La criminalità organizzata ha delle regole, molto spesso etiche, a suo modo. Uno dei vertici di Cosa Nostra, Michele Greco, disse durante il processo che lo vide imputato: “La violenza non fa parte della mia dignità”. Si può pensare che stesse semplicemente cercando di mentire al giudice per discolparsi. “E invece stava dicendo la verità, era sincero”, spiega Roberto Saviano dal palco del teatro Municipale nel contesto del Festival del Pensare Contemporaneo. “Perché per la criminalità organizzata, violenza significa uccidere persone che non se lo meritano. Uccidere rivali, persone che secondo loro meritano di morire, non è violenza. Ricordiamo la frase “Sono un criminale onesto”, pronunciata da Matteo Messina Denaro”. Proprio da questa apparente relatività, Saviano inizia a parlare agli spettatori intervenuti per questo attesissimo appuntamento inserito nel Festival del Pensare Contemporaneo. Positivo e negativo, potere positivo e potere negativo.
“E’ una domanda difficile perché avendo io formazione libertaria il potere non posso considerarlo in nessuna forma qualcosa di positivo, ma qualcosa di controllabile”, spiega Roberto Saviano. E’ come se fosse un male necessario per alcuni. Luigi Pintor diceva: “Prendere il potere anche solo per un’ora ti fa commettere un crimine”. Messa così è molto radicale, ma io questa sera racconto la differenza tra il potere criminale e il potere politico, legittimo, diciamo così. Quindi possiamo non associare il termine “potere” a qualcosa di fosco o brutto solo laddove lo vediamo nella sua accezione potenziale: ovvero potere inteso come “mettersi nelle condizioni di fare cose”, quindi nella sua declinazione attiva”.
“Totalmente, perché noi abbiamo perduto lo spazio assembleare o consiliare. L’idea oggi di partecipazione è tutta dentro la dinamica follower, pensiamo che dare un like o seguire qualcuno sia “potere”, cioè metterci in continuità con quella persona. E’ una grandissima illusione. Allo stesso modo pensare che sia sufficiente dare il voto per sentire rispettato il principio democratico, cioè di uno Stato governato dal popolo è riduttivo. Abbiamo perduto lo spazio assembleare o consiliare. Tra l’altro l’Emilia Romagna è stata una terra che ha ragionato su questo più di ogni altra in Europa, forse insieme ai catalani. Nel senso che tutta la tradizione socialista e anarchica si è sempre interrogata in queste terre su come poter permettere effettivamente a una comunità di autoregolarsi e avere potere sulla propria vita. Quindi oggi l’unico ragionamento possibile è questo: dare di nuovo potere alle assemblee, permettere alle persone di vedersi, toccarsi, incontrarsi come unico modo per autogovernarsi”.
“Eh, niente funziona. Lo dicevamo da molti e molti anni: non si possono frenare questi esodi, si potevano solo gestire. Ora mi sento di dire che è troppo tardi. Quello che noi cercavamo di proporre erano le accoglienze legali gestite. L’Italia, insieme al Giappone, è il paese più vecchio del mondo, non va mai dimenticato: il Sud Italia è un territorio vuoto, letteralmente che si sta svuotando. C’era la possibilità di accogliere e integrare, il modello Riace lo aveva mostrato. Non è stato fatto e queste sono le conseguenze. Parlare del blocco navale era una follia e infatti non è stato possibile attuarlo, abbiamo perso anni e tempo prezioso per poter invece gestire questo esodo”, conclude Roberto Saviano.
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