Sciopero dei lavoratori dei servizi ambientali, presidio davanti a Iren a Piacenza: “Contratti di lavoro scaduti da tre anni”. A Radio Sound è stata ospite la Segretaria Generale della Funzione Pubblica di Cgil Piacenza Melissa Toscani.
“I lavoratori sono quelli che consentono alle aziende di fare un certo tipo di fatturato. Senza di loro non ci sarebbe nessun guadagno, vantaggio per le aziende e mancherebbero i servizi per i cittadini. Quindi noi chiediamo che le professionalità di queste persone vengano valorizzate, con un rinnovo economico dignitoso e un cambiamento normativo. in particolare sulle ore di lavoro e sul tema dello smart working”.
SERVIZI AMBIENTALI. Lunedì 8 novembre sciopero e presidi in tutta l’Emilia-Romagna. In regione interessati 6 mila lavoratori e lavoratrici per il rinnovo dei CCNL scaduti da tre anni. Irresponsabile l’atteggiamento dei datori di lavoro in un settore strategico per i cittadini e l’ambiente.
Sciopero nazionale lunedì per il rinnovo dei due CCNL dei servizi ambientali (Utilitalia e Fise) scaduti da quasi tre anni. Dopo una trattativa durata 27 mesi che non ha prodotto alcun risultato, arriva anche in Emilia-Romagna la mobilitazione che riguarda oltre 6 mila lavoratori e lavoratrici. In regione lunedì si terranno diversi presidi: a Piacenza (sede Iren, strada Borgoforte 22, dalle 10 alle 13), Parma (sede Iren ingresso impianti via Ventura, dalle 8 alle 13), Reggio Emilia (piazza Prampolini, dalle 10 alle 12), Modena (sede Hera, via Tirassegno 51, dalle 4,15 alle 12), Carpi (sede Aimag via Watt 2, dalle 5 alle 12), Ferrara (sede Herambiente Via Finati 41/43, dalle 10 alle 13), Bologna (sede Hera a Granarolo via del Frullo 5, dalle 7 alle 13), Ravenna (Prefettura, piazza del Popolo, dalle 9 alle 12) e Rimini (sede Hera Via Consolare 80, dalle 7 alle 13).
I sindacati chiedono un contratto unico di filiera, che contrasti il dumping contrattuale e il riconoscimento economico per il mancato rinnovo; il rafforzamento delle relazioni industriali; più norme e prevenzione per la salute e sicurezza in un settore tra i primi per infortuni (anche mortali); norme contro la precarietà e il consolidamento della formazione continua; adeguamento e miglioramento della classificazione del personale; esigibilità delle clausola sociale in un settore troppo soggetto ai cambi d’appalto. Di fronte a queste imprescindibili richieste, la parte datoriale chiede di abbassare le tutele contrattuali, abbassando le retribuzioni (se non con aumenti collegati solo ai contratti di appalto e aumentando l’orario di lavoro), proponendo un ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro.
Un atteggiamento irresponsabile in un settore strategico, poiché la gestione dei rifiuti è rilevante per tutti i cittadini e per la tutela dell’ambiente. Lo sciopero di lunedì sarà solo il primo atto di una serie di mobilitazioni, qualora aziende e amministratori pubblici non intendano intervenire con senso di responsabilità per invertire il senso di marcia finora adottato.
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