Politica

Rischio idrogeologico, sicurezza dei fiumi e prevenzione frane: dal Pnrr 9 milioni di euro per il territorio piacentino

Disco verde sulla messa in sicurezza del territorio. Dal Dipartimento nazionale di protezione civile arriva infatti il via libera all’utilizzo delle risorse assegnate all’Emilia-Romagna dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Oltre 61 milioni di euro, grazie ai quali partirà la realizzazione di 19 macro-interventi da Piacenza a Rimini: fondi utilizzati per mettere in sicurezza fiumi, versanti e Costa in territori colpiti da eventi meteo particolarmente intensi, per i quali dal 2013 è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

GLI INTERVENTI NEL PIACENTINO

Nel piacentino, con 9 milioni di euro saranno finanziati lavori sui torrenti Arda, Tidone, Trebbia, Nure e Chiavenna per prevenire il rischio idraulico e per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi lungo le valli dei bacini dei fiumi Trebbia, Aveto, Nure e del torrente Arda.

1   – Opere di miglioramento dell’assetto idraulico dei corsi d’acqua finalizzate alla riduzione del rischio idraulico dei territori dell’ambito di Piacenza

Importo opere: 6,5 milioni di euro

Riferimento: Eventi meteorologici del 13/14 settembre 2015, Delibera del Consiglio dei Ministri del 25/09/2015 – OCDPC 292/2015

Descrizione: I principali corsi d’acqua e relativi affluenti del territorio della Provincia di Piacenza – Torrente Tidone, Torrente Trebbia, Torrente Nure e Torrente Chiavenna ricadono nelle cosiddette ARS (aree a rischio potenziale significativo – Direttiva 2007/60/CE) di livello regionale a cui corrispondono situazioni di rischio elevato e molto elevato. Il Torrente Arda è invece ARS di livello distrettuale in quanto nodo critico a rischio elevato/molto elevato per il coinvolgimento di insediamenti e infrastrutture di grande importanza. Le criticità di tali corsi d’acqua, caratterizzati da regime torrentizio, che si manifestano in occasione degli eventi di piena, sono legate a fenomeni di divagazione dell’alveo e di erosione delle sponde, con danneggiamento alle opere idrauliche a difesa delle aree urbanizzate e della viabilità, estese esondazioni, importanti accumuli di materiale detritico, riduzione dell’officiosità idraulica e danneggiamento alle arginature e relative opere di difesa spondali.

Tali fenomeni si sono manifestati con forte intensità in occasione dell’evento alluvionale che ha colpito vaste porzioni del territorio della provincia di Piacenza nelle giornate del 13 e 14 settembre 2015, comportando pesanti danni e distruzione di infrastrutture e abitazioni, l’interruzione dei servizi essenziali e la perdita di tre vite umane.

Risulta pertanto necessario, al fine di ridurre e mitigare il rischio idraulico dei bacini del Torrente Tidone, Trebbia, Nure, Chiavenna e Arda – compresi i relativi affluenti nel territorio della provincia di Piacenza – predisporre ulteriori interventi, rispetto a quelli già attuati, finalizzati al miglioramento della performance dei sistemi difensivi, in coerenza con gli obiettivi della pianificazione di bacino vigente (PGRA e PAI) e nell’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici.

Più in particolare: opere di difesa idraulica, delle sponde e degli argini dei predetti corsi d’acqua e affluenti, compresi interventi di sistemazione morfologica, sulla vegetazione ripariale arborea e arbustiva nonché finalizzati all’incremento della capacità di espansione/laminazione.

2  – Interventi di mitigazione e consolidamento dei movimenti franosi nel territorio dell’ambito di Piacenza

Importo opere: 2,5 milioni di euro

Riferimento: Eventi meteorologici del 13/14 settembre 2015, Delibera del Consiglio dei Ministri del 25/09/2015 – OCDPC 292/2015

Descrizione: La provincia di Piacenza negli ultimi 6-7 anni è stata interessata da successivi eventi calamitosi che hanno determinato riattivazioni di fenomeni franosi, anche di grandi dimensioni, colate di detrito e crolli che hanno coinvolto, con vario grado di gravità, i versanti lungo le valli dei bacini dei fiumi Trebbia, Aveto, Nure e del torrente Arda.

L’obiettivo degli interventi è la creazione di sistemi drenanti profondi per ridurre di una percentuale significativa l’evoluzione dei movimenti in alcune grandi frane che coinvolgono abitati, già dichiarati da consolidare ai sensi della legge 267/1998, attraverso la realizzazione di schermi di pozzi drenanti ispezionabili, opere di sostegno, sistemazioni morfologiche e drenaggio delle acque superficiali. Gli schermi di pozzi drenanti consentono il drenaggio delle acque profonde, lungo tutta la verticale della perforazione e per un ampio raggio attorno al pozzo, garantendo lo scarico delle acque captate per gravità.

