Economia

Pasqua amara per gli albergatori piacentini, Ludovica Cella: “Tasso di occupazione al 30%, turisti in strutture extralberghiere? – AUDIO

Pasqua amara per gli albergatori piacentini, Ludovica Cella: “Tasso di occupazione al 30%, turisti in strutture extralberghiere? A chiederselo è il Presidente di Federalberghi Piacenza ospite di Radio Sound.

“Il nostro settore purtroppo non ha risentito del flusso di turisti in aumento sul nostro territorio. I casi, come dicevo, possono essere due. Le persone arrivate a Piacenza hanno soggiornato in strutture extralberghiere oppure sono escursionisti, cioè turisti che non dormono e passano solo qualche ora in città o provincia”.

Il problema della concorrenza di altri tipi di strutture rimane alto

“Sì. Spesso noi solleviamo questo problema, anche perché non è chiaro quante siano ufficiali e fiscalmente in regola. Credo che se in questo periodo si è riscontrato un così alto numero di turisti, possa essere utile guardare il gettito della tassa di soggiorno. In particolare perché se deriva, come sempre, soltanto dall’alberghiero allora c’è qualcosa che non va. Significa che c’è un alto tasso di evasione. Censire noi hotel è semplice. Federalberghi ha sempre un occhio attento sulle percentuali di occupazioni, invece del resto sappiamo poco. Pasqua 2024 potrebbe essere una buona occasione per fare gli adeguati controlli”. 

Poche camere prenotate negli alberghi piacentini per Pasqua: il comunicato

In base ai dati raccolti da Federalberghi gli hotel del capoluogo avrebbero registrato un’occupazione media del 30%, con un numero ridotto di “viaggiatori per diletto” 

Se i dati comunicati dalla biglietteria di Palazzo Farnese e da quelle delle Salite al Guercino ed al Pordenone danno conto di ben 1.400 biglietti staccati, i numeri delle presenze negli alberghi piacentini purtroppo non vanno di pari passo.

Buon afflusso di turisti?

«Si è parlato di un buon afflusso di turisti a Piacenza nei giorni scorsi – sottolinea Ludovica Cella, presidente di Federalberghi – ma i riscontri che abbiamo noi albergatori sono meno interessanti. Da un confronto fra colleghi è emerso un risultato poco incoraggiante. Una struttura, in questi giorni, aveva scelto di chiudere mentre chi è rimasto aperto ha registrato mediamente un’occupazione del 30%. Considerando che in questa percentuale sono compresi anche i trasfertisti e chi, per varie ragioni, occupa abitualmente le camere, è evidente come siamo molto lontani dagli stimati 1.500 turisti. Certo, potrebbero essersi rivolti alla recettività extra-alberghiera. Sarebbe interessante avere qualche riscontro ufficiale dal Comune sugli introiti originati attraverso le tasse di soggiorno, le uniche che (salvo fenomeni di evasione delle stesse) possono misurare realmente i pernotti di questi giorni in città».

Pochi pernottamenti

La discrepanza fra gli accessi ai musei ed i pernotti registrati negli alberghi cittadini potrebbe avere anche una spiegazione legata alla tipologia di visitatori che hanno scelto Piacenza come meta. Se nel linguaggio comune si usa il termine turista per indicare qualunque tipo di viaggiatore, per le imprese attive nei servizi di ospitalità (ed anche a fini statistici) il turista è quel visitatore che si ferma in un determinato posto dormendovi almeno una notte, mentre chi la sera rientra al proprio domicilio si definisce escursionista.

«Può sembrare una mera distinzione terminologica – spiega Ludovica Cella – ma non lo è. Il turista è un consumatore che si avvale di una serie di servizi nella città dove si ferma (dagli alberghi ai ristoranti). L’escursionismo è invece il “mordi e fuggi” con un apporto economico molto più limitato alla città. Qualunque visitatore è sempre benvenuto ma è chiaro che per far sì che Piacenza ne tragga un beneficio reale bisogna attirare i turisti che pernottano in città, che gironzolano per le vie, che prendono un aperitivo nelle nostre bellissime piazze, che cenano nei nostri ristoranti, che fanno shopping nei nostri negozi. Ecco noi albergatori di questi turisti, per Pasqua, ne abbiamo visti pochi. Occorre lavorare tutti, in sinergia, pubblico privato, per assicurarsi che Piacenza non sia solo una tappa intermedia di qualche ora prima di raggiungere una destinazione finale ma diventi una meta primaria».

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