A seguito della commissione, richiesta dal PD, per discutere in ordine alla clausola sociale inserita nell’ultimo Bando di gara per l’affidamento della gestione di Spazio 4.0, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Sara Soresi e Gloria Zanardi hanno presentato un’interrogazione sulle eventuali nuove assunzioni dell’attuale gestore.
“Come già evidenziato in più occasioni – precisano Soresi e Zanardi – l’attuale gestore di Spazio 4.0 non ha rispettato la clausola sociale contenuta nel capitolato speciale di appalto (art. 13) il quale prevedeva che l’aggiudicatario del contratto di concessione fosse tenuto ad assorbire prioritariamente nel proprio organico il personale già operante alle dipendenze del gestore uscente, così come previsto dalla normativa”.
“Stante le motivazioni offerte dall’attuale concessionario in merito al non rispetto della clausola sociale – continuano i consiglieri di Fratelli d’Italia – riteniamo opportuno verificare se, dal mese di settembre 2020 al mese di aprile 2021, RTI abbia assunto nuovo personale, quale tipologia contrattuale abbia applicato e se siano state impiegate risorse in cassa integrazione”. Per le due rappresentanti di Fratelli d’Italia nei banchi di palazzo Mercanti l’atto pone un ulteriore interrogativo e quindi domandando “se, al momento della partecipazione al bando, RTI era a conoscenza dell’impossibilità di rispettare la clausola sociale stante la situazione di crisi legata a COVID 19 e la presenza di numerosi Educatori in cassa integrazione”. Soresi e Zanardi incalzano: ”Fare chiarezza su tali circostanze è imprescindibile, soprattutto a seguito del confronto in commissione consigliare, quest’ultima richiesta a fini meramente polemici e strumentali dal PD cittadino che, purtroppo, pare rimasto oltremodo deluso dalle risposte puntuali e solide fornite dagli uffici e dall’amministrazione. Così come alcuni sindacati che sembra non abbiano ancora compreso la differenza tra gestione del centro affidata ai volontari e l’accoglienza minori affidata ad educatori qualificati, confondendo i requisiti professionali con il professionismo che, invece, identifica l’attività prevalente”. “Il lavoro – concludono Soresi e Zanardi – va difeso sempre ed in coerenza con le norme, non a corrente alternata”.
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