L’apertura del festival è affidata a un’icona del cinema italiano, l’attore, autore e regista Sergio Rubini che presenta a Veleia (in versione speciale) domenica 18 luglio alle ore 21 30, il suo nuovo esilarante spettacolo “RISTRUTTURAZIONE. Da Vitruvio ad odierne disavventure casalinghe”.
Dopo anni passati a pagare l’affitto, metti che un bel giorno ti svegli e decidi di starla a sentire quella vocina che da anni ti dice di fare quel passo che non hai mai avuto il coraggio di fare: metterti sulle spalle un mutuo e comprare finalmente una casa tutta tua.I benefici di essere proprietario di un immobile li conoscono tutti.
Ciò che nessuno dice sono i sicuri disastri a cui andrai incontro il giorno in cui deciderai di mettere quell’unico bene che possiedi nelle mani di una ristrutturazione, scoprendo una realtà distante dalle teorie dei manuali di architettura, a partire dal più antico, il De Architectura di Vitruvio.Ristrutturazione è il racconto appunto, in forma confidenziale, della ristrutturazione di un appartamento, un viavai di architetti e ingegneri, allarmisti e idraulici, operai e condòmini. Una pletora di personaggi competenti e incapaci, leali e truffaldini, scansafatiche ed operosi fino all’esaltazione che si avvicendano nella vita dello sfortunato padrone di casa stravolgendola senza pietà.E questa vita sconvolta lo è ancor di più se i padroni di casa sono due, un Lui e una Lei, con i loro diversi punti di vista, la loro diversa capacità di resistere all’attacco quotidiano delle truppe corazzate che trasformano il loro “nido” in una casa occupata. E quando il tubo di scarico si intasa allagando la camera da letto, sembrerebbe che anche le fondamenta che reggono la stabilità della coppia stiano per cedere…
Accompagnato e intervallato dai motivi e dalle atmosfere di una band musicale – i Musica da ripostiglio reduci da collaborazioni importanti con Pierfrancesco Favino, Isabella Ferrari, Claudio Santamaria, Giuliana De Sio… – il racconto prende il via da molto lontano: una prima casetta a Roma, un seminterrato con un problema idraulico per il quale si offre di dare una mano un maldestro autista di cinema che finirà per trasformare il seminterrato in una piscina; e poi il bell’attico tra i tetti della capitale dall’affitto galattico dove però non funziona niente, dal citofono all’acqua calda. Per finire con l’acquisto tanto desiderato di una casa propria, la prima casa, ed è allora che il fenomeno della ristrutturazione si abbatte sui due sventurati inesorabilmente.Una vasca da bagno da costruire in loco, delle tende frangisole automatizzate, l’installazione dell’allarme e delle relative telecamere, l’azzeramento di un vergognoso odore di fogna che non molla la presa per ben trenta giorni, sono le stazioni attraverso le quali si snodano le vicissitudini del protagonista e della sua compagna che a loro volta vengono fuori da quel turbinio di eventi, stressati ma ristrutturati… Se non che l’arrivo della pandemia azzera tutto, imponendo nuove regole e nuovi codici: un nuovo mondo che necessita a sua volta di una ristrutturazione profonda e collettiva per poter ricominciare a girare.
Attore, regista, sceneggiatoreFiglio di un capostazione, Rubini nasce a Grumo Appula (Bari). Nel 1978 dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. All’inizio degli anni ’80 comincia a lavorare con i registi teatrali Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Enzo Siciliano, Franco Però, Ennio Coltorti. Dopo alcune esperienze da regista radiofonico, esordisce sul grande schermo da protagonista nel 1985 con Figlio mio infinitamente caro, per la regia di Valentino Orsini. Nel 1987 viene scelto da Federico Fellini perIntervista (nel ruolo del suo alter ego da giovane) e nello stesso anno prende parte all’opera prima di Giuseppe Piccioni, Il grande Blek. Nello stesso periodo collabora con l’autore teatrale Umberto Marino interpretando alcune sue commedie (La Stazione, Perché avrei dovuto sposare Angela Marvulli, Il sax, Non mi chiamo Ramon e non ho mai organizzato un golpe alle Maracas, Ce n’est qu’un début) e mette in scena, come regista e interprete, Italia-Germania 4 a 3.
Tra i lavori teatrali di quegli anni si segnalano le opere di due autori che porterà per la prima volta in Italia: American Buffalo di David Mamet (come interprete) e La notte è la madre del giorno di Lars Noren di cui è interprete e regista. Nel 1989, in seguito all’incontro con il giovane produttore Domenico Procacci, debutta come regista con La stazione, film tratto dall’opera teatrale, vincendo numerosi premi: il Nastro d’Argento, il David di Donatello, il Globo d’Oro, la Grolla d’Oro, il Ciak d’Oro, e nel 1990, alla 47° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Kodak-Cinecritica e il Premio FIPRESCI (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) per il Miglior Film alla Settimana Internazionale della Critica.
Come regista cinematografico e sceneggiatore ha diretto: La stazione, La bionda, Prestazione straordinaria, Il viaggio della sposa, Tutto l’amore che c’è, L’anima gemella, L’amore ritorna, La terra, Colpo d’occhio, L’uomo nero, Mi faccio vivo, Dobbiamo parlare, Il Grande Spirito, I Fratelli De Filippo.Come interprete, tra gli altri, ha recitato per autori come: Federico Fellini, Giuseppe Piccioni, Sergio Citti, Carlo Verdone, Giuseppe Tornatore, Francesca Archibugi, Michele Placido, Gabriele Salvatores, Giovanni Veronesi, Alessandro D’Alatri, Susanna Nicchiarelli e Paolo Genovese. Ha inoltre recitato in produzioni internazionali come Il talento di Mr. Ripleydi Anthony Minghella, Mirkadi Rachid Benhadj, La Passione di Cristodi Mel Gibson, The Story of My Wiferegia di Ildikó Enyedi. Attivo anche per il piccolo schermo, ha lavorato con Josèe Dayan in Il Conte di Montecristo, Balzac e La Contessa di Castiglione e nella miniserie tv di Fabrizio Costa Sacco e Vanzetti. Saltuariamente collabora in qualità di docente presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Dopo lo spettacolo a Sergio Rubini verrà consegnato il Premio Festival di Teatro Antico di Veleia (una piccola scultura in terracotta a tuttotondo che rappresenta un guerriero loricato, coperto dall’armatura) realizzato anche quest’anno, in esclusiva, dal Maestro Sergio Brizzolesi.
DOPO TEATRO ENOGASTRONOMICOAl termine dello spettacolo, il salumificio La Rocca di Castell’Arquato, l’Azienda Agricola Fabrizio Camorali e Tollara Vini offriranno al pubblico e agli artisti una degustazione di vini e salumi piacentini.
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