“Speriamo solo di tornare a lavorare, che tutto torni presto alla normalità”. La famiglia Merlini, titolare del ristorante Bellaria ha patito un colpo durissimo. Il paziente 1, Mattia, il 38enne di Codogno da cui è partita l’emergenza legata al coronavirus, ha cenato nel locale alle porte di Rivergaro il 15 febbraio scorso. Pochi giorni prima dell’allerta. Appena ricevuta la notizia dall’Ausl, i proprietari hanno chiuso al pubblico e si sono sottoposti ai test, risultati tutti negativi. Una vicenda che ha innescato un periodo di enormi difficoltà per i titolari, dal punto di vista economico ma anche psicologico.
Oggi la famiglia Merlini ha ingaggiato un’azienda piacentina, Infinity Biotech, per il risanamento e la disinfezione del locale. Con ogni probabilità non ce n’era bisogno, sotto l’aspetto pratico: ma si tratta di un gesto col quale i titolari vogliono allontanare ogni minimo timore.
“Abbiamo voluto prevenire – spiega Marina Merlini – quando i test si sono rivelati negativi ci siamo rivolti a specialisti per offrire garanzie definitive ai nostri clienti: i nostri locali sono sicuri, noi siamo sicuri. Molte persone ci hanno dimostrato affetto e vicinanza. E’ un momento difficile non solo per noi ma anche per tutti i nostri colleghi e per tutta la categoria”.
“Inoltre è un danno non solo per noi gestori, ma anche per i nostri dipendenti e per quelle persone che lavorano a chiamata. Noi speriamo che la politica metta in campo sostegno e aiuti anche per chi, come noi, non si trova nella zona rossa ma si è trovato ugualmente danneggiato”.
Locali disinfettati come una sala operatoria
Infinity Biotech è un’azienda piacentina che da anni collabora con soggetti privati e istituzioni in tutto il mondo. “Tutto parte dall’acqua – spiega Roberto Facchini Hernandez, amministratore dell’azienda – all’acqua viene aggiunto perossido di idrogeno, poi con un potenziamento a frequenze vibrazionali si ottiene uno dei più potenti disinfettanti esistenti oggi sul mercato. Al termine delle operazioni rilasciamo un certificato: il metodo è riconosciuto e impiegato, per esempio, anche per le sale operatorie degli ospedali.
“Infinity Biotech fa parte di una task force internazionale coordinata, tra gli altri, anche dal noto criminologo Alessandro Meluzzi. “Una rete internazionale per condividere il protocollo Infinity e nuove tecnologie. L’obiettivo è unire le forze per agire a livello globale: è inutile limitare gli interventi a contesti ristretti come Piacenza, o Rivergaro. Serve un’azione comune tra tutti i paesi, affinché vengano introdotti sistemi in grado di garantire sicurezza e disinfezione in ogni parte del mondo”.
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