Una task force di medici e avvocati per chiedere la riapertura delle palestre, e il riavvio del settore sportivo, comparti chiusi totalmente o in parte a causa del dpcm tuttora in vigore. “Se fosse necessario fermare le nostre attività in nome della salute, lo faremmo. Ma non capiamo perché, ora come ora, solo noi siamo costretti a chiudere, quando la palestra rappresenta il luogo più sicuro. L’igiene e la pulizia sono fondamentali per attività come le nostre e applicavamo rigorose misure di sicurezza anche prima della pandemia”. Lo spiega Daniele Bavagnoli, della palestra Acrobatic Fitness nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede di Confapindustria, associazione di categoria che supporta la mobilitazione.
E così i rappresentanti del settore, che include anche le scuole di danza, hanno chiesto a medici e avvocati di preparare un ricorso da presentare al Tar.
L’aspetto medico è interpretato da Renato Zurla: “Se tutti noi prendessimo le stesse precauzioni che vengono adottate nelle palestre, tra mascherina, distanziamento sociale e igienizzazione saremmo in una situazione migliore. Gli attrezzi vengono puliti prima e dopo, esistono sistemi di areazione, vengono sanificati i pavimenti: insomma l’attenzione è massima. E lo dico perché l’ho visto con i miei occhi”.
Sotto il profilo legale, i centri sportivi sono rappresentati dagli avvocati Andrea Cremona e Giuseppe De Falco: “Quello che interessa non è disapplicare il dpcm per incostituzionalità, ma chiedere un’applicazione che permetta ai centri sportivi un’apertura secondo le normative anti-contagio”. Lo spiega De Falco.
“Proporremo un’apertura dei centri, ma anche un protocollo: un’idea di salute che deve essere promossa e sostenuta. Inoltre presenteremo un protocollo che illustri nel dettaglio quali sono le linee guida da seguire per svolgere in sicurezza l’attività fisica. Poi tutta la questione degli aiuti economici; in questo settore, infatti, le attività hanno forme giuridiche molto diverse e gli aiuti che lo Stato ha previsto non sono arrivati a tutti”.
Linea di congiunzione tra medici e avvocati e Novella D’Agostini, medico legale, che sottolinea gli effetti benefici dell’attività fisica anche in ottica Covid.
Abbiamo trovato studi rilevanti risalenti al 2020. Uno tra questi indica come l’obesità, ancor più se associata a ipertensione e diabete, sia correlata a un maggior tasso di mortalità in caso di Covid. Inoltre si parla di maggiore severità nei sintomi e un tempo di convalescenza di cinque giorni superiore alla media delle persone normopeso. Non solo. Si è notata una risposta immunologica minore del paziente ai vaccino in caso di obesità e questo potrebbe valere anche per il vaccino anti-Covid”.
E, come sappiamo, l’attività fisica è una delle prime forme di prevenzione verso patologie come l’obesità.
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