Domenica 19 giugno 2022, poeta il piacentino Stefano Torre sarà al festival internazionale di Poesia di Genova, intitolato PAROLE SPALANCATE e giunto alla ventottesima edizione.
L’incontro pubblico è previsto per le ore 18 al Peter Pan White, nei giardini intitolati a Giacomo Lercaro sul litorale di Genova Quinto.
L’occasione sarà quella della presentazione del volume antologico IL GOMMONE FORATO, curato da Tania Di Malta ed al quale ha partecipato con 5 poesie anche il poeta piacentino, notissimo in città per le sue performances surreali da candidato sindaco.
L’antologia, edita da puntoacapo, ha come sottotitolo: “la poesia civile del realismo terminale”, e raccoglie opere dedicate ad alcuni temi forti degli ultimi anni nell’ambito della giustizia sociale, dalla ricorrenza della morte di Giuseppe Pinelli, alla dipartita di Giulietto Chiesa, di Willy Monteiro Duarte e di Gino Strada, al ritiro dall’Afghanistan delle truppe occidentali, alle moltitudini di immigrati che affollano i campi al confine della Bosnia in condizioni disumane.
I nomi coinvolti nella raccolta sono prestigiosi, da Guido Oldani, padre fondatore del Realismo Terminale, a Giuseppe Langella, a Tania di Malta, a Brunivo Buttarelli e Gaetano Grillo su tutti.
Nella nota introduttiva, Tania Di Malta definisce l’antologia una sorta di Calendario da scorrere evento per evento, in modo critico, per ricordare chi eravamo e cosa ci è successo. Insomma, si tratta di un compendio utile per rileggere alcuni degli eventi degli ultimi anni con una chiave di lettura non proprio scontata ed anzi, estremamente critica della realtà attuale e dotata di una sorta di vis profetica che, seppur in modo non monolitico, comunque propone ottiche diverse per interpretare il mondo e la sua sorte.
Stefano Torre, oltre alla pubblicazione di due volumi con le raccolte: “Marinai e poeti sono tutti morti” ed il “cristallino di piombo”, ha partecipato con i suoi testi a numerose antologie, tra le quali ricordiamo: “Nascondere Nagasaki” ed “Hacker pentiti contro i realisti terminali” edite da Mursia. Ha inoltre pubblicato il volume: “Il principe di Danimarca”, con riflessioni sulla antropologia della contemporaneità. Suoi testi sono stati oggetto di numerosi Reading a festival poetici, e pubblicati su riviste letterarie e non, in Italia ed all’estero.
Nella antologia Il gommone forato, le sue poesie sono raggruppate con il titolo de, Il Metro, a voler significare il nuovo metro di misura dell’uomo, basato su scale valoriali differenti da quelle del passato.
Il Realismo Terminale, che trova nella poesia civile una sua naturale vocazione espressiva, è un movimento letterario ed artistico fondato nel 2010 da Guido Oldani, recente candidato al premio Nobel, che basa la sua ragion d’essere sulla constatazione del predominio degli oggetti, dei manufatti, rispetto alla natura.
È da qui che Oldani è partito per disegnare una vera e propria inversione dei termini di paragone, nella quale non sono più le Cose, gli oggetti, ad assomigliare alla natura ma viceversa.
Non è più l’auto da corsa a correre veloce come una lepre ma il contrario, perché è la lepre ad andare forte come un’auto. Non saranno più occhi azzurri come il cielo a farti innamorare, ma occhi chiari come perle o luminosi come lampioni, insomma l’uomo del terzo millennio ha bisogno di una raffigurazione che tenga conto del sopravvento della artificialità sulla naturalità, in una sorta di gara nella quale ciò che è artificiale corre spinto da un motore nuovo e potente, mentre la natura ha perso un cilindro nel suo motore ormai vetusto e bolso. Il sorpasso è inevitabile ed il distacco è sempre più grande.
Torre ha aderito al Realismo Terminale nel 2019, dopo aver conosciuto Guido Oldani e Tania Di Malta e da allora ha contribuito con la sua visione del mondo alla crescita del movimento.
Il punto di vista del poeta piacentino Stefano Torre è molto ben definito:
“Diciamo che ogni poeta o artista Realista Terminale ha una propria visione del mondo e delle problematiche che sta vivendo l’uomo contemporaneo, esprime quello che sente, che vede, mediato dalla propria sensibilità e dalla propria storia personale. In somma il mondo viene narrato da punti di vista anche molto diversi, accumunati però dal linguaggio utilizzato e da una sorta di visione profetica, poiché non basta narrare il presente, occorre proporre, seppur tra lerighe, una via d’uscita possibile da un miasma la cui tossicità è evidente a tutti.
