“Ritorno dal nulla”, il libro della piacentina Maria Depini incentrato sulla Shoah: “Il compito di non dimenticare, nel testo anche i racconti di mia nonna”. La scrittrice sabato 13 novembre dalle ore 16 alle 18 sarà alla Libreria Romagnosi per firmare le copie del suo testo.
Non dobbiamo assolutamente scordare quello che è successo– spiega la scrittrice a Radio Sound. Nel mio piccolo con questo libro mi sono data propio il compito di non far dimenticare quel periodo terribile della nostra storia. Nel testo raccolgo alcune storie e tra queste ci sono anche i racconti di mia nonna. Viveva a Bettola, mentre era impegnata a gestire la sua osteria i tedeschi, nel momento della ritirata, le requisirono quello che aveva nella sua casa stanziandosi nel locale. Mio nonno era in guerra in Montenegro e lei era li da sola con due bambine piccole, con la paura di essere violentata e di conseguenze per le sue piccole. Quindi cosa fece? Si inventò un malessere. In particolare la salvò uno stratagemma, infatti cominciò a tossire di continuo soprattutto vicino ai soldati, tanto che si spaventarono e pensando di poter contrarre una malattia lasciarono l’abitazione nel giro di poche ore”.
“Di non dimenticare e far capire alle nuove generazioni quanto è avvenuto. Purtroppo negli ultimi tempi è diventato tutto troppo nebuloso, forse per il fatto di non avere parenti che abbiano vissuto quel tragico periodo. Spesso c’è del negazionismo. Purtroppo si leggono troppe cose false, soprattutto sui social, e si fa presto a seguire quella che all’apparenza sembra una verità e invece è una storia non vera. Quelli della seconda generazione come noi (perché sono rimasti pochissimi i reduci dalla Seconda Guerra Mondiale) hanno il compito di portare avanti la voglia di far conoscere quello che è successo”.
La storia. La storia di tutti noi. La seconda guerra mondiale vista da chi l’ha vissuta dall’interno, sulla propria pelle, vittima innocente. Una serie di racconti centrata sulla Shoah, sull’Olocausto, sui campi di concentramento, sulla dignità umana calpestata. Sul ritorno a casa dei sopravvissuti, sul “dopo”. Quel dopo da cui tutti veniamo. Noi che non abbiamo provato sulla nostra pelle l’Olocausto, ma che abbiamo il compito di non dimenticare, perchè l’orrore non si ripeta più. Storie, storie di uomini, di donne, la storia di tutti noi.
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