO). I numeri ci dicono 7900 contratti a tempo indeterminato su 57900.

“Nel 2020 a pandemia in corso abbiamo avuto un calo di nuove attivazioni pari ad oltre la metà di quelle dell’anno precedente, ciò nel mentre la cig era pari alla somma di quella degli ultimi 10 anni e vi era il blocco dei licenziamenti. Bene! Possiamo forse concludere diversamente se non che ogni anno vi sono circa 30.000 contratti attivati a Piacenza che sono in verità forza lavoro strutturale al sistema produttivo?”

Il modello alla base del job act, inutile per l’economia e dannoso per la società, ha avviato un processo culturale che toglie dal centro della vita “il lavoro” come perno dell’esistenza.

Ugl in crescita

Spesso i lavoratori vengono da noi per esigenze personali, per trovare supporto, per cercare giustizia. Trovano altri lavoratori. Perché fare il sindacalista significa considerare i problemi degli altri come propri. Poi però dobbiamo reclutare queste donne e questi uomini per portare avanti un progetto di cui Piacenza e l’ltalia intera hanno bisogno. Il modello ER funziona se lo si giudica dalle slide e dai siti della Regione, se si conosce poco la realtà, viceversa, per esempio in relazione agli infortuni le denunce sono cresciute del 9% nel 2021 e di quasi il 10% nel 2022 e interessano il lavoro meno stabile……Facciamo un protocollo? 

La società anela ciò che UGL può essere, a condizione che al nostro interno si abbiano idee chiare; si sopprima ogni ruolo se incapace di fornire valore aggiunto; si abbia la capacità di differenziarci ai tavoli istituzionali…pappagalli….; si orienti tutto (risorse economiche, organizzazione, formazione, attività collaterali, progetti anche con altri……..) verso l’obiettivo di trasformare ogni nostro associato in un militante che con il suo esempio contagi il mondo del lavoro e chiami alla mobilitazione per poter poi dialogare con le controparti, con le istituzioni, forti dei nostri valori, della nostra consapevolezza e del nostro progetto.

Il congresso è anche un fatto interno all’organizzazione e così come sarebbe un errore farne una questione di uomini altrettanto sarebbe non farne un tema di progettualità e di prospettive. Qualcuna va messa in atto entro ieri…… e noi ieri non lo abbiamo fatto.

Il modello Piacenza ha significato: 2019 + 19,4%; 2020 + 30,9%; 2021 + 12,1%; 2022 +2.9%. Per quanto riguarda il 2023 al momento ci vede crescere di quasi il 20% per nuovi militanti”.

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