Siccità, la Provincia: “Bene il rilascio aggiuntivo dal Brugneto, ma occorre dimezzare il deflusso minimo vitale per i fiumi”

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Il rilascio di 700mila metri cubi d’acqua in più dalla diga del Brugneto e le modalità istituzionali dell’incontro in cui si è discusso di questo sono al centro degli interventi di Franco Albertini, presidente facente funzione della Provincia, e di Giampaolo Maloberti, consigliere provinciale con delega ai Rapporti con la Regione in materia di Agricoltura.

«È stato deciso – spiega Maloberti – di rilasciare dall’invaso del Brugneto 700mila metri cubi di acqua in aggiunta al rilascio previsto dal disciplinare, che è pari a 2,5 milioni di metri cubi, che è stato effettuato tra fine giugno e inizio luglio. Il rilascio aggiuntivo concesso dalla Regione Liguria, che ringraziamo perché fin dal 2017 si è dimostrata particolarmente sensibile rispetto a queste problematiche, è molto importante non solo a fini irrigui, ma anche perchè contribuisce a mantenere un certo livello di approvigionamento delle falde acquifere che vengono utilizzate a fini idropotabili. Il problema è che l’applicazione rigida del DMV (deflusso minimo vitale) non permettere di utilizzare l’acqua per irrigare. Oggi il DMV in Trebbia è di 1000 litri al secondo: avendo ora il Trebbia una portata molto ridotta, per effetto della siccità, si corre il rischio che l’acqua rilasciata dal Brugneto non possa essere prelevata dai vari consorzi irrigui, ma che debba invece proseguire il suo percorso nell’alveo del fiume».

Secondo Maloberti «Il DMV è una regola che non deve essere applicata a fiumi come i nostri e a tutti quelli a sud del Po, che hanno carattere torrentizio. Un esempio classico è il Nure che, pur non essendo in questo momento interessato da nessun prelievo a scopo irriguo, “va in asciutta” naturalmente. Anche il Trebbia, oggi, nonostante l’applicazione del DMV subisce la stessa sorte prima di poter sfociare in Po».

Cosa fare, allora? «Chiediamo – prosegue Maloberti – una riduzione drastica del DMV, almeno un dimezzamento dell’attuale valore (1000 litri/secondo), affinchè il rilascio di 700mila metri cubi possa veramente contribuire all’irrigazione. Ricordo che siamo in un momento di criticità dal punto di vista dell’approvigionamento alimentare, e che il pomodoro – che ha bisogno di acqua – genera su Piacenza e provincia un indotto notevole dal punto di vista occupazionale, e quindi sociale, ma anche che gli agricoltori usano l’acqua con parsimonia, in quanto irrigare è un costo. Non dimentichiamo che anche la rete di canali irrigui, che in questo momento sono asciutti, hanno una loro fauna e una loro flora che necessitano di acqua: è essenziale tener conto di tutti questi elementi».  

Un’osservazione di natura istituzionale rispetto all’incontro di lunedì scorso tra le Regioni Liguria ed Emilia-Romagna e il Comune di Piacenza, rappresentato dal sindaco Katia Tarasconi, arriva da Franco Albertini, presidente facente funzione della Provincia: «Se è vero che né Comune né Provincia hanno competenze dirette in materia, ma indirette sì, è altrettanto vero che le decisioni sul rilascio aggiuntivo dalla diga del Brugneto hanno un rilievo territoriale certamente sovracomunale. Per questo, a mio avviso, la Provincia – per il suo specifico ruolo di Casa dei Comuni – doveva essere invitata: non averlo fatto è una mancanza di rispetto istituzionale che sarebbe stato meglio evitare».

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