Operazioni inquinanti senza rispettare le norme ambientali. Nei guai azienda piacentina. Le indagini della polizia locale sono iniziate circa due mesi fa. Una pattuglia, durante un servizio di monitoraggio del territorio, transitava nella zona di Le Mose, nei pressi del cimitero comunale. All’improvviso un forte odore di sostanze chimiche ha sollevato i sospetti degli agenti. L’odore proveniva da una ditta dedita alla lavorazione di componenti in metallo. A quel punto il Nucleo Tutela Ambientale della Polizia Locale ha iniziato una serie di appostamenti per capire come potessero sprigionarsi quelle anomale esalazioni nell’aria. In effetti i dubbi erano ben riposti.
La lavorazione
In sostanza la lavorazione dei metalli praticata dall’azienda si svolgeva in due tranche. La sgrassatura del componente e la verniciatura. La sgrassatura avveniva spruzzando sulle parti interessate un potente solvente industriale attraverso un vaporizzatore, il tutto all’aria aperta. Da qui le esalazioni che stavano causando numerosi disagi ai residenti. Non solo. Il liquido in eccesso che colava dalle parti metalliche percorreva apposite canaline sul pavimento fino a terminare all’interno di una cisterna. Cisterna il cui coperchio, però, è risultato logorato e danneggiato, inadatto a contenere le sostanze in sicurezza.
La verniciatura, invece, avveniva all’interno di una stanza al chiuso, secondo le regole. Gli agenti, però, sospettano un utilizzo scorretto delle cappe di assorbimento dei vapori tossici. A tutto questo si aggiunge il mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza da parte dei sette lavoratori della ditta; il più attrezzato di questi si limitava a utilizzare una tuta e una mascherina. In alcuni casi, invece, gli agenti hanno sorpreso i dipendenti intenti a lavorare in maglietta e pantaloni, incuranti della tossicità delle sostanze impiegate.
Lo stoccaggio e smaltimento dei rifiuti
Oltre alla cisterna danneggiata, gli agenti hanno scoperto che i rifiuti nocivi non venivano stoccati e rimossi secondo le procedure previste; le scorie venivano conservate in maniera irregolare e poi gettate semplicemente nei cassonetti dell’indifferenziata.
A quel punto gli agenti sono intervenuti e ora l’amministratore unico dell’azienda si trova indagato per una serie di gravi reati. Dall’immissione nell’aria di sostanze tossiche all’irregolare smaltimento di rifiuti pericolosi. Rischia ammende per decine di migliaia di euro.
Ora sono in corso accertamenti da parte di Arpae per capire la reale natura e composizione chimica del solvente industriale spruzzato nell’aria. A tal proposito si aggiunge un ulteriore illecito. A giudicare dalla scheda tecnica applicata al serbatoio, infatti, pare che l’azienda non fosse autorizzata a utilizzare quella specifica sostanza. Ma, come detto, accertamenti sono in corso.
“La polizia locale si conferma motivo d’orgoglio per l’amministrazione comunale” commenta Luca Zandonella, assessore alla Sicurezza. “Considerata l’importanza che riveste il Nucleo Tutela Ambientale per l’intera comunità, abbiamo deciso di potenziare questa sezione attraverso l’acquisto di strumentazioni all’avanguardia come telecamere e software”.
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