Simboleggia il dialogo tra le generazioni il grande murale realizzato dallo street artist Antonio Cotecchia, con la collaborazione dei ragazzi delle scuole superiori di Piacenza, e presentato ufficialmente ieri sera nell’ambito delle Notti di Santa Chiara. È stato ideato come un omaggio alla futura destinazione dell’ex convento sullo Stradone Farnese, che la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha scelto come luogo-simbolo per festeggiare i trent’anni di attività, in vista della sua destinazione a spazio intergenerazionale.
La presentazione dell’opera è avvenuta poco prima della serata dedicata al silent concert Illumino. A fare gli onori di casa Mario Magnelli, membro del CdA della Fondazione di Piacenza e Vigevano e coordinatore della Commissione Cultura. Al suo fianco Costanza De Poli, presidente della Consulta Provinciale degli Studenti, Letizia Fiazza, che per la Consulta ha coordinato il progetto, e alcuni dei giovani che hanno lavorato al murale. Antonio Cotecchia era presente in videocollegamento e ha ripercorso le fasi che hanno portato prima all’ideazione e poi alla realizzazione dell’opera.
«È un progetto che nasce dalla volontà di iniziare un percorso di ascolto e coinvolgimento dei giovani attorno a questo luogo che, proprio ai giovani, sarà destinato – sottolinea Mario Magnelli –. Grazie all’artista Antonio Cotecchia, e con la preziosa collaborazione della Consulta giovanile, abbiamo potuto realizzarlo attraverso modalità e linguaggi che sono propri dei ragazzi. Si tratta di un progetto artistico che si inserisce molto bene in Santa Chiara, un luogo in cui abbiamo voluto mescolare diversi linguaggi ed esperienze: dalla cultura cosiddetta “alta” a quella più pop. Avvicinare pubblici diversi è un altro modo per favorire uno scambio fra le generazioni».
La realizzazione dell’opera era partita in giugno, con due incontri tra Cotecchia e gli studenti su parole e concetti chiave legati al futuro dell’ex convento: bellezza, cultura, modelli ispiranti, città. Lo scopo era rendere le scene e i soggetti dipinti materia partecipata e viva. Il murale è stato poi realizzato a luglio in dieci giorni, utilizzando pennelli e bombolette.
L’OPERA
Il murale misura 20 metri x 3. Al centro dell’opera, il gesto fronte contro fronte tra un’anziana e una giovane donna è il simbolo dell’incontro e del dialogo tra generazioni, come in un antico rituale. A sinistra, è rappresentata una moltitudine di uomini e donne dediti ad attività tradizionali tipiche del territorio; a destra, invece, i giovani della cosidetta Generazione Z, cittadini del mondo che partono dai luoghi d’origine, per motivi di studio e lavoro, per poi tornare e contribuire, con la propria esperienza, allo sviluppo della comunità. Le linee dei soggetti e delle scene dipinte richiamano la forma di una clessidra, metafora di un tempo che finisce, quello passato legato alla tradizione, e di un tempo che inizia, quello del nuovo che avanza. Così come la sabbia della clessidra scorre da un lato all’altro dello strumento, generazioni a confronto, accolgono con coscienza e consapevolezza il tempo, ponendosi in ascolto dell’altro, dando e ridando alla comunità saperi, conoscenze ed esperienze vissute, in un moto perpetuo.
LO STREET ARTIST ANTONIO COTECCHIA
Antonio Cotecchia (Salerno, 1971) è un pittore e street artist. Dopo il Liceo Artistico a Salerno si trasferisce a Milano dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Brera, laureandosi in pittura. Gli anni della sperimentazione artistica sono quelli della formazione presso l’atelier di Saverio Terruso e dell’incontro con i primi computer, trasformatosi nella pratica della professione di digital art director, illustratore e graphic designer, che esercita attualmente come consulente per brand e agenzie di pubblicità.
