Dopo il rapidissimo intervento che ha permesso di arrestare un truffatore che stava per sottrarre denaro e oggetti preziosi a una donna di 93 anni, la polizia si rivolge agli anziani per rimarcare un concetto: “Non abbiate paura di disturbare, chiamate sempre il 113 o il 112. Nessuno mai vi sgriderà perché avete chiamato per un sospetto”. Lo confermano il dirigente della Squadra Mobile, Michele Saglio, e il dirigente della Divisione Anticrimine, Angelo Di Legge. Saglio e Di Legge tengono a fare il punto.
Le tipologie di truffe sono più o meno le solite. (DI SEGUITO UNA BREVE ILLUSTRAZIONE DELLE PRINCIPALI CASISTICHE)
“Se qualcuno suona al campanello spiegando di essere un tecnico, un poliziotto, un carabiniere (qualcuno insomma che chiede di entrare in casa) cercate di mantenere la calma e con tutta tranquillità chiamate il 112 o il 113. Spiegate che un uomo chiede di entrare in casa vostra, sia noi che i carabinieri saremo ben felici di venire a controllare. Se l’uomo in questione risulterà un tecnico autentico tanto meglio: se anche fosse un falso allarme nessuno vi sgriderà o vi accuserà di averci fatto perdere tempo. Stessa cosa quando si riceve una telefonata da un figlio che necessita aiuto: prima di agire telefonate a vostro figlio e chiedete conferma oppure chiamate le forze dell’ordine e ci penseranno loro. Ma non consegnate mai denaro in mano a sconosciuti”, spiegano Di Legge e Saglio.
Avvertenze anche per chi purtroppo è rimasto vittima di una truffa.
“La prima raccomandazione è di non sentirsi inadeguati o sciocchi. Tenete presente che questi truffatori sono veri e propri professionisti, conoscono bene il “mestiere” e adottano tecniche fantasiose ed efficaci. Cadere nei loro tranelli non significa essere ingenui. Quando si realizza di aver subito un furto è di fondamentale importanza chiamare immediatamente le forze dell’ordine e lasciare la casa intatta. In questo modo le forze dell’ordine interverranno in pochi minuti: la vittima avrà i ricordi ancora nitidi e potrà dare informazioni importanti, mentre i truffatori potrebbero essere ancora nei paraggi. Inoltre, lasciando la casa intatta si può far lavorare la Scientifica”, proseguono Di Legge e Saglio.
Il caso al centro della conferenza stampa. Una persona telefona e spiega che il figlio/a ha avuto un incidente. A volte il truffatore si presenta proprio come il figlio/a, modificando la voce con una finta disperazione o finto panico. Al di là delle variazioni sul tema la conclusione è sempre la stessa: servono soldi, per le cure o per evitare conseguenze legali. A quel punto il genitore anziano, spaventato e comprensibilmente in stato confusionale, accetta. L’incontro avverrà pochi minuti dopo: il genitore consegnerà denaro o beni preziosi al presunto avvocato/carabiniere/poliziotto.
Tutto inizia con un finto tecnico (del gas, dell’acqua, della luce ecc.). Una volta lasciato entrare il malfattore, la truffa inizia. Il tecnico mette in allarme la vittima parlando di fughe di gas, radiazioni, campi elettromagnetici, elementi che possono danneggiare i materiali: insomma, i beni preziosi vanno subito messi al riparo prima che si consumino. La vittima raggruppa i suoi averi e a quel punto per il tecnico è semplicissimo raccogliere il bottino e andarsene.
Anche in questa circostanza tutto inizia spesso con un finto tecnico. In questo caso il tecnico entra nell’abitazione e dopo aver arraffato un oggetto a caso esce dall’abitazione con una scusa, tenendo nascosto l’oggetto appena sottratto. Una volta all’esterno, il soggetto consegna l’oggetto a un complice vestito da poliziotto o carabiniere o comunque dotato di un falso tesserino. Il finto poliziotto si presenta alla vittima e mostra l’oggetto sottratto dal complice, il finto tecnico, poco prima. “Questo oggetto è suo?” chiede la finta forza dell’ordine alla padrona di casa. Ovviamente la risposta sarà affermativa e a quel punto il poliziotto/carabiniere racconterà di furti avvenuti in zona: quell’oggetto “ritrovato per caso” dimostra che anche la donna ha subito un’intrusione e adesso occorre controllare. Il finto poliziotto/carabiniere entra in casa a controllare, avendo il via libera a rovistare dappertutto.
Diversi episodi sono accaduti in questi giorni, in particolare nei parcheggi dei centri commerciali. La donna apre le portiere dell’auto e colloca sui sedili del passeggero e posteriori spesa e borsetta. A quel punto i malfattori gettano a terra delle monetine e richiamano l’attenzione della vittima. “Signora guardi che ha perso delle monete”. La donna, a quel punto, si allontana dall’auto quel tanto che basta per permettere a un complice di aprire la portiera, afferrare la borsetta e fuggire. La stessa truffa può avvenire con una variante: il malintenzionato bussa al finestrino o attira la vittima a pochi metri di distanza dall’auto e il complice agisce.
“Ciao papà/mamma, questo è il mio nuovo numero di telefono”. Oppure “Ciao papà/mamma, ti scrivo dal telefono di un amico”. E poi la richiesta: “Mi servono soldi per…”. Anche in questo caso telefonate a vostro figlio sul solito numero, oppure chiamate le forze dell’ordine.
Si riceve una telefonata e sullo schermo compare il nome “polizia” o “carabinieri” o addirittura il nome della propria banca. Può succedere, i truffatori hanno a disposizione mezzi tecnologici che potrebbero far comparire questa scritta sugli schermi. L’unica soluzione è chiamare le forze dell’ordine o la banca per una conferma.
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