Oltre 330 tumori del colon retto individuati in fase precoce: sono queste, a Piacenza, le potenzialità dello screening dedicato a questa patologia, un’opportunità importante di prevenzione che può salvare la vita, utilizzata però al momento solo dalla metà delle persone che ne avrebbero diritto.
Per sensibilizzare i cittadini scendono in campo i Cani della Biscia: il loro invito a cogliere la possibilità offerta dallo screening gratuito è affidato a un brano, scritto a 4 mani con il dottor Patrizio Capelli, diventato poi anche un cartone grazie a Luca Cattivelli.
Ne “La paletta salutare”, il messaggio non potrebbe essere più chiaro e semplice: “Non fare lo sciocco, ti può salvare la vita”. La band piacentina sfrutta la propria verve per far riflettere sull’importanza di aderire all’invito dell’Azienda Usl di Piacenza.
Il programma di screening regionale è iniziato nel 2005; si rivolge ai cittadini tra i 50 e i 69 anni, che l’azienda Ausl chiama ogni 2 anni per eseguire il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci.
I dati dimostrano che il test funziona: “Si è registrata una diminuzione – fa notare Giovanni Aragona, direttore di Gastroenterologia e responsabile clinico dello screening – del 30 per cento della mortalità per tumore del colon e questo dato è in linea con gli altri centri nazionali e internazionali”.
A Piacenza finora i medici hanno riscontrato ben 332 tumori (adenocarcinomi), tutti in uno stadio iniziale. “Questo consente – aggiunge l’esperto – una sopravvivenza a 5 anni di oltre il 90%. Spesso questi pazienti non hanno fatto neanche un intervento chirurgico o la chemioterapia, ma sono stati considerati sin da subito guariti. È un risultato eccezionale”. Alle neoplasie individuate in fase precoce si aggiungono poco meno di 4mila lesioni polipoidi ad alto rischio, tutte resecate. “Ciò vuol dire che abbiamo eliminato altri 4mila potenziali futuri tumori, prima ancora che potessero degenerare in cancro”.
Eppure, nonostante i brillanti risultati, a Piacenza come nel resto della Regione l’adesione al primo livello (ossia le persone che accettano di eseguire il test sul sangue occulto ricevuto a casa) è poco meno del 50 per cento. “Vuol dire che circa la metà dei nostri concittadini non esegue il test e che quindi non beneficia degli straordinari risultati di prevenzione che invece hanno ricevuto i pazienti che hanno aderito alla campagna di screening. Quindi si deve fare ancora molto per migliorare l’aderenza”.
Di qui l’iniziativa del dr. Capelli e dei Cani della Biscia, che si avvale anche del patrocinio dell’Associazione Chirurghi ospedalieri (Acoi). Il brano era stato presentato a Futuro in Salute ed è stato poi inciso e arricchito con il video di Luca Cattivelli. Da oggi l’Azienda lo ha pubblicato su tutti i suoi canali social.
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