Operatori sanitari Anpas aggrediti durante il soccorso. Ausl: “Fatti gravi”. Rebecchi: “Episodi sempre più frequenti”. Ancora operatori sanitari aggrediti durante un intervento, fortunatamente in questo caso parrebbe solo verbalmente. E’ accaduto ieri, durante i soccorsi a Enrico Aliaj, il 20enne albanese trovato in fin di vita (e deceduto poco dopo) nella sua abitazione a causa di un colpo di pistola. Anche in questo caso i contorni della vicenda sono tutti da chiarire. Gli operatori sanitari della Pubblica Assistenza hanno raggiunto via Rossi, dove si trova l’abitazione di Aliaj. Nei minuti successivi un gruppo di persone avrebbe iniziato a insultare gli operatori sanitari. La tensione, fortunatamente, non è sfociata in violenza. Non è certo il primo caso simile accaduto in Italia e anche a Piacenza, anzi: tra gli operatori sanitari dell’emergenza urgenza il problema è molto sentito, e da molto tempo ormai.
L’episodio di Ponte dell’Olio ha sollevato il disappunto di Paolo Rebecchi, coordinatore di Anpas, a cui appartengono i sanitari presi di mira.
“Non entro nel merito dell’episodio specifico, però devo tornare a evidenziare una situazione di disagio e rischi che il nostro personale corre costantemente. Sono davvero diverse le situazioni di tentata aggressione, minacce e insulti: alcune non fanno nemmeno più notizia ma ci sono. Quindi dovremo tornare a sensibilizzare le istituzioni e gli enti con i quali lavoriamo per poter avere un’attenzione in quelle situazioni in cui è possibile in qualche modo prevedere una potenziale situazione di pericolo per i nostri sanitari”.
Sul fatto è intervenuta anche Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza.
“”Esprimiamo la nostra vicinanza ai volontari della Pubblica Assistenza per quanto accaduto a Ponte dell’Olio. Si tratta di fatti gravi, che hanno interessato persone che stavano svolgendo la propria attività di soccorso come volontari e, quindi, come parte integrante della rete 118”.
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