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Stefano Barilli ultime notizie – E’ terminato in tragedia il caso di Stefano Barilli, il ragazzo appena 23enne originario di Piacenza e scomparso in circostanze misteriose nei primi di Febbraio.
La sponda lodigiana del Po ha restituito il suo corpo senza vita nella tarda mattinata del 17 Aprile, più precisamente in località Punte a Caselle Landi, piccola cittadina della provincia di Lodi situata a pochi km dalla riva del fiume.
Il ritrovamento del cadavere è stato effettuato da un pescatore che, come dichiarato, inizialmente ha agito con circospezione e titubanza perché credeva si trattasse di un semplice manichino.
Dopo la segnalazione sul posto sono immediatamente giunti i Vigili del Fuoco, i carabinieri di Codogno e Sara Zinone, il sostituto procuratore.
Nonostante la madre del ragazzo, Natascia Barilli avesse dichiarato di: “Non avere certezza sull’identità” della salma anche a causa del macabro particolare dell’assenza della testa, la presenza di un biglietto in cui annunciava la volontà di compiere il gesto estremo e la carta d’identità chiusi con cura all’interno di un’apposita busta di plastica hanno fugato qualsiasi dubbio.
Ed è stato proprio la presenza del biglietto a fornire agli inquirenti la possibilità di effettuare una prima ricostruzione precisa dell’accaduto, c’era infatti scritto: “So che non capirete il mio gesto“.
L’ultima volta che era stato visto dai genitori era durante la tarda sera del 7 Febbraio, poco prima che si ritirassero a dormire. In quei giorni Stefano era appena tornato dalla Svizzera dopo un soggiorno di circa un mese e diverse testimonianze insistono nel tratteggiare una forte delusione conseguente quel viaggio.
Il giovane, poco prima della sua scomparsa, si era preoccupato di cancellare preventivamente tutti i suoi profili social e di portare con sé solamente una scheda sim, lasciando però il telefono a casa, e una carta di credito che, come emerso, è stata impiegata per il noleggio di un’automobile.
Nella sua stanza è stata ritrovata anche una lettera in cui dava precise disposizione su come i risparmi ottenuti grazie a qualche lavoretto saltuario fossero completamente destinati alla sorella con il preciso scopo di fornirle un aiuto concreto per i suoi studi universitari.
Stefano Barilli morto – L’esame autoptico sul corpo e il riconoscimento della madre
Si tratterebbe proprio di Stefano Barilli e si tratterebbe di suicidio. E’ quanto emerge dall’esame autoptico, condotto nell’istituto di Medicina Legale di Pavia, eseguito sul corpo ritrovato sabato scorso tra le acque del fiume Po a Caselle Landi, in provincia di Lodi.
L’autopsia ha avuto luogo oggi all’Istituto di Medicina Legale di Pavia. Il cadavere era privo di testa ma questo sarebbe dovuto alla corrente del corso d’acqua e all’esposizione prolungata tra le onde.
Gli esami, invece, non avrebbero rilevato segni di traumi o lesioni che potrebbero far pensare a un’aggressione. La madre del 23enne, scomparso da casa lo scorso 8 febbraio, avrebbe riconosciuto il figlio attraverso alcune cicatrici. Ormai non ci sono dubbi che il corpo appartenga effettivamente a Stefano Barilli.
Il corpo sarà comunque sottoposto al test del DNA per ulteriori conferme. Ora si cerca di capire cosa abbia spinto il giovane al tragico gesto.
Il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, come riportato anche da Radio Sound e Piacenza 24, ha precisato come: “Il biglietto rinvenuto ieri nei pantaloni addosso al cadavere ritrovato a Caselle Landi, nel Lodigiano, era, infatti, non solo all’interno di una busta di plastica chiusa ermeticamente ma, in più, il messaggio che preannunciava il tragico gesto risulta firmato“
Stefano Barilli morto – La stessa identificazione, processata mediante esami autoptici e successivo test del dna, è ormai fuori discussione: “La carta di identità del giovane cui si pensa appartenga il cadavere, cioè Stefano Barilli, 23 anni, scomparso dalla sua casa di Piacenza l’8 febbraio scorso, in più, non era nel portafogli ma chiuso insieme al biglietto in questa busta di plastica, come a non voler lasciare dubbi sull’identificazione“.
