Era gremito il point elettorale di Katia Tarasconi a San Lazzaro oggi pomeriggio per l’arrivo dell’onorevole Graziano Delrio, già ministro nonché sindaco di Reggio Emilia. E’ arrivato alle 18 per sostenere la candidatura di Tarasconi e per affrontare un tema specifico del suo programma elettorale che riguarda il riutilizzo delle acque reflue del Comune di Piacenza con un progetto importante che riguarda il depuratore di Borgoforte e che ricalca ciò che è stato fatto con successo proprio a Reggio Emilia.
«I cambiamenti climatici e la siccità – spiega Katia Tarasconi – sono fenomeni che ci riguardano da vicino e richiedono di ripensare l’utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione. L’acqua, su tutte, è la risorse fondamentale. Oltre ad essere impiegata per l’igiene personale, ne viene fatto un largo uso in agricoltura, settore economico importante per il territorio, che negli ultimi anni ha affrontato momenti di crisi a causa della siccità. A Piacenza dobbiamo mettere in campo progetti più ambiziosi di economia circolare dell’acqua, sull’esempio di Mancasale a Reggio Emilia e in linea con le previsioni del Green Deal europeo e il Regolamento UE sul riutilizzo idrico».
«Il nostro progetto sul riutilizzo dell’acqua – prosegue a candidata – si basa su uno studio di CRPA e IRETI che interessa l’impianto di depurazione di Borgoforte. Un progetto di economia circolare grazie al quale potremmo riutilizzare le acque reflue in agricoltura, irrigando i campi in quei momenti dell’anno in cui c’è maggior bisogno di acqua».
L’impianto di depurazione di Borgoforte tratta circa 12 milioni di metri cubi di acque reflue e «può garantire il riutilizzo di 4 milioni di metri cubi di acqua all’anno» spiega Tarasconi. Che aggiunge: «Ad oggi quest’acqua, che viene immessa nel Po, potrebbe essere immediatamente utilizzabile per annaffiare le piante e gli alberi della città. Per quel che concerne l’utilizzo agricolo occorre un trattamento terziario delle acque reflue tramite filtrazione a letti di sabbia e sterilizzazione con i raggi UV. L’acqua così trattata sarà utilizzabile durante i 3-4 mesi di stagione irrigua».
Entrando nel dettaglio del progetto, esistono due ipotesi per la destinazione agricola delle acque depurate.
Servire l’area del distretto irriguo di Mortizza. Una zona agricola che si estende per 1500 ettari, più vicina all’impianto, in cui l’acqua confluirebbe per gravità, coprendone l’intero fabbisogno idrico.
Servire l’area agricola a sud est di Borgoforte. In quest’ultimo caso, abbiamo a che fare con un’area molto più estesa (3000 ettari) caratterizzata da una maggiore difficoltà di reperimento della risorsa idrica. Ci troviamo però a 8 km dal depuratore e in posizione a questo sopraelevata (+15m).
Diventa pertanto necessario un impianto di pompaggio e delle condotte per trasportare l’acqua fin qui. Tuttavia, se realizzato, un simile impianto potrebbe trovare un utilizzo anche al di fuori della stagione irrigua, per la produzione di energia idroelettrica. L’area infatti, si colloca nei pressi del Nure. Durante l’inverno sarebbe possibile sollevare acqua dal Nure e farla precipitare a valle alimentando una centralina idroelettrica. I costi di realizzazione dell’opera di presa e della centralina sono convenienti se considerato il quantitativo di energia prodotta. Energia che è in grado di coprire in buona parte i consumi energetici stimati per il riuso irriguo.
«Siamo chiamati a fare quanto possibile per rendere i nostri sistemi produttivi più sostenibili – conclude Katia Tarasconi – Siamo responsabili davanti ai nostri figli dell’utilizzo o delle risorse che abbiamo a disposizione. Possiamo realizzare un progetto per riutilizzare l’acqua, ridurre gli sprechi e contrastare la siccità. Cosa stiamo aspettando?»
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