Venerdì 3 marzo ricorre la seconda Giornata di sensibilizzazione dell’udito. Il tema di quest’anno è Un udito sano per tutti, facciamo in modo che diventi realtà. L’Ausl di Piacenza aderisce anche quest’anno all’iniziativa, che in Italia è coordinata dalla Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCF), di cui il direttore di Otorinolaringoiatria Domenico Cuda, dell’Ausl di Piacenza, è stato past president. Per arrivare a un udito più sano per tutti, è fondamentale il coinvolgimento di medici e pediatri di famiglia, che saranno quindi interessati anche a livello locale.
Per sensibilizzare anche la cittadinanza sul tema, l’Azienda ha promosso un incontro dedicato alla giornata, occasione per ricordare che il reparto di Otorinolaringoiatria di Piacenza è tra i centri più attivo nell’applicazione di protesi cocleari in Italia.
La situazione a Piacenza
Si stima che il 4% della popolazione adulta abbia un problema di udito grave o importante con conseguenze sull’attività sociale, lavorativa e sanitaria. A Piacenza, quindi, si può pensare che siano interessate circa 10-15mila persone.
I soggetti anziani con ipoacusie gravi tendono a perdere autonomia e allontanarsi dalle iterazioni sociali, il che provoca, come conseguenza, un più repentino decadimento cognitivo e l’isolamento mentale.
Se si analizza invece l’età pediatrica, si calcola che 1 neonato su mille e 5 bambini nella fascia di età tra gli 0 i 3 anni presentino problemi ipoacusia importate. Numeri che salgono a 1 su 20 in età prescolare e scolare con conseguenze che possono essere anche significative sullo sviluppo del linguaggio e sull’apprendimento.
Il ruolo di medici di famiglia e pediatri
Le malattie dell’orecchio e la sordità sono un problema che non ha età, ma che ha modalità di individuazione e di cura differenti a seconda della fascia di età. Serve quindi una strategia di prevenzione capace di intercettare l’eventuale problema il prima possibile per riuscire a trattarlo nel migliore dei modi. Per arrivare a un udito più sano per tutti, è, quindi, fondamentale il coinvolgimento di medici e pediatri di famiglia.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 60% della gestione delle malattie dell’orecchio dovrebbe avvenire nell’ambito delle Cure primarie: il ruolo di sentinelle della salute dell’udito è incarnato dai medici di famiglia e dai pediatri. Fin dal 2004, e quindi ben prima dell’inserimento nei Lea del 2013, l’Azienda Usl di Piacenza fu antesignana in regione per l’introduzione dello screening dell’udito universale su tutti i neonati, che prosegue tutt’ora.
Successivamente il monitoraggio dello stato di salute dell’udito di bambini e adulti è affidato a pediatri e ai medici di famiglia Di qui la necessità di sensibilizzare questi professionisti a tenere alta l’attenzione. Se i bilanci di salute che seguono le fasi evolutive dei bambini dagli zero a i 14 anni, prevendono prove periodiche per la sorveglianza del corretto sviluppo dei comportamenti uditici e del linguaggio, più complesso è il monitoraggio degli adulti.
Patto per la Salute dell’orecchio e dell’udito
Nei giorni scorsi, inoltre, il direttore di Otorinolaringoiatria di Piacenza ha partecipato alla firma del “Patto per la Salute dell’orecchio e dell’udito”, che si è svolta in Senato a Roma alla presenza delle istituzioni rappresentate dall’onorevole Ugo Cappellacci, presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, senatore Franco Zaffini presidente della Commissione Affari sociali e Lavoro del Senato della Repubblica, e in collegamento video l’onorevole Marta Schifone capogruppo della XI Commissione parlamentare alla Camera – Lavoro pubblico e Privato e componente della XII Commissione della Camera – Affari sociali.
“Il patto sottoscritto dalle Società medico scientifiche coinvolte nelle cure primarie del Sistema sanitario nazionale – sottolinea il dottor Cuda – è un documento articolato in 10 punti scritto a tutela della salute uditiva di tutti: bambini, adulti, anziano. L’obiettivo è la promozione della cultura e della pratica della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie dell’orecchio. La diagnosi è un fattore chiave su cui è necessario lavorare, se tardive portano a conseguenze non sempre rimediabili per i pazienti, se superficiali mettono a rischio la salute delle persone: come il caso di pazienti che indossano apparecchi acustici e sono inconsapevoli portatori di malattie operabili, tumori o sindromi rare e potenzialmente molto gravi. È bene ricordare che la sordità di per sé non esiste, esistono le malattie dell’orecchio con conseguenti disturbi uditivi; come tutte le malattie esse possono essere prevenute, diagnosticate e trattate in ambiente medico”.
Una strategia di prevenzione
Serve quindi una strategia di prevenzione capace di intercettare l’eventuale problema il prima possibile per riuscire a trattarlo nel migliore dei modi. Per arrivare a un udito più sano per tutti, è, quindi, fondamentale il coinvolgimento di medici e pediatri di famiglia.
“Teniamo presente che dovremmo parlare di giornata dedicata all’udito e all’orecchio, dal momento che i problemi all’udito sono sintomi di problemi che hanno coinvolto proprio l’orecchio”, specifica Cuda.
“Si tratta di problemi che hanno un fortissimo impatto socio-economico: in Italia si stima che i costi associati a queste problematiche si aggirino intorno ai 37 miliardi di euro. Pensiamo alla sordità infantile che limita lo sviluppo e il pieno raggiungimento del potenziale di un bambino, alla sordità adulta che limita le attività lavorative, pensiamo gli anziani che a causa della sordità scivolano verso la depressione, l’isolamento e la demenza senile. Detto questo, vogliamo rimarcare l’efficacia delle strategie di prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato a lavorare in maniera coordinata e razionale su queste tematiche: in questo modo i costi possono essere ridotti di diciotto volte. Questo è l’aspetto di base”.
Il ruolo dei medici, il ruolo dei cittadini
“Queste patologie possono essere affrontate soprattutto a livello di cure primarie. In questo senso assumono un ruolo cardinale i medici di medicina generale, i pediatri e i geriatri che hanno la possibilità di intercettare precocemente il problema. Si tratta di sensibilizzare la cittadinanza, certo, ma anche la stessa classe medica a non sottovalutare i problemi uditivi”.
Il dottor Cuda, inoltre, riferirà della sua partecipazione a un incontro in Senato, in calendario appena prima della giornata dell’Udito, in cui diverse società scientifiche italiane, coordinate dalla SIOeChCF, proporranno al sottosegretario Marcello Gemmato un patto per la salute dell’orecchio e dell’udito, un documento condiviso finalizzato alla sensibilizzazione sul tema delle malattie dell’orecchio e dei conseguenti disturbi uditivi in tutte le fasce d’età.
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