Per circa 6 mila studenti piacentini si aprono le porte delle rispettive classi. Da questa mattina, infatti, diventa operativa la sentenza del TAR che ha detto no alla Regione Emilia Romagna, intenzionata a far ripartire le scuole superiori in presenza dal 25 gennaio. E così in tutta la regione si riparte oggi, con classi occupate al 50%: dato che per Piacenza corrisponde dunque a circa 6 mila alunni delle scuole Superiori.
Ma intanto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, torna a far sentire la propria voce.
La nota di Stefano Bonaccini
Mi permetto di osservare che sulla scuola continua una situazione di incertezza che va a discapito in primo luogo di studenti, genitori e di chi nella scuola lavora. Ieri l’Istituto superiore di sanità ha parlato del rischio di pandemia fuori controllo, un’affermazione molto forte e preoccupante.
Oggi il consulente del ministero della Salute ha evocato la necessità di un lockdown generalizzato. Sempre oggi, però, il Cts si è riunito per spiegarci che le sue stesse valutazioni di qualche mese fa sull’incompatibilità della scuola in presenza per la zona gialla sono superate e che la didattica in presenza ora è addirittura compatibile con la zona arancione.
Il Cts farebbe anche salve le diverse valutazioni rispetto all’andamento dell’epidemia nei territori, riconoscendo quindi la necessità di eventuali ordinanze regionali. Ma i diversi Tar accolgono o bocciano le ordinanze regionali a prescindere dall’andamento dell’epidemia, come si è visto negli ultimi giorni.
Ho rispetto della scienza e ho rispetto delle sentenze. Quindi, come ho detto, anche i ragazzi delle scuole secondarie superiori dell’Emilia-Romagna torneranno in presenza almeno al 50%. Non ho alcuna intenzione di accrescere il caos.
Il fatto poi che avremo Regioni in zona gialla con la didattica a distanza anche per le scuole elementari e Regioni in zona arancione con la didattica in presenza anche per le scuole superiori è una contraddizione che non spetta a me risolvere. Ci penserà il Governo, quando riterrà.
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