Localmente andranno previste opere di sostegno e protezione degli schermi di pozzi da movimenti che possano comprometterne la funzionalità e stabilizzare scarpate in corrispondenza dei centri abitati. La peculiarità dello scarico per gravità delle acque attraverso un condotto di fondo che collega tutto lo schermo drenante, rende queste opere estremamente efficaci per il naturale deflusso delle acque senza l’utilizzo di pompe e richiedendo solo semplici operazioni di manutenzione nel tempo.

“La Regione Emilia-Romagna rispetta i tempi per la pianificazione dei cantieri e contribuisce, su scala nazionale, a raggiungere gli obiettivi fissati entro l’anno dall’Europa- affermano il presidente, Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo-. Grazie al lavoro partito lo scorso agosto, con il riparto delle risorse su scala nazionale, si è costruita una programmazione dell’impiego dei fondi condivisa con i territori che è stata sottoposta all’approvazione del Dipartimento nazionale. Ora, con la stessa determinazione, continueremo a lavorare perché si rispettino i tempi fissati. Le nuove opere porteranno ad accrescere la sicurezza dell’intera regione nell’interesse di chi vive, lavora, studia e fa impresa in questa terra”.

Proprio il Dipartimento, nei giorni scorsi, ha approvato il piano presentato dalla Regione. Sono appunto 19 nuovi macro-interventi individuati dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e ammessi alle risorse europee: saranno rivolti ad affrontare le maggiori criticità lasciate aperte dalle ondate di maltempo che si sono susseguite negli ultimi anni.

“L’importante lavoro svolto nei mesi scorsi ha permesso di ottenere entro Natale il via libera sulla proposta di utilizzo dei fondi europei- aggiungono Bonaccini e Priolo-. Un risultato per nulla scontato, che ci ha visto lavorare a pieno ritmo a fianco di tutte le Istituzioni perché nemmeno un euro assegnato dall’Europa possa andare sprecato”. 

Il riparto dei fondi su scala nazionale

È dello scorso 6 agosto il Decreto ministeriale che assegna i finanziamenti alla Regioni per gli interventi di protezione civile. A disposizione, a livello nazionale, 1 miliardo e 200 milioni di euro: 400 milioni di euro sono stati previsti per progetti “in essere”, relativi agli interventi in corso o conclusi, già programmati sulle aree colpite da calamità; altri 800 milioni di euro per “nuovi progetti” da pianificare. All’Emilia-Romagna sono stati attributi in tutto 61 milioni per nuovi interventi.

I nuovi progetti finanziati

Nel parmense, con 10,9 milioni di euro si lavorerà sui torrenti Parma, Baganza, Enza, Stirone e Rovacchia e i bacini dei fiumi Taro e Ceno, oltre che per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi del territorio.

Nel reggiano, con 7,9 milioni di euro si interverrà sui torrenti Enza, Crostolo, Tresinaro e sul fiume Secchia e per il consolidamento dei movimenti franosi lungo le valli dei bacini di fiumi e torrenti.

Nel modenese, con 9 milioni e 450mila euro si lavorerà per prevenire il rischio idraulico dei fiumi Secchia e Panaro e dei torrenti Tiepido, Guerro, Leo, Soltenna, Dolo, oltre che per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi nelle aree collinari e montane.

Nel bolognese, con 5 milioni di euro si eseguiranno lavori per la riduzione del rischio idraulico del fiume Reno e dei sottobacini Navile, Idice, Sillaro, Samoggia e del tratto a valle del Cavo Napoleonico, oltre alla stabilizzazione della frana di Marano e alla sistemazione della sponda sinistra del fiume Reno.

Nel ferrarese4 milioni e 850mila euro serviranno per la riduzione del rischio idraulico del canale Navigabile e per la manutenzione straordinaria delle opere di difesa costiera e di mitigazione del rischio da erosione e ingressione marina nel comacchiese.

In Romagna arriveranno complessivamente 14 milioni di euro per interventi di riduzione del rischio idraulico nei bacini dei torrenti Santerno, Senio e Lamone e lungo le aste di pianura dei corsi d’acqua dal Reno al Savio e il consolidamento dei movimenti franosi nel territorio di Ravenna; per la riduzione del rischio idraulico nei bacini dei fiumi Montone, Ronco Bidente, Bevano, Savio e Rubicone e il consolidamento dei movimenti franosi nel territorio di Forlì-Cesena; per la riduzione del rischio idraulico dei fiumi Marecchia e Uso e il consolidamento dei movimenti franosi nel territorio di Rimini; e per opere di difesa costiera e di mitigazione del rischio da erosione e ingressione marina nei territori di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

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