Il suo linguaggio artistico combina influenze provenienti da diversi settori con riferimenti di matrice cubista, futurista, espressionista e pop. Partecipa a varie esposizioni collettive in Italia e all’estero. Realizza la sua prima installazione a Piacenza (Immersione, 1999), dove vive e lavora dal 1997. Tra le opere di street art progettate e realizzate: un murale dedicato a Massimo Troisi e Edoardo De Filippo in collaborazione con la Fondazione San Gennaro nell’ambito di un progetto di riqualificazione del quartiere Sanità a Napoli (2020, 15 x 4,5 metri), dove l’artista ha realizzato, nello stesso anno, un manifesto tributo a Maradona; un murale a Porretta Terme, in provincia di Bologna, commissionato dal Porretta Soul Festival (2021, 13,5 x 3,5 metri), un murale a Firenze presso l’Istituto Comprensivo “Montagnola Gramsci” nel quartiere Isolotto (2022, 22 x 8 metri), la decorazione di una cabina dell’Enel a Castelbolognese, in provincia di Ravenna, commissionata dal Comune, dedicata al fisarmonicista Leo Ceroni e al liutaio Nicola Utili (2022, 4 x 4 metri).
Così ha commentato il progetto l’artista Antonio Cotecchia: «Quello che ho imparato vivendo in tante città e paesi diversi è stato ribaltare la domanda che ci si pone di solito all’arrivo: “cosa mi può offrire questo luogo?”, in “cosa posso fare io di significativo qui, cosa posso dare?”. Qui in Santa Chiara ho messo in gioco la mia arte perché sono convinto che ciò che noi siamo disposti a donare di noi, con gratitudine nei confronti della comunità che ci accoglie, abbia il potere di generare un’onda positiva all’interno della comunità, un’onda ci può far crescere tutti».
GLI STUDENTI COINVOLTI
Gli studenti che hanno partecipato attivamente alla realizzazione del murale frequentano quattro licei cittadini. Del Colombini erano presenti Maya Pilotti, 17 anni e Francesca De Gregorio, 17 anni; del Liceo Gioia Vittoria Marzolini, 15 anni, Michele Marzi, 17 anni e Sofia Moglia, 17 anni; dal Respighi Rebecca Pulvirenti, 17 anni, Marta Ghigini, 17 anni e Letizia Fiazza, 16 anni; dall’Artistico Cassinari Davide Marceta, 18 anni e Lucrezia Baronchelli, 18 anni.
Commenta Letizia Fiazza, referente del progetto per la Consulta: «Credo che questa esperienza sia stata una grande opportunità per conoscere persone e cose nuove. Negli incontri fatti in Fondazione abbiamo messo in gioco le nostre abilità sociali cercando di spiegare la nostra visione del mondo e confrontandoci con gli altri ragazzi. Aiutando Antonio a dipingere, invece, ci siamo messi in gioco fisicamente. Molti di noi tenevano in mano un pennello per la prima volta e credo che questo sia lodevole. Ci vuole coraggio per lanciarsi a capofitto in una cosa sconosciuta, soprattutto se poi il proprio lavoro può essere giudicato da chiunque. Nel complesso sono molto felice di come si siano impegnati i ragazzi e del risultato finale».
Francesca De Gregorio aggiunge: «Sono molto contenta di aver partecipato a questa iniziativa in quanto ho avuto la possibilità di interfacciarmi con il lavoro di un vero artista. Sono stata particolarmente colpita dal confronto nei diversi incontri preliminari fatti perché hanno permesso a noi giovani di esplorare insieme all’artista le tematiche rappresentate nel murales. Il titolo clessidra racchiude appieno il tema principale riscontrato, ossia le somiglianze e le differenze tra le generazioni passate e la Generazione Z. Grazie alla paziente guida e alla disponibilità dell’artista Antonio Cotecchia, durante la realizzazione del murale, è stato molto interessante imparare l’arte del dipingere e conoscere maggiormente ciò che c’è dietro ogni opera artistica».
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