Tamponi casa per casa a Piacenza? E’ l’iniziativa messa in pratica dall’Ausl di Piacenza e coordinata del Dott. Luigi Cavanna, primario del reparto di Oncologia all’ospedale di Piacenza. In sostanza un team di medici si reca nelle abitazioni delle persone che accusano sintomi sospetti e le sottopone a tampone e analisi.
Il dott. Cavanna è stato intervista in diretta su Radio Sound, lunedì 23 marzo. Il dott. Cavanna ha chiarito il procedimento e specificato il metodo.
“La gran parte degli infetti da Covid 19 – spiega Cavanna – arriva in pronto soccorso con febbre e tosse curati con Tachipirina e antibiotici, mediamente dopo 8-10-15 giorni passati in queste condizioni fino all’insorgere di insufficienza respiratoria. Bisogna partire dal presupposto che sul coronavirus la terapia anti-virale funziona, percentualmente meglio quanto prima viene iniziata”.
Molte persone con questa infezione hanno una storia di 10-15 e più giorni di febbre, malessere. poi inizia la mancanza di fiato e da l è difficile guarire. La terapia funziona meglio (statisticamente) se iniziata precocemente, prima del manifestarsi dei sintomi più gravi.
Il Dott. Cavanna ha ribadito di non chiamare il 118 ma i numeri AUSL e il proprio medico di famiglia in primis.
Nei prossimi giorni verranno chiariti meglio i numeri da contattare. In ognicaso è il medico di famiglia che informa l’azienda USL.
Il soggetto che ha sintomi deve contattare il proprio medico di famiglia. Sarà il medico a mettersi in contatto con l’Azienda USL, dopo aver accertato gli effettivi sintomi e segnalando contatti e indirizzo del soggetto. Il malato verrà contattato e visitato direttamente a domicilio da operatori dall’AUSL.
A domicilio verranno effettuate tutte le visite necessarie ad avere una prima diagnosi. Oggi i sintomi sono talmente evidenti che il tampone spesso conferma il sospetto di positività. Quando si manifestano febbre, dolori muscolari, stanchezza, tosse secca con poco catarro e a volte mancanza di fiato, il tampone risulta positivo quasi nella totalità dei casi.
Il paziente positivo rimane a casa ma sotto costante controllo. Qualora la situazione dovesse peggiorare verrà ricoverato e, nel peggiore dei casi, intubato.
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L’iniziativa è partita in fase sperimentale da qualche giorno e sarà replicata per iniziativa dall’Ausl da martedì 24 marzo, con squadre di operatori che copriranno su più turni città e provincia. All’inizio saranno circa trenta i medici impiegati, molti dei quali su base volontaria.
Non è da escludere che l’iniziativa possa essere estesa a tutta l’Emilia Romagna.
Ricordiamo che chi ha sintomi quali febbre, tosse o problemi respiratori di non recarsi in pronto soccorso ma di contattare subito il proprio medico di famiglia. Maggiori info
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