TeleCuore, è il progetto che a Piacenza ha permesso a 250 pazienti con scompenso cardiaco cronico di dare una svolta alla gestione della propria malattia nato dalla partnership tra l’Azienda Usl di Piacenza e Novartis. Sono stati presentati i risultati di questa sperimentazione partita lo scorso mese di febbraio. Un’attività che consente di migliorare la qualità di vita dei pazienti con scompenso cardiaco e di poterne diminuire la frequenza dei controlli in ospedale. Grazie a un semplice dispositivo di telemonitoraggio e a un’app, il paziente può trasmettere i propri parametri in collegamento costante con medici e infermieri del reparto di Cardiologia.
“Si tratta del il più grande progetto di telemedicina applicata allo scompenso cardiaco che c’è attualmente in Italia – spiega la Dottoressa Daniela Aschieri direttore del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Piacenza – una sperimentazione organizzativa che abbiamo provato nella nostra Asl che ci ha permesso di monitorare 250 pazienti affetti da scompenso cardiaco”.
“Una attività che sicuramente migliora la qualità della vita dei pazienti – spiega Aschieri – che possiamo controllare direttamente dalla loro abitazione, gli stessi non hanno bisogno di andare in ospedale per fare le visite, se non in caso si necessità, ma sopratutto possiamo verificare i parametri vitali quotidianamente, pressione, frequenza, peso ed elettrocardiogramma in modo da poter verificare se il paziente si trova nelle condizioni di avere bisogno del notro intervento terapeutico senza dover aspettare le nostre visite programmate. La gestione a domicilio di un paziente cronico che ha bisogno di anticipare il controllo programmato”.
“I risultati sono stati diversi – racconta Aschieri – innanzitutto la dimostrazione che si può organizzare un progetto con un numero importante di pazienti coinvolti, un progetto che è costato in termini di impegno da parte del personale dell’Als coinvolto, medici, infermieri e tecnici, ma che sicuramente i pazienti hanno gradito, abbiamo valutato la loro soddisfazione con un questionario. Hanno avuto un contatto diretto con il case manager, con il personale medico e infermieristico e la possibilità di essere gestiti on le terapie diuretiche o con i beta bloccanti in base al caso clinico in tempo reale”.
“Il prossimo step sarà – anticipa la Dottoressa Aschieri – aumentare i medici di medicina generale oltre a quelli già in rete che potranno gestire insieme a noi, controllarli dal loro ambulatorio, interfacciasi con noi e poter quindi demandare una parte del trattamento al medico di medicina generale”.
L’80% dei pazienti lo considera utile per ricordarsi della periodica registrazione dei parametri clinici e strumentali che servono a medici e infermieri per una valutazione dello stato di salute. Il 70% delle persone coinvolte sottolinea di aver avuto un netto miglioramento nel proprio stile di vita grazie al rapporto più continuativo e immediato con il personale sanitario coinvolto: case manager, infermieri, tecnici e medici cardiologi specialisti.Alla soddisfazione dei pazienti coinvolti, si affianca quella del personale sanitario. Il 90% dei professionisti evidenzia un netto migliorato in termini di efficacia e di tempo dedicato alle visite di controllo, anche grazie alla maggiore preparazione dei malati e alla maggiore facilità d’accesso alle informazioni prima della visita: i pazienti migliorano i loro controlli e sono più attenti ad alimentazione e stile di vita.
“Nel corso dei mesi, grazie al monitoraggio dei parametri, i nostri professionisti – ha spiegato Aschieri – hanno attivato, se necessario, contatti telefonici per valutare lo stato di salute del paziente (11% dei casi), variato la terapia seguita (17%), invitato il paziente a recarsi in ambulatorio per una visita di persona (7%) o hanno organizzato una televisita (3%)”. Complessivamente, sono state teletrasmesse poco meno di 100mila misurazioni“.
“Nell’ottica di una Sanità sempre più smart e vicina ai pazienti – evidenzia Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza – il progetto TeleCuore è un canale di comunicazione ideale per la gestione di pazienti con patologie croniche, al fine di valutarne e monitorarne le condizioni in tempi rapidi e agevoli, in linea con il modello di Medicina di iniziativa promosso dal DM77. Il sistema poggia su uno strumento di condivisione immediato delle informazioni utili riguardo il paziente che coinvolge i diversi professionisti ospedalieri ma anche territoriali: infatti, TeleCuore, ha visto l’ingaggio del dipartimento di Cure primarie e, in particolare, di 14 medici di famiglia che hanno aderito volontariamente seguendo un corso di formazione per l’accesso e la consultazione della piattaforma in cui confluiscono i parametri dei propri assistiti”.
