Attualità

“Scene da processo per stupro”, uno spettacolo teatrale per non dimenticare ciò che è stato per avere chiaro il presente

L’idea di questo spettacolo teatrale nasce dalla visione di un documentario Rai di fine anni ’70.

Maggio 1978, Latina. E` in corso un processo per violenza sessuale che la RAI manderà in onda l’anno successivo, è la prima volta che le telecamere entrano in un’aula di tribunale.

L’idea di documentare ciò che accade durante un processo per stupro, è di sei giovani programmiste, filmaker e registe (Loredana Rotondo, Rony Daopulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio, Maria Grazia Belmonti, Anna Carini); le immagini e le parole filmate sono talmente forti da provocare scalpore, la giustizia si rivela violenta quanto i violentatori e finalmente le persone si rendono conto di cosa significhi essere vittima di uno stupro.

Il docu-film Processo per stupro viene mandato in onda la prima volta in seconda serata il 26 aprile del ‘79 ed è seguito da 3 milioni di spettatori; in seguito a numerose richieste di replica, viene riproposto a ottobre in prima serata e seguito da 9 milioni di spettatori.

Partecipa a festival nazionali e internazionali, ottenendo vari riconoscimenti della critica ed è insignito del Prix Italia come miglior documentario dell’anno.

Il MOMA (Museum of Modern Art di New York) ne conserva una copia negli archivi.

A poco più di quarant’anni dalla sua realizzazione, Processo per stupro appare come un documento unico sia per quanto riguarda la storia del femminismo, che la storia della televisione e infine anche per la storia dell’intera società italiana, testimonia infatti la mentalità secondo la quale la vittima è, a sua volta, moralmente colpevole, accusata di aver attirato l’attenzione con comportamenti inopportuni, di essere stata in qualche modo consenziente o addirittura di aver ignorato l’inclinazione naturale dei maschi a essere predatori.

Questo processo ha contribuito a cambiare la storia, seppur con molta lentezza: nel 1981 viene abolito il matrimonio riparatore per chi subisce violenza carnale e solo nel 1996 lo stupro diventa reato contro la persona e non più contro la morale, fino a quel momento alle donne non veniva riconosciuta nessuna autonomia nella sfera sessuale e relazionale.

Tanti sono i fatti attuali che riportano alla situazione di 40 anni fa, in cui la vittima viene ritenuta responsabile, ed è proprio questo pensiero che impedisce a tante donne di denunciare i propri partner violenti: sentono il peso di una colpa che non hanno e provano vergogna nel denunciare.

E mai momento storico sembra più adatto per riproporre questa riflessione: “mutatis mutandis” tutto è rimasto com’era…

Dopo oltre 40 anni dal processo Filippo Arcelloni (Teatro Trieste 34, Piacenza Kultur Dom) e Stella Piazza (Stella Management), hanno deciso di realizzare uno spettacolo teatrale dal forte impegno civile, con l’obiettivo di non dimenticare mai ciò che è stato per avere chiaro il presente.

Loredana Rotondo, una delle registe del docufilm, informata della nostra decisione di mettere in scena il processo, si è mostrata molto orgogliosa di aver affidato tanti anni fa un messaggio importante a una bottiglia, che ogni tanto qualcuno nel mondo raccoglie, legge e fa proprio.

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Angela Romanin, presidente dei centri anti violenza dell’Emilia Romagna, scomparsa pochi mesi fa; la Romanin rappresentava un punto di riferimento fondamentale sia dal punto di vista professionale che umano.

Il percorso di costruzione dello spettacolo con gli attori, si è svolto in parte in DAD ed è stato possibile incontrare gli Avvocati Donatella Scardi, Presidente di Telefono Rosa Piacenza – la Città delle Donne e Paola Faletto, una professionista torinese, che ci hanno guidato in un percorso di consapevolezza grazie alla loro esperienza.

Parecchi sono gli attori che hanno aderito al progetto e che vedremo in scena:

Paola Anaclerio, Mauro Barilati, Monica Baucia, Ornella Bergonzi, Chiara Borrelli, Monica Cappelli, Claudia Cigognini, Maria Grazia Cillis, Federica Codini, Francesca Conforti, Vania Ferri, Uberto Galleani, Ilaria Guglielmetti, Matteo Milza.

Il Progetto è sostenuto innanzitutto dal Comune di Piacenza all’interno dell’iniziativa Piacenza riparte con la cultura (#piacenzariparteconlacultura), dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, da Telefono Rosa Piacenza – La Città delle Donne o.d.v.

Ma anche dai tanti sponsor che hanno creduto innanzitutto nell’importanza e nella forza del messaggio:

Eco-Packaging, Sitap, Nord Meccanica, Center Clean, Stage, Rock Hair, Terry Life, Biondi Store, Stefania Leoni, BFT Burzoni, Bulla Sport, Lega Italiana Lotta ai Tumori.

Ognuno di loro ha messo un mattone, realizzando abiti, mettendosi a disposizione per trucco e parrucco, offrendo consulenza sanitaria o con una donazione per il progetto.

Le conquiste si fanno insieme e credendo nello stesso obiettivo…

  • Ideazione, comunicazione, organizzazione: Stella Piazza
  • Regia, drammaturgia, coordinamento:        Filippo Arcelloni

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