Riceviamo e pubblichiamo la nota di Jonathan Papamarenghi, ex assessore alla cultura, relativa la revoca delle nomine dei rappresentanti del Comune di Piacenza in seno al Consiglio di Amministrazione della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi,
Derubricare come spoils system lo scandalo perpetrato in questi giorni alla Galleria Ricci Oddi, soprassedendo per ora sulla legittimità degli atti, significa nascondere l’operazione di epurazione compiuta.
Parlando dell’avvocato Giovanni Giuffrida e del Professor Fernando Mazzocca non parliamo infatti di nominari di bandiera bensì di uno stimato professionista e di uno dei massimi esperti d’arte dell’Otto e Novecento italiano che, come tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, hanno profuso gratuitamente preziose competenze e impegno alla Galleria.
Il sindaco, forse mal consigliato, motiva la defenestrazione sostenendo che la Galleria “non può accedere all’Art bonus” a causa dell’attuale natura statutaria. Dimentica però che la forma giuridica della Ricci Oddi era bloccata da decenni e che è solo grazie al grande lavoro di Giuffrida, e di quei consiglieri mossi più da limpida lungimiranza che dal consueto ostruzionismo, si è potuto disporre di un definitivo parere a cura del notaio incaricato, giunto nei mesi scorsi. Se non si è potuto procedere al passaggio a Fondazione prima delle elezioni amministrative è solo per lo stop preelettorale imposto al Consiglio comunale dalla legge. L’attuale Amministrazione avrebbe però potuto tranquillamente operare in questo senso, se fosse stato ritenuto così prioritario l’accesso all’Art Bonus della Ricci Oddi.
Per il sindaco, inoltre, la Galleria “non ha linfa e obbiettivi chiari”: una tale bocciatura è da ritenersi indirizzata all’intero CdA essendone gli epurati solo due di sette membri? Questa dichiarazione suona quantomeno assai offensiva anche nei confronti delle altre Istituzioni che hanno loro rappresentanti all’interno del Consiglio.
“Ai cittadini interessa poco chi sono i consiglieri, vogliono vedere i risultati”, ha continuato il sindaco. Bene, si guardi allora ai risultati oggettivi ed indiscutibili raggiunti dalla Galleria, frutto di un lavoro di sinergia con le istituzioni e la Città e possibili solo grazie ad un Consiglio competente e dinamico. Risultati grazie ai quali la Galleria ha oggi nuovo respiro e contribuisce a un fermento culturale inedito in Città.
Solo un paio d’anni fa fu pubblicato da Il Giornale dell’Arte un corposo documento sottoscritto da ben 26 tra i più autorevoli professionisti del settore, tra i quali Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Davide Gasparotto, Gabriella Belli ed altri giganti del panorama culturale e museale internazionale. Tale documento dava l’immagine di com’era allora la Ricci Oddi, “…il destino della Galleria sembra lo stesso del Ritratto di Signora: chiuso in una busta di plastica e dimenticato in un oscuro anfratto…” e suggeriva una serie di interventi impegnativi da mettere gradualmente in campo; interventi che da allora sono stati straordinariamente quasi tutti attuati.
Si è indetto un bando nazionale per individuare un Direttore affidando la selezione ad una commissione di professionisti proprio grazie alla competenza ed ai rapporti del Professor Mazzocca: dopo 12 anni la Galleria può fregiarsi di un direttore con pregresse competenze artistiche e museali che per la prima volta da sempre arriva da un bando per titoli, aperto a tutti e non da scelte arbitrarie o, peggio, di convenienza/appartenenza.
La Galleria è finalmente dotata di un adeguato impianto di climatizzazione e di un nuovo sistema di illuminazione.
Con la vicina XNL si sono intessute relazioni con “La rivoluzione siamo noi” portate avanti con la mostra internazionale dedicata a Klimt.
La comunicazione e la promozione attraverso i social network, svolte quotidianamente dal personale della Galleria, sono state potenziate con il progetto InstaGROm sostenuto anche dal bando comunale Piacenza Riparte con la Cultura; si sono aperte relazioni con gli istituti scolastici e realtà culturali piacentini, organizzate visite guidate apprezzatissime, aperti i chiostri, i giardini e le sale a spettacoli, concerti e iniziative per far vivere appieno la Galleria.
In ultimo è d’obbligo qualche considerazione sulla mostra internazionale dedicata a Gustav Klimt che, come noto, non si è limitata ad esporre l’opera piacentina ma ha permesso di creare relazioni con istituzioni culturali nazionali ed internazionali, attraendo verso la Galleria e Piacenza decine di migliaia di visitatori la cui ricaduta economica è ben chiara anche ai commercianti piacentini: i visitatori di un solo fine settimana toccavano quelli di un intero anno di apertura del museo.
Ecco: questi sono in piccola parte gli evocati “risultati che interessano ai cittadini” e che ancor più fanno biasimare i modi e la volgarità della defenestrazione, non anticipata neanche da un confronto o una semplice chiamata da parte del sindaco che l’ha praticata; epurazione che pur gratificherà qualcuno ma che dà all’intera comunità culturale nazionale una brutta immagine della Città, che Piacenza non merita.
Se la Ricci Oddi ha potuto risvegliarsi dal suo lungo sonno e tornare ad essere una realtà viva al servizio della cittadinanza, generatrice di conoscenza e di cultura, custode di un’eredità da valorizzare e trasmettere alle generazioni future senza dubbio si deve dire grazie anche al Professor Fernando Mazzocca, che ha garantito il suo determinante contributo anche in un momento particolarmente difficile per la sua salute, e all’Avvocato Giovanni Giuffrida, che meritavano ben altro trattamento rispetto a quello dettato da certi giochi di potere.
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