Dopo il ritrovamento sono in corso delle indagini volte a cercare di capire il movente che abbia portato il giovane ad allontanarsi, gli inquirenti si stanno concentrando specificatamente sul suo pc e in particolar modo sulla cronologia internet cercando anche il minimo indizio che possa far luce sulla vicenda.
Perché il corpo del giovane era privo della testa
Sicuramente il dettaglio che più ha sconvolto il pescatore autore del ritrovamento e la piccola realtà cittadina posta in prossimità del fiume è stato certamente l’assenza della testa.
E’ stato proprio questo particolare a spianare la strada alla diffusione delle più svariate ipotesi che sono poi convenute in quella che è l’unica realtà effettiva conseguente allo svolgimento di tutti gli esami del caso: la salma era priva di testa forse a causa dell’intervento dei predatori acquatici locali, specificatamente si pensa ai pesci siluro (Silurus glanis), e molto probabilmente anche di condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli lungo il tratto del fiume con presenza di rovi e massi. Non si esclude che la mancanza della testa possa dipendere da una zavorra legata al collo o dovuto alla corrente del corso d’acqua e all’esposizione prolungata del corpo, tra la corrente.
Proprio incastrato tra i rovi effettivamente è stato ritrovato il cadavere di Stefano Barilli e per quel che riguarda la presenza di eventuali predatori nel tratto incriminato è lo stesso procuratore ad avvalorare la tesi: “la testa non appare tagliata di netto ma, invece, vi sono lesioni compatibili con danni arrecabili dalla fauna acquatica. Nessun giallo sul fatto che il corpo fosse decapitato, i pesci hanno aggredito la parte più esposta“.
Stefano e Alessandro, i ragazzi scomparsi
Prima che la vicenda di Stefano si concludesse con il suo tragico ritrovamento, la trasmissione Rai “Chi l’ha visto?” si era occupata personalmente del caso.
L’occasione è sorta quando, durante una recente puntata, in studio è arrivata una segnalazione ben precisa proveniente da Milano in cui lo scatto di una foto, rivelatasi falsa, sembrava raffigurare proprio Stefano Barilli, ex nuotatore della Canottieri Piacenza, in compagnia di Alessandro Venturelli, un giovane di 21 anni originario di Sassuolo scomparso misteriosamente il 5 Dicembre scorso.
Contribuì ad alimentare questo clima di sospetti anche la testimonianza, dimostratasi poi fasulla, di una donna che su un social network dichiarò come avesse effettivamente parlato con i due ragazzi e addirittura sapeva dove si trovavano, avevano semplicemente deciso di trasferirsi per sfuggire alla noia della loro quotidianità.
In seguito alla segnalazione, la procura di Modena aveva tempestivamente aperto un’indagine per sequestro di persona a opera di ignoti.
Successivamente la presunta foto dei due giovani scomparsi aveva alimentato un circolo incontrollato di voci, gli stessi familiari ventilavano l’ipotesi che dietro la scomparsa ci fossero in realtà delle motivazioni non del tutto chiare, temendo fossero finiti vittima di un’organizzazione o una setta.
La madre, Natascia Barilli, aveva dichiarato: “Non sono i comportamenti di chi ha deciso di togliersi la vita, ma di chi non vuole lasciarsi niente alle spalle. Penso che ci sia dietro un’organizzazione, una psico-setta“.
Il ritrovamento del corpo avvenuto durante il pomeriggio del 17 Aprile ha decretato il triste epilogo della vicenda.
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