“Mentre si annunciano grandi investimenti per un nuovo ospedale innovativo e tecnologico, la realtà dei servizi sanitari territoriali a Piacenza è sempre più drammatica. La situazione dei consultori è diventata insostenibile e la qualità dell’assistenza sta crollando a causa di una gestione disastrosa delle risorse umane”. Così in una nota Sara Soresi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia.
Secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, dovrebbe esserci almeno un consultorio ogni 20.000 abitanti, ma a Piacenza, con oltre 100.000 abitanti, ne esiste uno solo. E se il problema della carenza di strutture è evidente, quello del personale lo è ancora di più: fino allo scorso anno erano in servizio nove Medici ginecologi, oggi, dopo i recenti pensionamenti e un licenziamento volontario, da maggio saranno solo quattro medici a gestire il consultorio di Piacenza (ma anche tutta la provincia di Piacenza).
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. A fianco di servizi indifferibili e non procrastinabili che vengono comunque garantiti (assistenza alla gravidanza, lo screening e l’ambulatorio di interruzione volontaria di gravidanza) che vengono portati avanti, seppure con un estremo iper lavoro da parte degli operatori ancora in servizio, sono crollate le attività differibili inerenti prevalentemente l’area ginecologica.
L’ambulatorio di contraccezione delle giovanissime è sovraccarico, a libero accesso al pomeriggio ma con attese interminabili per l’utenza che sovraffolla la sala d’attesa per ore.
L’ambulatorio per la menopausa è stato smantellato da oltre un anno, mentre quello per i giovani adulti, nato per garantire la contraccezione gratuita fino ai 26 anni ma anche per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, la diagnosi del dolore pelvico cronico e l’inquadramento dell’infertilità, è praticamente inesistente: la lista d’attesa è infinita, le pazienti vengono richiamate in ritardo e sono costrette a passare dal medico di base e poi al CUP, con tutte le difficoltà del caso.
Particolarmente grave è attualmente la situazione delle visite ginecologiche programmate: fino a poco tempo fa si contavano diversi ambulatori a settimana di ginecologia a prenotazione diretta presso consultorio compreso un ambulatorio di sabato mattina, con una lista d’attesa di circa due mesi. Oggi ne resta uno solo, il mercoledì. Se una donna prenota oggi, il primo appuntamento disponibile è a gennaio 2026. L’unica alternativa è passare dall’ ambulatorio CUP attivo solo di sabato mattina, con l’obbligo di un’impegnativa del medico di base, un ostacolo ulteriore soprattutto per le giovani che vogliono mantenere la privacy sulle proprie scelte sanitarie.
Ci si chiede quanto questo clima difficile e sovraccarico abbia pesato sul fatto che, dai diversi concorsi fatti, non sia emersa nessuna figura professionale che – pur essendo in graduatoria – abbia accettato di lavorare in Asl e nella fattispecie sul territorio.
Questa stessa incapacità gestionale pesa da tempo anche sui dipendenti ASL che operano nel carcere di Piacenza, costretti a turni massacranti per la cronica carenza di personale.
Tutto questo mentre si parla di un grande ospedale del futuro. Ma quale futuro vogliamo costruire se non siamo nemmeno in grado di garantire il funzionamento e il potenziamento dei servizi già esistenti? La sanità piacentina merita risposte concrete e una gestione più attenta alle reali necessità dei cittadini”
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