Sanità. Tagliaferri (Fdi): “Consentire visite più lunghe e con maggiore frequenza ai pazienti di Rsa e Cra”
Lo chiede il consigliere regionale di Fratelli d’Italia in un’interrogazione, in cui mette in evidenza che in “molte delle Rsa e delle Cra, probabilmente per ragioni cautelative e per difficoltà organizzative legate alla necessità di avere personale appositamente dedicato, applicano in modo restrittivo le indicazioni fornite dalla Regione, con la conseguenza di rendere ormai praticamente nulli i contatti fra degenti e propri familiari”.
Nell’atto si piega: “In molte strutture è possibile vedere i propri cari solo una volta a settimana, per soli 20-25 minuti, in fasce orarie ristrette (9-12.30 e 13.30-15), solo in giorni feriali (che costringono i parenti a prendere le ferie dal lavoro), fatta eccezione per alcuni istituti che concederebbero le visite anche durante la mattinata del sabato e della domenica sempre in fasce ristrette (10-12) e solo in presenza di un operatore al fianco del visitatore”.
Sanità. Tagliaferri (Fdi): “Consentire visite più lunghe e con maggiore frequenza ai pazienti di Rsa e Cra”
Una situazione che per l’esponente di destra “non è accettabile. La giusta applicazione di restrizioni non può non tenere in considerazione la tutela della salute e degli affetti dei pazienti. Non è ammissibile che norme già di per sé molte restrittive trovino un’applicazione ancora più stringenti da parte delle strutture. I familiari – continua – sono distrutti dalla situazione e hanno rilevato in molti casi un netto peggioramento delle condizioni di salute dei propri cari, tanto che stanno nascendo comitati spontanei che chiedono un maggior equilibrio nell’applicazione di queste misure”.
Per questo, l’esponente di Fdi, domanda all’esecutivo regionale “se non ritenga necessario eseguire controlli sulle condizioni di salute dei pazienti dopo il lockdown” e se “non ritenga di precisare, nelle indicazioni fornite, che l’applicazione in senso restrittivo delle regole, che si traduce nella contrazione delle visite dei familiari, non è consentita e che la tutela del diritto alla salute è imprescindibile”.
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