Domenica 10 aprile al Teatro Trieste 34 alle ore 18 è in programma “Scene da un processo per Stupro” Una riflessione sulla violenza del pregiudizio. Un’idea di Stella Piazza per la regia di Filippo Arcelloni.
Uno spettacolo forte che ripropone un fatto reale e che implica una serie riflessioni sul tema della violenza contro le donne e ancor di più sulla capacità distruttiva del pregiudizio.
Ci troviamo nel maggio del ’78 a Latina e grazie alla determinazione di 6 registe e programmiste Rai, le telecamere entrano per la prima volta in un’aula di tribunale dove è in corso un processo per violenza sessuale: le immagini e le parole filmate sono talmente forti da provocare scalpore, la giustizia si rivela violenta quanto i violentatori e finalmente le persone si rendono conto di cosa significhi essere vittima di uno stupro.
Il docu-film Processo per stupro viene seguito da milioni di spettatori, partecipa a festival nazionali e internazionali, ottenendo vari riconoscimenti della critica, il MOMA di New York ne conserva una copia negli archivi.
A poco più di quarant’anni dalla sua realizzazione, Processo per stupro appare come un documento unico per quanto riguarda la storia del femminismo, la storia della televisione e quella dell’intera società italiana, testimonia infatti la mentalità secondo la quale la vittima è, a sua volta, moralmente colpevole.
La decisione, coraggiosa, di mandare in onda questo processo ha contribuito a cambiare la legislazione: nel 1981 viene abolito il matrimonio riparatore per chi subisce violenza carnale e solo nel 1996 lo stupro diventa reato contro la persona e non più contro la morale.
E mai momento storico sembra più adatto di questo per riproporre questa riflessione, tanti sono i fatti attuali che purtroppo riportano alla situazione di 40 anni fa in cui la vittima viene ritenuta responsabile, proprio per questo tante donne non denunciano.
Lo spettacolo è stato dedicato alla memoria di Angela Romanin, responsabile dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna prematuramente scomparsa e ha fatto il suo esordio a Piacenza il 29 e il 30 maggio presso la Cappella Ducale di Palazzo Farnese, con tre repliche andate sold-out in pochi giorni. Ha beneficiato del sostegno dell’Assessorato alla cultura del comune di Piacenza ed è patrocinato da Telefono Rosa Piacenza- La città delle donne.
Il percorso di ricostruzione di questo processo è stato fatto attraverso attori non professionisti, che si sono calati prima nella situazione dell’epoca, poi nel loro personaggio, compiendo essi stessi un cammino di riflessione e crescita.
Per l’importanza della tematica trattata, lo spettacolo è vivamente consigliato a tutti, dai 14 anni in su, quindi alle classi scolastiche superiori, agli avvocati, a coloro che prestano servizio presso gli ospedali, alle forze dell’ordine e a coloro che vogliono affrontare e approfondire un tema tristemente sempre attuale sulla pericolosità e violenza che si nascondono nei pregiudizi.
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