Infortunio mortale a Borgonovo, di seguito la nota dell’Ugl a firma del segretario provinciale Pino De Rosa.
Non si può accettare che le morti sul lavoro continuino, che il numero cresca, che il sistema che dovrebbe salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori continui a non funzionare abbastanza sebbene l’impegno che ha visto, per esempio a Piacenza, l’istituzione di una conferenza permanente e tutta una serie di iniziative che però sembrano assolutamente non bastare.
Anche l’impianto normativo in realtà crediamo non sia insufficiente.
Bisogna però interrogarsi e capire nel concreto cosa non funziona. Perché così non va’!
Non abbiamo dubbi che il processo di destrutturazione delle tutele del lavoro con licenziamenti sempre più facili e stabilizzazione della precarietà, grazie alle norme degli ultimi decenni, unitamente al processo di globalizzazione che vede sempre agitato lo spettro della delocalizzazione, non aiutino. E’ chiaro che in condizioni di “instabilità” occupazionale elevata a sistema si tende, anche da parte dei lavoratori, a sorvolare, per timore, perché intimiditi, anche potenziali situazioni di pericolo.
La Vetreria di Borgonovo è stata oggetto, negli ultimi anni, di una robusta ristrutturazione con innovazioni di processo, implementazione di nuove tecnologie e strumenti di lavoro innovativi, automatizzati. Ciò ha inciso sulla organizzazione del lavoro e dei processi di produzione ripercuotendosi anche sull’organizzazione del lavoro relativamente al reale potere direttivo sui lavoratori stessi con le relative responsabilità. Tutto avrà comportato un miglioramento della redditività dell’impianto, un maggior profitto. Sicuramente chi sta indagando dovrà quindi comprendere se il processo di ristrutturazione ha ben tenuto presente le esigenze di salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori e se tutte le funzioni direttive e di rappresentanza hanno fatto quanto dovuto o in loro potere.
La morte di Nicoletta Palladini alla Vetreria di Borgonovo è senza dubbio inaccettabile anche per le modalità che si apprendono, al momento, dalla stampa. Una lavoratrice che abbiamo sentito ci ha detto: “Com’è possibile che non si ricordano vittime quando c’era un lavoratore che teneva la lastra ed uno che usava il martello e dobbiamo piangere al giorno d’oggi, con la tecnologia che c’è, la nostra collega!”
E’ ovvio il cordoglio per la famiglia e la vicinanza ai suoi colleghi ma, sebbene nulla potrà restituire Nicoletta ai suoi affetti ed ai colleghi di lavoro, ci aspettiamo che venga fatta giustizia! Almeno questo!
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