Rivolta in carcere, il sindacato Sappe: “Troppi detenuti difficili, problemi quasi ogni giorno” – AUDIO

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La rivolta di oggi ha riportato in auge la questione sicurezza nel carcere delle Novate. Su quanto accaduto è intervenuto Salvatore Raneri, delegato sindacale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria).

E’ da un anno e mezzo che la situazione è peggiorata perché da 360 detenuti siamo arrivati a 550 detenuti. La maggior parte di questi è di ordine e sicurezza: ovvero quei detenuti che creano abbastanza problemi. Quindi chiediamo l’allontanamento di questi detenuti perché quasi tutti i giorni combattiamo contro questi detenuti e non va bene questa situazione“.

Murelli (Lega): “Disordini sedati grazie alla professionalità degli agenti”

«Il sottosegretario alla Giustizia, Ostellari, si è detto disponibile per una vista all’istituto penitenziario delle Novate»

«Complimenti alla professionalità della polizia penitenziaria che ha gestito con efficacia, evitando il peggio, i disordini scoppiati nel carcere della città emiliana. La situazione è difficile e il governo ha cercato di aiutare chi opera nel settore della giustizia con l’assunzione di 1000 agenti in due anni, 500 nel 2025 e 500 nel 2026, come ha previsto il decreto carceri del 2024».

Lo ha dichiarato la senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Sanità e lavoro.

«Il decreto carceri ha previsto anche l’istituzione del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria – ha spiegato la senatrice – una figura con poteri speciali per accelerare gli interventi di adeguamento e ampliamento degli istituti di pena. Il suo compito è proprio quello di affrontare l’emergenza del sovraffollamento carcerario, accelerare i tempi di realizzazione di nuove strutture o ampliamenti di quelle esistenti e coordinare gli interventi di edilizia carceraria in sinergia con il ministero della Giustizia».

Inoltre, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, dopo i fatti di oggi «si è reso disponibile per una visita nel carcere delle Novate, a Piacenza. Purtroppo – ha concluso Murelli – nonostante le migliorie introdotte dal decreto (più telefonate, procedure più snelle per uscire dagli istituti penitenziari e per ottenere misure alternative) ci sono detenuti che se ne infischiano e usano la violenza per far valere i loro diritti».

Il sindacato UILPA: “Dopo il reato di rivolta, aumentano tensioni e disordini”

“Dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto-legge sicurezza e l’entrata in vigore, da sabato scorso, del reato di rivolta all’interno di un istituto penitenziario, sono aumentate le tensioni nelle carceri e in 4 giorni sono state almeno due le gravi situazioni di disordine che la Polizia penitenziaria, sempre più stremata nelle forze e mortificata nel morale, ha dovuto fronteggiare con non poche difficoltà. La prima domenica sera presso la Casa Circondariale di Cassino, la seconda stamani presso la Casa Circondariale di Piacenza. Anche a non voler attribuire alle due cose un rapporto di causa ed effetto, certamente le prime avvisaglie ci dicono che l’introduzione del reato, da sola, non ha alcuna efficacia nell’evitare i disordini, non solo perché punta tutto sulla repressione trascurando la prevenzione, ma soprattutto perché lascia immutata la gravissima emergenza carceraria in atto. Lo Stato, per essere credibile e autorevole, prima di mostrare i muscoli (dopati), dovrebbe mettersi nelle condizioni di rispettare le proprie leggi e non di violarle sistematicamente e con premeditazione persino nei confronti dei suoi stessi servitori con l’uniforme della Polizia penitenziaria, oltre che a danno dei ristretti”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

USPP: “APPLICARE SUBITO REATO RIVOLTA IN CARCERE PREVISTO DAL DECRETO SICUREZZA”

“I disordini messi in atto dai detenuti  di un reparto del vecchio padiglione del carcere delle Novate, impongono l’immediata applicazione nei confronti dei detenuti interessati, del reato di rivolta in carcere introdotto dal Governo con l’approvazione del Decreto Sicurezza,  essendo un’altra prova che non sorprende se correlata alle denunce più volte dal presentate dall’USPP, in merito all’alta concentrazione di detenuti riottosi alle regole penitenziarie e all’aumento del livello di  sovraffollamento che fa sponda alla carenza di personale nell’organico della Polizia Penitenziaria”  questo quanto dichiarato dal Presidente Giuseppe Moretti e da Segretario Regionale Emilia Romagna Gennaro Narducci alla notizia dell’esplodere della rivolta a seguito della protesta, da quanto appreso, iniziata in risposta al provvedimento di messa in isolamento di un detenuto straniero, dopo che lo stesso aveva minacciato il personale, pretendendo il rientro nel reparto e mettendo  sotto assedio il personale di polizia penitenziaria operante nel reparto stesso.

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