Quindi il Realismo Terminale, ormai movimento pienamente maturo, sta prendendo tante strade, come preconizzato da Tania Di Malta, visto che si stanno presentando più bivi lungo il percorso. Tutto ciò arricchisce il movimento dotandolo della capacità di essere un vero e proprio caleidoscopio attraverso il quale osservare la realtà e concepire una nuova fondazione, in calcestruzzo, che sia base di una diversa umanità.
Io sono un complottista politicamente scorretto, mi piace mettere in discussione le cose, domandarmi cosa ci sia di sbagliato nella storia, nell’economia, persino nella astronomia che è una delle mie passioni più grandi, perché credo che sia giusto provare a verificare quel che diamo per assodato guardandolo da punti di vista differenti e magari tentare di utilizzare la fantasia. Provo meraviglia per quello che incontro lungo la mia strada, ogni volta che mi imbatto nel bello e mi innamoro, sia esso un oggetto, una persona o un fiore o qualunque altra cosa che di sorprendente e meraviglioso mi capita lungo il cammino.”
“Ed è da questo continuo sorprendermi che vien fuori il mio desiderio, d’essere un profeta, di poter offrire a chi si imbatte nei miei scritti, una via d’uscita possibile dai mali di cui soffre il mondo. Il mio punto di vista, frutto di un percorso personale emotivamente molto intenso, mi porta a dire che tutto passi attraverso una riscoperta della trascendenza, che a mio modo di vedere è l’esatto contrario del nichilismo, eletto ormai da anni a principe del mondo. Attraverso la religiosità, possiamo rimediare alla abnorme solitudine cui ci costringe la società del nichilismo. È questo il motivo per il quale utilizzo spessissimo nei miei testi poetici i riferimenti biblici, alla ricerca di qualcosa di sacro da restituire agli uomini.
Viviamo in una realtà che ci ha ridotto a numeri, a sigle alfanumeriche, come quelle del codice fiscale che io uso come firma, un mondo che ha raggiunto un livello di disumanità intollerabile e che ha bisogno di un cambio di rotta.
Purtroppo, quello che manca è una visione a lungo termine, senza la quale diventa impossibile immaginare, desiderare e operare ad un fine utile. Quindi ci arrabattiamo in un vivere giorno per giorno, senza futuro né passato.
Il compito del poeta non è dissimile da quello del sindaco giullare: scuotere la mente e far vibrare i cuori, alla ricerca dei tanti perché siamo diventati così, e di una profetica speranza nel futuro, ovvero restituire agli uomini la capacità di guardare nel tempo sia avanti che indietro.”
Ho perduto per colpa dell’arbitro
e mi ribello alla sentenza ingiusta
dopo aver dominato la partita
Il mio spirito muore di sete
che a questo matrimonio non hanno acqua
né Cristo tra i commensali ben vestiti
Disperato imparo il mio destino
che è l’esser diverso ed additato
crocifisso in su un Golgota di sterco
TRRSFN 17.1.2022
la paura tessuta nel sipario
ha ridotto a un tavolo da biliardo
la campagna al limitare di Kabul
con le buche lasciate dalle bombe.
al mercato vendo democrazia
mentre un muezzin cantilena di sacro
come disco music in sottofondo
e sorge il sole come una lanterna.
l’esercito che fugge in ritirata
lascia il cadavere dell’occidente
lì a prendere vermi ed a marcire.
è scesa la notte e ci son le stelle
TRRSFN, 4 settembre 2021
in memoria di Gino Strada
Le ferite si faran cicatrici
senza mai smettere di fare male
spurgano siero infetto senza sosta
tossico e fetido come vendetta.
Ma sei morto in un sacco di plastica
come immondizia per la discarica,
sotto I ferri dentro una tenda bianca
hai benedetto la disperazione.
Verità e menzogna stanno assieme
in prima fila al funerale in chiesa
a salutare un morto di paura
nel sacrosanto nome di libertà.
TRRSFN, 7 febbraio 2022
ASINTOTI NELL’INFINITO
In memoria di WILLY MONTEIRO DUARTE
Alta come la canna di un camino
Si innalza la fame di brutalità
Uccidere a calci placa la sete
In un deserto senza polle d’acqua
Le mani picchiano come martelli
Per non avere pietà e ammazzare
Poi nessuno potrà più dubitare
Della durezza immensa del tuo cuore
Come gli asintoti nell’infinito
In fine bene e male si toccano
Resta un sorriso che sale nel cielo
Ed un rimorso corrode l’anima
Come l’acido muriatico dentro
Quale pace per chi uccide un uomo?
TRRSFN, 17.9.2020
LE TORRI
in memoria di Giulietto Chiesa
le torri che vengono giù dal cielo
son la grande menzogna in bella vista
siamo tutti ciechi come gattini
peluche inumiditi di benzina
poi la terra è diventata piatta
per pagare il prezzo d’un’altra guerra
e salvare il culo della finanza
che il denaro è lo scopo ed il Dio
l’economia un empirico troiaio
che crea disperazione e povertà
come un gioco di magia sul palco
dove esser tra i poveri è la colpa
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