Scuola, Cgil: “A meno di un mese, Piacenza non è pronta per la ripartenza”

scuola Piacenza 15 settembre

A meno di un mese dall’avvio dell’anno scolastico, le scuole Piacentine non sanno ancora come poter ripartire in sicurezza e in presenza. E questo nonostante l’enorme lavoro e il pressing a cui sono sottoposti dirigenti scolastici e tutto il personale, alle prese con un indicazioni e linee guida generiche e richieste di personale aggiuntivo che subiscono continui cambiamenti.

Il tempo è scaduto. La scuola è la priorità per la ripartenza del Paese, quindi invece di affannarsi a ripetere che tutto va bene, sarebbe meglio fornire risposte concrete.

Il protocollo di sicurezza è stato siglato solo in data odierna. Molti Dirigenti Scolastici non sanno ancora cosa succederà nel caso in cui a settembre/ottobre alcuni alunni presentassero sintomi influenzali. Cosa fare? Quali sono le risposte del Ministero?

La scuola si sta impoverendo e, oltre all’emergenza sanitaria, presto dovremo fare i conti con un’altra emergenza, quella educativa.

E’ vergognoso che il cosiddetto personale aggiuntivo, chiamato dalla Ministra “personale COVID” venga assegnato solo sulla base del numero di alunni e delle richieste fatte dagli USR. Abbiamo espresso il nostro giudizio di contrarietà sui criteri di assegnazione che non rappresentano parametri oggettivi e lasciano ampio spazio alla discrezionalità degli Uffici Scolastici Regionali. Del resto il Ministero non ha ancora reso noti gli esiti dei confronti dei tavoli regionali, alcuni dei quali ci risultano ancora al lavoro, pur essendo l’organico materia di relazioni sindacali (informazione e confronto). Come mai una regione come l’Emilia Romagna ha meno personale aggiuntivo rispetto alla Calabria, alla Campania, alla Puglia, ecc…? Come è possibile che ancora ad oggi Piacenza non sappia di quali risorse aggiuntive può disporre? Piacenza, martoriata dalla pandemia non può avere risorse inferiori rispetto a territori che non hanno avuto le stesse conseguenze. E’ inaccettabile. Non sono sufficienti le rassicurazioni di questi giorni che descrivono una scuola che funziona e che può ripartire nonostante tutto.

Altra oscenità sono le dichiarazioni di questi 50000 unità in più tra personale ATA e docente. Questi lavoratori saranno assunti a tempo determinato, ma se dovesse avvenire un altro lock down, saranno licenziati in tronco. Un ministero non può trattare i lavoratori così, è irricevibile. Chi deciderà di accettare un supplenza senza nessuna garanzia?

Le graduatorie provinciali per le supplenze (chiamate GPS) scadono oggi 6 agosto. E’ stata richiesta dalla FLC CGIL NAZIONALE una proroga dovuta ai malfunzionamenti della piattaforma, ai continui cambi del format, che dovrebbe invece essere ineccepibile. Riusciranno gli USP a pubblicare le graduatorie per tempo? Se si, si verranno pubblicate delle graduatorie piene zeppe di errori e tutto ancora una volta ricadrà sulle segreterie scolastiche, già contattate per valutare le domande. Ma l’istituzione delle GPS aveva come obiettivo proprio quello di eliminare la discrezionalità delle valutazioni. Visto che non vi sarà il tempo per eventuali reclami, ci sarà un massiccio intervento a ricorsi.

L a vera esigenza sarebbe evitare classi pollaio, garantire il tempo scuola, spazi idonei al mantenimento delle distanze di sicurezza, alla sorveglianza e alle necessità di igienizzazione necessarie. Un ruolo fondamentale lo ricoprono anche gli Enti locali che devono fare la loro parte e recuperare i ritardi accumulati per quanto riguarda gli adeguamenti e il reperimento di spazi aggiuntivi. Ad oggi, seppur annunciato non siamo più stati convocati dal Comune e non si è costituito il “TAVOLO PER LA RIPARTENZA” chiesto ormai da tempo.

L’organico finora assegnato non corrisponde al bisogno di classi normo dimensionate, troppe sono ancora le segnalazioni di istituti scolastici di classi pollaio di 28/30 alunni, per non parlare del tempo scuola che sarà fortemente condizionato dalla riduzione dell’orario ordinario e il ricorso alla didattica a distanza. In alcuni casi, è bene dirlo chiaramente, il tempo pieno della scuola primaria non sarà garantito. E così nessuna chiarezza anche per la scuola dell’infanzia (distanziamento, piccoli gruppi…), con un’unica quasi certezza per i bambini legata al consumo dei pasti (ossia, tutti seduti nei propri banchi con il pasto monoporzione).

Ancora non si sa nulla dell’organico di fatto docente e ATA, che è diverso dall’organico aggiuntivo Covid, e che servirà per le operazioni di mobilità annuale e per garantire più ampie condizioni di efficacia e sicurezza al servizio scolastico. Ancora non si sa nulla dei posti assegnati in deroga alle scuole per garantire il sostegno didattico agli studenti disabili, nonostante l’USR già quindici giorni fa ha emesso un generico comunicato in proposito.

Servono disposizioni coraggiose. La scuola non può arretrare. Dobbiamo garantire il diritto allo studio, in presenza ed in sicurezza, di tutte le bambine e i bambini, di tutte le studentesse e gli studenti coniugato alla tutela di tutto il personale scolastico.

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