Cristin: “Con pandemia e guerra gravi limitazioni alla libertà, l’Occidente si salva con il liberalismo e il conservatorismo”

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Un malato piuttosto grave, l’Occidente. E un “medico” (che nella fattispecie è filosofo, professore di Ermeneutica filosofica dell’Università di Trieste) che le idee sulla terapia per guarirlo le ha ben espresse nella sua ultima fatica editoriale: “Quadrante occidentale” (Rubbettino editore), presentata questa sera al PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Panini), nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza. L’Autore – introdotto dal condirettore generale del popolare Istituto di credito Pietro Coppelli, che al termine ha consegnato all’ospite la Medaglia della Banca in ricordo della serata – ha, dopo aver ripercorso la storia della civiltà occidentale, focalizzato l’attenzione sul concetto di libertà «che ha subìto nei secoli molte trasformazioni, affermandosi appieno con la modernità e diventando  – ha spiegato il prof. Cristin – caratteristica principale del quadrante occidentale». La cui crisi da tempo conclamata, ha evidenziato l’oratore, ha oggi il suo principale punto d’esplosione in Asia centrale e precisamente in Afghanistan.

«Proprio in questo momento di crisi acuta – ha sostenuto il prof. Cristin – è necessario non solo difendere, bensì anche rilanciare spirito e azione del quadrante occidentale, espressione che indica in modo figurato il settore cruciale della storia universale, esposto oggi a ondate esterne ed erosioni dall’interno, dove proliferano filocinesi, filorussi, filoislamici, terzomondisti, tutti nemici giurati dell’Occidente, come lo sono tutti coloro che alla “modernità insostenibile” dicono di preferire il “medioevo sostenibile” dei talebani. Ed è proprio su questo infuocato e assurdo palcoscenico che dev’essere affermata la necessità dell’Occidente, il quale va tuttavia rettificato e liberato dalle pastoie ideologiche contemporanee, anche attraverso un’adeguata critica alla modernità stessa che ne espunga gli elementi negativi, giacobini e nihilistici, a partire da quelli anti-identitari, senza però rifiutarla ciecamente».

Il docente e saggista ha poi affrontato due choc della contemporaneità: la gestione della pandemia e la guerra in Ucraina (non citata nel volume, uscito prima dello scoppio del conflitto). Sul primo, il prof. Cristin ha parlato di «libertà pesantemente strapazzata nei Paesi occidentali, tanto da rischiare una deriva che va assolutamente fermata»; sul secondo, a parere dell’illustre ospite «l’Occidente deve difendere la libertà tolta a una nazione e a un popolo (l’Ucraina e gli ucraini) con l’invasione militare (da parte della Russia), perché la libertà, sia essa individuale che dei popoli, è uno dei valori fondanti dello stesso Occidente».

Ma come si affronta la crisi di legittimità (e di legalità) attuale dell’Occidente? «Cercando di governarlo – è la ricetta del prof. Cristin – unendo pragmaticamente, e non tatticamente, liberalismo e conservatorismo. Solo così si può combattere il nihilismo e la crisi d’identità che ha colpito il mondo occidentale».

Agli intervenuti è stata distribuita, al termine della serata, una copia del volume.

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