Politica

Consiglio comunale infuocato. Supermercati, opposizione: “Non date la colpa alla giunta Barbieri”. Nuovo portavoce, duro Papamarenghi: “Incarichi per gli amici” – AUDIO

Il piano immobiliare della città con l’avvento di un nuovo supermercato nell’area di via Einaudi scalda il consiglio comunale e alza i toni del dibattito. Nei giorni scorsi si erano rincorse voci in merito ai reali piani della giunta comunale, con ipotesi che parlavano addirittura della realizzazione di ben cinque nuovi insediamenti commerciali in città. Un rincorrersi di voci che aveva spinto il sindaco Katia Tarasconi a pubblicare un video in cui esprimeva le proprie idee e cercava di fare chiarezza sul tema. Video nel quale Tarasconi di fatto tocca due punti. Innanzitutto smentisce che siano in programma cinque supermercati, bensì solo uno. Secondariamente attribuisce le responsabilità alla giunta precedente, guidata da Patrizia Barbieri.

“Noi arriviamo alla fine di un percorso che è iniziato quattro anni fa, quando non eravamo certo al governo della città. E in questi quattro anni non è stato fatto niente per cambiare gli indirizzi e i criteri che stanno alla base di ciò che i privati intendono fare sulle loro proprietà. Anzi, l’unica cosa che è stata fatta, ovvero una delibera di consiglio comunale del 2020 per bloccare l’inizio dei lavori, è naufragata miseramente con il Tar che ha dato torto al Comune, ha dato ragione ai privati e ha portato gli uffici a dover ripartire con le pratiche. Ed era l’estate del 2021”. Queste le parole di Tarasconi.

Oggi il clima in consiglio comunale era rovente. Ha iniziato Sara Soresi, consigliere di Fratelli d’Italia.

“La giunta approva l’insediamento di quattro strutture commerciali che insisteranno su Corso Europa e via Rigolli. Il sindaco dichiara che la colpa è dell’amministrazione precedente? A parte il fatto che RUE e PSC risalgono al 2016, quindi giunta Dosi, quello che la giunta si dimentica (o omette volutamente) è che consiglio comunale e giunta possono stoppare l’insediamento se solo lo volessero”.

Prende la parola Patrizia Barbieri conferma le parole di Soresi. “La ricostruzione che lei ha fatto dell’iter, signor sindaco, non è veritiera. Come non è vero che voi non potete fermare l’iter. Voi dovevate semplicemente applicare l’articolo 2 comma 9 del PSC. Attribuire a noi la responsabilità è disdicevole, quando c’è un problema ci si mette la faccia, non si da la colpa a qualcun altro. Nel caso di specie voi non avete alibi”.

“Poi un’altra stoccata: chi decide è questo consiglio, non decide la giunta se c’è l’interesse pubblico. Se è vero, come scrive, che le bugie hanno le gambe corte, questo vale anche per lei. Le sue affermazioni mi hanno profondamente offeso”.

Altri attacchi arrivano dalla minoranza con Stefano Cugini, di Alternativa Per Piacenza. “Signor sindaco, ho visto che scrollava la testa mentre Barbieri diceva che è il consiglio che decide: è davvero il consiglio che decide. Convengo con la chiosa del suo intervento su Facebook: “E’ un peccato rendersi conto di come ci siano persone, anche con un ruolo istituzionale, che si prendono la briga di distorcere la realtà per tornaconto politico o personale di basso livello. Ma le bugie, si sa, hanno le gambe corte”. Completamente d’accordo con lei, è un peccato vedere persone con un ruolo istituzionale distorcere la realtà. E’ un peccato vedere predicare bene e razzolare male”.

“Si diceva che, in assenza del PUG, le nostre mozioni contro il proliferare della grande distribuzione erano solo posizioni di pancia: oggi per consumare questo suolo il PUG si può non attenderlo. E’ un peccato leggere riferimenti a presunti interessi personali: io li lascerei stare. Perché è proprio per interessi personali, o per meglio dire ‘particolari’, che siamo in questa situazione”.

E anche Cugini chiosa: “Non è mica vero che il dado è tratto. L’ultima parola spetta al consiglio comunale, le chiacchiere stanno a zero. C’è tutto il tempo per scegliere in coscienza”.

Il messaggio di Katia Tarasconi è stato ripreso e confermato da Salvatore Scafuto (PD) e Andrea Fossati (PD): “Non avete fatto niente, oggi ci troviamo di fronte a un percorso avviato. Quello che potevamo fare era portare a casa le migliori condizioni per la cittadinanza e per il tessuto commerciale piacentino”, commenta Scafuto. Interventi che hanno innescato la replica di Barbieri che ha di fatto replicato quanto detto in precedenza durante il suo intervento.

“Sembra che ci sia in atto un disegno da parte della minoranza, quello di etichettare questa amministrazione fin dal primo giorno di mandato come quella del cemento e dei supermercati, altrimenti non si spiegano i dibattiti di questi giorni sui social e sui quotidiani, con dichiarazioni improvvide di consiglieri anche di lungo corso”, commenta Fossati.

Molto accesi i toni del consigliere Jonathan Papamarenghi (Patrizia Barbieri sindaco con Massimo Trespidi) che intraprende un battibecco con Scafuto, reo secondo Papamarenghi di leggere il giornale in aula come provocazione.

“Avete perso le elezioni, ma dovete accettare la sconfitta, dopo un anno dovete elaborare il lutto”, chiosa poi Scafuto con tono canzonatorio. Affermazione alla quale risponde ancora una volta Barbieri in toni decisi: “Elaborare un lutto? Stia attento a quello che dice, Scafuto, quanto meno per quello che mi riguarda”. Papamarenghi parla di toni inopportuni, da parte di Scafuto, e poi attacca la giunta parlando di un cerchio magico da mandare avanti.

L’AFFONDO SULLA NOMINA DEL PORTAVOCE

Ma il dibattito con Scafuto non fa altro che innescare una nuova critica da parte di Papamarenghi, che attacca la giunta anche per la decisione di nominare un portavoce, con un dispendio di denaro troppo elevato secondo il consigliere.

“Più che un lutto da elaborare qui c’è un cerchio magico da mantenere, sistemiamo gli amici, diamo gli incarichi da 73 mila euro all’anno. Di fronte a questi incarichi, di fronte a quelle che erano le commissioni dirette ai ristoranti di famiglia, siamo qui per dire che c’è una parte di cittadinanza che queste cose non le accetta”, chiosa Papamarenghi.

“Ci vuole rispetto anche per i cittadini. Parliamo del 100% di tasse in più che devono pagare per finanziare queste iniziative, a partire dai 73 mila euro all’anno per pagare un portavoce”.

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