Se il settore sportivo di Sitav Rugby Lyons per il momento sta ricaricando le pile in vista della prossima stagione, la società bianconera porta avanti le proprie attività sociali, con una nuova iniziativa avviata nel mese di aprile e che pone ancora una volta in risalto l’attenzione verso gli ultimi ed emarginati: insieme a Spes Borgotrebbia ASD Rugby Lyons è al centro del neonato “Progetto Carceri”, che ha l’obiettivo di portare la pratica sportiva presso il centro penitenziario piacentino.
Il progetto carceri
Il “Progetto Carceri” è reso possibile da un bando regionale, aggiudicato dalla società bianconera in “cordata” con Spes Borgotrebbia, capofila del progetto. Una volta a settimana gli educatori di Rugby Lyons si recano presso la casa circondariale per far praticare il rugby ai detenuti: il martedì è il giorno degli allenamenti di calcio condotti da Spes Borgotrebbia, mentre il giovedì i detenuti si cimentano nel rugby. Il progetto vede coinvolti i tecnici bianconeri Tino Paoletti e Jacopo Salvetti, allenatori rispettivamente della prima squadra e dell’Under 18, che sono subentrati ai giocatori della prima squadra Luca Petillo e Josè Chico impegnati nei primi mesi del progetto.
Il bando regionale prevede una copertura economica per un periodo di 18 mesi, in cui i detenuti si cimenteranno in questa importante attività sociale. L’obiettivo, condiviso con la direttrice della casa circondariale di Piacenza Maria Gabriella Lusi, è quello di facilitare il reinserimento in società dei detenuti con l’aiuto anche dello sport e dei valori del rugby.
Responsabile dell’Area Impegno Sociale della società bianconera è il vicepresidente Paolo Via, che si è occupato della partecipazione ai bandi insieme al consigliere Gianluca Groppelli e alla responsabile amministrativa Cinzia Fanciullo.
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I due dirigenti bianconeri hanno spiegato queste iniziative e il loro valore
“Come realtà sportiva di alto livello non vogliamo che il nostro nome sia ricordato solo per le vittorie sul campo o per l’euforia della Festa del Rugby, ma vogliamo che la nostra realtà sia riconosciuta per quello che restituiamo alla comunità. La nostra società nasce da un gruppo di studenti, che credevano nelle potenzialità e nei valori del rugby: non vogliamo dimenticarci del loro insegnamento e mettere in campo le nostre forze per portare avanti questo ambizioso progetto.
Abbiamo trovato massima disponibilità e sostegno da parte della direttrice della struttura Maria Gabriella Lusi, con cui abbiamo anche espresso un piccolo sogno: al termine di questo percorso di 18 mesi, se le condizioni lo permetteranno, vorremmo far disputare ai detenuti che hanno partecipato al progetto una partita con una delle nostre squadre, come coronamento di quanto è stato fatto e per sensibilizzare i nostri ragazzi.
In questo senso, siamo orgogliosi che le iniziative proposte abbiano trovato riscontro positivo da parte dei giocatori e dei tecnici della prima squadra, che con il loro esempio possono dare un importante contributo alla riuscita dei progetti. Il ‘Progetto Carceri’ affianca l’altra nostra iniziativa sociale del ‘Progetto Inclusione’, anch’essa finanziata da un bando regionale per quest’anno e che ha visto come frutto più tangibile la nostra squadra di Rugby Integrato ‘I Brancaleoni’, che nella stagione appena terminata ha disputato le proprie prime partite”.
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