Riceviamo e pubblichiamo la nota della Cisl in merito a un episodio avvenuto a Piacenza e che ha visto protagonista Adiconsum.
LA NOTA DELLA CISL
Si potrebbe chiamare Antonio il concittadino che, mentre era nel parcheggio di un centro commerciale, nel dicembre del 2020, ha subito il furto con destrezza del bancomat e carta di credito (relativi a due primari istituti bancari italiani): in poche ore, i ladri sono riusciti ad effettuare diversi prelevamenti, sottraendo uno somma complessiva superiore a 5 mila euro. E’ stato solo il giorno successivo che Antonio si è accorto di non avere più con sé le carte: subito ha effettuato i controlli, visualizzando le operazioni. Da qui la denuncia di furto presso la caserma dei carabinieri di Piacenza, anche per disconoscere gli addebiti subiti presso le banche interessate. Nei giorni successivi il sig. Antonio ha provveduto a inviare raccomandata alle banche per chiedere il rimborso di quanto in modo fraudolento gli era stato sottratto specificando che i codici non erano custoditi vicino alle carte (come appunto deve essere).
Gli istituti di Credito interessati hanno però risposto che non erano in grado di provvedere alle richiesta di rimborso in quanto si poteva supporre che le operazioni effettuate e disconosciute dal sig. Antonio, erano avvenute a seguito della mancata e corretta custodia dei codici segreti ( i così detti PIN ). Lo sviluppo della pandemia ha poi forse contribuito a fare decantare la situazione per alcuni mesi. Si giunge quindi alla primavera del 2022 quando il signor Antonio, ancora poco convinto dalla tesi comunicatagli dagli Istituti di Credito, ha deciso di presentarsi presso gli uffici di Piacenza di Adiconsum, a cui si è iscritto. Ad un primo esame dei documenti consegnati e del tempo trascorso hanno portarono gli esperti dell’Associazione a formulare alcune perplessità, perché in quel momento non era possibile ricorrere all’ Arbitro Bancario Finanziario, in quanto scaduti i termini previsti dal regolamento che indicano la possibilità di fare il ricorso solo se non trascorsi più di 12 mesi dalla risposta negativa da parte degli Istituti di Credito.
Lo staff di Adiconsum ha trovato la soluzione invitando l’iscritto a presentare una nuova domanda di rimborso agli Istituti di Credito con cui intratteneva i rapporti. Nel caso la risposta fosse stata ancora negativa il nostro assistito avrebbe potuto inoltrare reclamo all’Arbitro Bancario Finanziario per demandare a tale organo la soluzione della vertenza. Così è stato. Dopo un mese circa, come previsto, gli Istituti di Credito hanno comunicato che non era possibile riconoscere un risarcimento. Vista la risposta negativa gli operatori di Adiconsum hanno preparato e inoltrato il reclamo all’ Arbitro Bancario Finanziario, chiedendo per conto dell’associato il rimborso delle somme prelevate con l’utilizzo del bancomat e delle carte di credito, producendo la documentazione e le spiegazioni di quanto avvenuto a seguito del furto subito.
Dopo l’istruttoria svolta dall’Arbitro Bancario Finanziario e le controdeduzioni fornite sia dagli Istituti di Credito che da Adiconsum , l’Arbitro Bancario ha riconosciuto all’assistito di Adiconsum il rimborso parziale di quanto sottratto in modo illecito ( 3.800 €, su 5.000 ) disponendo che gli Istituti di Credito provvedessero ad accreditare tali somme e al rimborso delle spese sostenute per il reclamo.
“Sicuramente, fa presente Aurelio Carlo Vichi, presidente Adiconsum Parma Piacenza, questa decisione rende merito al lavoro degli operatori però è giusto ricordare che non sempre gli esiti dei reclami inoltrati all’Arbitro Bancario Finanziario sono favorevoli, in quanto spesso rilevano comportamenti non corretti nell’uso e nella conservazione dei codici segreti ( PIN ) delle carte di debito e di credito da parte degli utilizzatori. Come Associazione raccomandiamo sempre di adottare, visto anche il proliferare dei furti, la massima attenzione nella cura e nella conservazione dei codici segreti (PIN) che non devono mai essere posti vicini alle tessera o essere collocati in posti facilmente rilevabili e adottare i sistemi di allerta che gli Istituti di Crediti offrono e che informano tramite messaggi sms il titolare delle carte dell’ utilizzo di tali strumenti in modo non autorizzato”.
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