Con la decisione assunta dalla cabina di regia per la siccità, l’Emilia-Romagna ha dichiarato lo stato di crisi regionale. Passo successivo, la richiesta dello stato di emergenza nazionale. L’azione è in linea con quanto richiesto anche dal tavolo urgente, convocato via web, tra tutti i rappresentanti territoriali di Confagricoltura che si è tenuto ieri 21 giugno.
La criticità della situazione in cui versa il settore primario a causa dello stress idrico è stata affrontata durante la diretta streaming tra la componente di Giunta di Confagricoltura, la piacentina Giovanna Parmigiani, e i rappresentati territoriali di tutte le regioni d’Italia della Confederazione. Un incontro che è stato il prosieguo del lavoro della Giunta nazionale di Confagricoltura tenutasi il giorno precedente. Al collegamento via web, per Confagricoltura Piacenza, hanno partecipato il presidente Filippo Gasparini e la responsabile della comunicazione Elena Gherardi.
Dalla riunione sono emerse alcune chiare richieste nei confronti del Governo. Per Confagricoltura è necessario che venga dichiarato lo stato di emergenza per la gestione della risorsa idrica e di calamità naturale per il settore agricolo. Altrettanto urgente è il rilascio per uso irriguo delle acque dai bacini idroelettrici anche se in questa annata, in cui si chiede di produrre di più, c’è pure rischio di carenza energetica. L’incremento del prelievo di acqua dovrà essere effettuato anche attraverso deroghe al deflusso minimo vitale dei fiumi prevedendo, per almeno 60 giorni, una riduzione del 70% degli attuali livelli.
Confagricoltura, inoltre, chiede una proroga del credito in favore delle imprese agricole per affrontare i costi di irrigazione destinati a raddoppiare. Sul medio e lungo periodo, per Confagricoltura è fondamentale realizzare le infrastrutture irrigue previste dal PNRR e avviare una rimodulazione del Piano per recuperare ulteriori risorse da destinare all’emergenza.
La crisi della siccità è non solo italiana, ma riguarda molti altri Paesi membri della Ue. A riguardo, in Spagna, il governo ha già deciso di intervenire a sostegno delle aziende agricole con un fondo da 400 milioni di euro.
“Chiediamo infrastrutture – ha detto Parmigiani – e con infrastrutture intendo “dighe”, non dobbiamo avere paura di dire questa parola, perché, di fatto, un piano idrico nazionale richiede interventi di questo tipo e, quanto ai tempi, si faccia come per il ponte Morandi di Genova. Lì si è intervenuti in tempi record per garantire la viabilità della città, qui ci sono in gioco l’approvvigionamento d’acqua per l’agricoltura e anche per la popolazione. Senz’acqua non si produce e non ci può essere vita, non esiste risorsa più necessaria”.
Sulla stessa linea anche il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini che ha sottolineato: “Gestiamo l’emergenza con le richieste che l’emergenza impone, ma poi programmiamo. Lo ribadisco: al nostro territorio servono una diga in val Nure e una in Val trebbia. Dobbiamo demolire la normativa acque e la folle regolamentazione del Dmv. Siccome non bastava il buon senso e la memoria dei nonni a documentare che i nostri fiumi sono torrenti, lo hanno dimostrato anche studi tecnici. È una follia rilasciare acqua per un torrente che per sua natura è asciutto in estate. Abbiamo chiesto di utilizzare la mediana invece della media come parametro per calcolo del Dmv, in questi anni abbiamo fatto innumerevoli proposte: c’è un muro di ostruzionismo. Ci dicono di implementare la tecnologia, ma come ha ricordato Parmigiani, da anni Confagricoltura ha avviato una stretta collaborazione con l’Ambasciata di Israele per far conoscere alle nostre imprese le migliori e più avanzate tecnologie che consentono di risparmiare acqua nei processi di produzione e numerose nostre imprese hanno già messo in campo il top della tecnologia. Quello che la tecnologia offre nelle nostre aziende c’è. Potremmo migliorare un po’ utilizzando i risultati della selezione varietale, ma anche qui l’alzata di scudi ideologica ci frena. Dobbiamo deregolamentare abolendo la malaburocrazia e dare fiducia a scienza e tecnologia. Da uomo credente – ha concluso – preghiamo pure per la pioggia, ma la soluzione del problema viene dalle capacità di gestire la natura e dal libero arbitrio di fare scelte che non ci uccidano”.
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