Stagione del Trieste 34, il 25 novembre in scena lo spettacolo “Mussolini” e il 26 “Viola e il bosco”.
25 novembre – ore 21,00 – Tom Corradini Teatro: MUSSOLINI
Gran Consiglio (Mussolini) nasce originariamente nel 2015 come spettacolo comicostorico diretto a un pubblico straniero e anglofono, successivamente riadattato in lingua italiana. Lo spettacolo è frutto di una ricerca storica approfondita sulla figura di Benito Mussolini, un leader controverso, dalla personalità poliedrica, che ha segnato la storia d’Italia e d’Europa.
Lo spettacolo analizza Mussolini dal punto di vista umano, mostrando per esempio le tecniche oratorie che Mussolini utilizzava – affinate grazie allo studio del libro “La Psicologia delle Folle” di Gustave Le Bon e che Mussolini conosceva a memoria – fino al suo rapporto con l’arte, la tecnologia e con la sfera affettiva.
Allo stesso tempo nell’arco di un poco più di un’ora si illustra dal punto di vista storico la sua infanzia e formazione socialista, il rapporto con Hitler e Winston Churchill, le leggi razziali, l’entrata in guerra, e l’inesorabile caduta e sconfitta.
Il tutto utilizzando il linguaggio del clown e del teatro-comico che consente di convogliare in forma leggera e facilmente fruibile argomenti che sono ancora oggi di attualità.
LO SPETTACOLO
24 luglio 1943 – Il Gran Consiglio del Fascismo si riunisce per discutere la deposizione di Benito Mussolini. Il Duce rinchiuso da solo all’interno del suo studio di Palazzo Venezia ricorda come il destino lo ha condotto, partendo da umili origini ad essere il capo supremo dell’Italia. Un’incredibile parabola che avrebbe ispirato l’ascesa al potere di Adolf Hitler e trascinato un uomo che si credeva un genio alla
26 novembre – ore 17,00 S.T.A.R. – VIOLA E IL BOSCO
«Viola era piccola come una castagna. E il bosco era grande. Grandissimo. E nel bosco c’erano tante strade. Come nella vita. Dove prima sei una bambina, poi diventi un po’ grande, poi ancora più grande. E poi incontri tante persone e ti succedono tante cose e poi… e poi…e poi ti accorgi che il bosco l’hai attraversato tutto. E tu? …e tu sei sempre rimasta piccola come una castagna.»
Viola racconta in terza persona di sé evocando la scansione dei momenti importanti della sua vita: quando è ancora una bambina, quando deve imparare cose difficili, quando arriva per lei il tempo di sposarsi e poi di invecchiare. E poi… Lo fa con uno sguardo universale verso un bosco-mondo che è poi la vita. Il racconto di Viola vive della scansione temporale degli appuntamenti di una vita che è la sua, ma potrebbe essere quella di ciascuno di noi.
Le fasi del racconto vengono evocate sulla scena da un affresco di azioni accompagnate da: un concerto di oggetti color pastello; il suono di parole essenziali, il prendere vita di dialoghi che arrivano da un tempo lontano, l’odore di pioppo abete e pino, le corde di una chitarra. I temi affrontati LA SOLITUDINE Il procedere di Viola all’interno del bosco-mondo è un procedere solitario. Nel bosco si vivono relazioni, ritmi, azioni e oggetti di un mondo in netto contrasto con il piccolo giardino in cui Viola si rifugia e si prende il tempo per le piccole
cose: un vasetto con un fiore, alcuni semi, una collezione di sassolini, per non perdersi. LA CICLICITÀ DELLA VITA Questa storia inizia due volte. Prima inizia con la storia di Viola e, alla fine, inizia con chi verrà dopo di lei: troverà le sue tracce, avrà un carattere simile o diverso dal suo, troverà quella castagna lasciata nel bosco da Viola, che quando diventa vecchia (“quando diventa nonna…” citando alcuni bambini con cui abbiamo giocato e abbiamo confrontato questa storia) immagina la vastità del cielo, la sua prossima avventura. IL BOSCO «Uno…sette…oggi…ieri… Un pensiero tra i pensieri. Come faccio col mio dito A contare l’infinito?» Il bosco è il luogo della metafora della vita di Viola nelle sue relazioni con il mondo esterno. La sua avventura-vita nel bosco non può fare altro che procedere di pari passo con l’evoluzione del suo mondo più intimo. Il suo piccolo giardino segreto, in cui la vita accade e procede con un ritmo lento e delicato, come la cura che mette un bambino nel far crescere il suo primo fiore.
IL CAMBIAMENTO «L’orologio si è stancato Fa “tic tac” sempre più piano.»
La vita di Viola scorre inesorabile in scena e arricchisce di consapevolezza il suo mondo interiore: è simboleggiato da un palcoscenico sul palcoscenico, un palco in miniatura, ovvero una cassetta-giardino che racconta le stagioni di vita di una piccola pianta.
Il mondo esterno vede invece l’accumulo scomposto di oggetti-simbolo: sono il frutto lasciato cadere a terra da azioni e personaggi che portano Viola a diventare grande. Grande come il cielo?
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