Compensazioni ambientali che prevedono piantumazioni e gestione del verde a carico dei privati per un totale di oltre 119mila euro, altre compensazioni sempre a carico dei privati che andranno a favore del centro storico e del suo tessuto commerciale per un totale di quasi 179mila euro, e un protocollo sperimentale che studia nuove forme di servizi per la collettività basati su una coabitazione solidale e virtuosa tra anziani e giovani che usufruiranno dei canoni calmierati dell’edilizia residenziale sociale. “Abbiamo fatto il nostro dovere al meglio delle nostre possibilità, nel rispetto delle regole e impegnandoci al massimo per far ricadere sul territorio e sulla collettività i maggiori vantaggi possibili”.
E’ il commento dell’assessora comunale all’Urbanistica Adriana Fantini riferito alle delibere con le quali la giunta ha da poco approvato il deposito degli Accordi operativi relativi a due aree affacciate su Corso Europa, la Camuzzi e la Germoglio; aree che, dopo un lungo e tribolato percorso e sempre che l’iter vada a buon fine, verranno riqualificate con progetti di trasformazione urbanistica con destinazione d’uso residenziale (con il 20% di residenziale sociale), commerciale (medie strutture), terziario (uffici) e terziario commerciale (uffici e commercio di vicinato).
I progetti
I progetti sono stati proposti dalla società Phantom srl per l’area Camuzzi e sempre dalla Phantom con altri proprietari privati per l’area Germoglio
Lungo e tribolato percorso, dicevamo. Le proposte di Accordi operativi relative alle due aree in questione risalgono al 2019 ma l’iter si blocca nel luglio dell’anno successivo, il 2020, quando il Consiglio comunale di Piacenza delibera quella che è poi stata definita una “moratoria” motivata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 che all’epoca era ancora in pieno corso con tutte le implicazioni che purtroppo tutti ricordiamo.
Tra queste, le gravi difficoltà a cui hanno dovuto far fronte molti settori dell’economia piacentina (particolarmente colpita dalla pandemia), in particolare “le attività commerciali non alimentari di vicinato che hanno assistito a una drastica diminuzione delle vendite dei prodotti”. Per questa ragione, il Consiglio comunale delibera di stoppare l’iter degli Accordi operativi sulle aree Camuzzi e Germoglio. Motivazione: «Non è valutabile, nel contesto degli accordi operativi presentati, l’insediamento di nuove attività commerciali in nessun ambito, fatta eccezione per quelle che si configurino come esercizi di vicinato”.
Il ricorso
Una deliberazione, questa del Consiglio comunale, contro la quale i soggetti privati che avevano proposto gli Accordi operativi fanno subito ricorso. E lo vincono. Il Tar dell’Emilia-Romagna, infatti, dichiara illegittima la deliberazione in questione e, con sentenza del giugno 2021, ovvero un anno dopo, la fa decadere. La diretta conseguenza è che già nel 2021, poco dopo la sentenza del Tar, si riapre necessariamente la fase istruttoria degli Accordi operativi che erano stati presentati. Gli uffici, a quel punto, verificano la correttezza di tutti i passaggi (che si sono rivelati corretti) e arriviamo quindi ai giorni nostri.
Il Comune, ad oggi, non può far altro che prendere atto della validità degli atti finora depositati e far proseguire l’iter degli Accordi operativi. Bloccarlo nuovamente, con eventuali altre “moratorie” (per usare un termine improprio), esporrebbe l’ente a ulteriori ricorsi che si rivelerebbero vincenti, salvo improbabili colpi di scena.
“Rendere questa operazione il più vantaggiosa possibile”
“Ciò che potevamo fare – spiega l’assessora Fantini – era studiare il modo di rendere questa operazione il più vantaggiosa possibile per i cittadini e gli operatori economici piacentini. Ed è in questo senso che abbiamo impostato il nostro lavoro e l’iter che è attualmente in corso”. Nello specifico, l’attuale Giunta ha lavorato basandosi su una delibera del 2019 con la quale si disponeva che gli interventi di riqualificazione da parte dei privati venissero “accompagnati” da interventi compensativi a favore della collettività, e ne ha stabilito i criteri (anche per la quantificazione) dopo uno studio approfondito dell’attuale contesto.
Ora la palla passa al Cuav, ovvero il Comitato Urbanistico di Area Vasta che ha il compito di fare la propria istruttoria. L’iter dunque è ancora in corso, proseguirà con la pubblicazione sul Burert (Bollettino ufficiale della Regione Emilia Romagna) per le osservazioni, per giungere infine – dopo le eventuali contro-deduzioni – in Consiglio comunale e dovrà concludersi necessariamente entro l’ultimo giorno di quest’anno.
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