“La partita è delicatissima e fondamentale perché la fase 2 possa definirsi tale. La riapertura di bar, ristoranti e pubblici esercizi. Ed è una partita nella quale la Regione Emilia-Romagna in queste ore ha spinto sull’acceleratore; è stata la prima regione in Italia a mettere a disposizione di baristi, ristoratori ed esercenti regole chiare in modo da poter organizzare le proprie attività e pianificare il prossimo futuro”. Così la consigliera regionale del Pd, Katia Tarasconi.
“Ora la palla è in mano al Governo che ha in mano il primo protocollo sulla ristorazione a livello nazionale. Tutto si gioca sui tempi”; dice Tarasconi che richiama e adatta il vecchio detto: “Si diceva che il tempo è denaro. Oggi il tempo è sopravvivenza”.
Le priorità sono tre, secondo Tarasconi, e sono tutte collegate tra loro. «Tutelare la salute pubblica, far ripartire le attività economiche e mettere tali attività nelle condizioni di potersi adeguare alla situazione attuale adattando regole e limitando la burocrazia».
E in tema di ristorazione e pubblici esercizi ad oggi, 15 maggio, non esistono a livello nazionale regole sufficientemente chiare da consentire ai titolari una riapertura il più possibile serena. Un tema sul quale la Regione ha ritenuto di non poter attendere oltre, visto che la riapertura è prevista tra meno di tre giorni: il 18 maggio. Ed è questo il motivo per il quale, dopo un’intensissima fase di studio alla quale hanno partecipato tutti i rappresentanti della categoria, ha varato un protocollo che potrebbe rappresentare un modello per il resto dell’Italia qualora il Governo non ritenesse di opporsi.
«Non si poteva rimanere con le mani in mano in un settore cruciale anche solo per poter avere la percezione di un ritorno alla normalità – sottolinea Tarasconi – e non si poteva certo abbandonare la categoria all’autogestione in un momento del genere, con la salute delle persone che è e resta la priorità per tutti, compresi i ristoratori, i baristi, gli esercenti». Riaprire sì, dunque, ma in sicurezza e senza la spada di Damocle di sanzioni che, in questa fase più che mai, rischierebbero di essere fatali per chi è già in affanno dopo tre mesi di stop forzato”.
“Un protocollo dunque con disposizioni che riguardano il personale (mascherine, igienizzazione), i locali (distanziamento sì, ma di un metro e non di quattro), i clienti (responsabilizzazione dei singoli sulla formazione dei gruppi di persone all’interno dei locali: non può essere imposto al gestore sapere se una coppia è formata da marito e moglie o da amici), sulla gestione degli spazi comuni, all’aperto e al chiuso; e tante altre regole che da oggi in Emilia-Romagna sono scritte nero su bianco. Regole che secondo Katia Tarasconi «dovrebbero essere prese dal Governo come esempio”.
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