“Questa esperienza pilota – conclude il direttore generale – dimostra che si può agevolare la gestione e l’empowerment del paziente. Fondamentale è il lavoro di equipe, con il coinvolgimento delle varie figure professionali, come il case manager e il tecnico, che si affiancano al medico cardiologo per la corretta gestione degli alert, l’educazione della persona all’utilizzo del device e all’aderenza alla terapia e corretti stili di vita. La letteratura dimostra che il telemonitoraggio permette di ridurre del 29% le ospedalizzazioni correlate all’insufficienza cardiaca: è attualmente in corso un’analisi analoga anche per i pazienti di TeleCuore per quantificare gli effetti positivi del progetto.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito – evidenzia Giulia Conti, direttore Innovation & Patient Journey Novartis Italia – al successo del progetto TeleCuore, un’iniziativa che esprime concretamente la nostra volontà di collaborazione con il Sistema Sanitario, per rispondere sempre più efficacemente alle principali sfide di salute, come la cronicità e il superamento della dicotomia ospedale-territorio. L’assistenza sanitaria che il nostro Paese offre ai pazienti deve oggi tener conto delle loro esigenze in continua evoluzione. Come Novartis, siamo costantemente impegnati a collaborare con gli interlocutori del Sistema Salute, andando oltre alla dimensione legata allo sviluppo di terapie, mettendo la nostra visione e competenza al servizio della realizzazione di servizi innovativi che possano davvero fare la differenza nel percorso di cura dei pazienti.”
“Gli investimenti in tecnologia – aggiunge l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini – sono fondamentali per la sanità e il progetto Telecuore ne è l’ennesima dimostrazione. Un progetto che assicura una migliore qualità di vita dei pazienti e che va nella direzione di una medicina territoriale di prossimità, obiettivo che perseguiamo con determinazione. Il progetto, inoltre, è perfettamente inserito nella direzione di sviluppo della telemedicina nella nostra regione, coerentemente con la riforma dell’organizzazione dell’assistenza territoriale prevista dal Decreto Ministeriale 77/2022. Entro il primo semestre del 2024, infatti, sarà operativa la piattaforma regionale di telemedicina, acquisita con i fondi del Pnrr, che dialogherà con la piattaforma nazionale di telemedicina e con il fascicolo sanitario 2.0. Una prospettiva di costante miglioramento, quindi, per continuare ad assicurare ai cittadini una presa in carico sanitaria sempre più efficace”.
“I dati che racchiudono il bilancio del primo anno di attività del progetto Telecuore parlano da sé – sottolinea il sindaco Katia Tarasconi – quando un’innovazione applicata alla medicina porta benefici che consentono non solo di monitorare in modo costante e capillare le condizioni dei pazienti, ma anche di incrementare e promuovere il benessere personale di chi affronta una patologia, è evidente il vantaggio che ne consegue per le strutture ospedaliere e sanitarie, per la qualità del lavoro dei professionisti su cui il nostro territorio può contare e, nella sua accezione più ampia, per l’intera comunità. Ringrazio la Direzione dell’Azienda Usl, la dottoressa Aschieri e i suoi colleghi di Cardiologia per aver intrapreso questo percorso, che rafforza ulteriormente l’impegno teso alla ricerca scientifica, al valore aggiunto della telemedicina e dei nuovi strumenti tecnologici nell’aiutarci a proteggere, in modo sempre più efficace e sensibile, la salute dei cittadini”.
«Questa iniziativa è in grado di rappresentare un importante nuovo tassello per collaborazione fra la Fondazione e l’Azienda Usl – sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi – Il potenziamento della telemedicina è uno dei temi emersi con rilievo dalle consultazioni che abbiamo svolto nei mesi scorsi con i rappresentanti delle realtà locali per definire le priorità del nostro Documento di Programmazione pluriennale, e che intercetta gli ambiti dell’assistenza e del welfare. Devo dire che in questa sensibilità ci aiuta la presenza di medici all’interno del nostro consiglio d’amministrazione. La Fondazione è sempre pronta a fare la propria parte nel potenziamento dei servizi territoriali e dei progetti importanti per tutta la comunità».
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