Un aggiornamento sulla situazione pandemica e sulle vaccinazioni in ambito scolastico, educativo e universitario.
Ma anche le richieste che l’Emilia-Romagna, con le altre Regioni, fa al Governo con tre obiettivi: garantire la sicurezza nelle scuole con gli studenti realmente in presenza, rivedere i protocolli per renderli praticabili, semplificare e velocizzare le procedure. E l’obiettivo di installare i sanificatori d’aria nelle scuole e all’Università.
A fornire il quadro della situazione in Emilia-Romagna sono stati oggi in Commissione assembleare la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e l’assessore alla Scuola e Università, Paola Salomoni, che hanno anche annunciato la disponibilità della Regione di iniziare a vaccinare a scuola, organizzandosi con le Direzioni scolastiche e i Dipartimenti di sanità pubblica. La Regione inoltre sta valutando la possibilità di estendere l’autotesting alla popolazione di età inferiore ai 5 anni, che non può vaccinarsi: su questa ipotesi sarà avviato un confronto con i pediatri di libera scelta.
“La fase di convivenza con la pandemia è già iniziata, dobbiamo attrezzarci come Paese che possa vivere nonostante le varie ondate- hanno sottolineato nei loro interventi la vicepresidente Schlein e gli assessori Donini e Salomoni– Se tutti crediamo che la scuola sia tale soprattutto in presenza e che sia la priorità nazionale, allora dobbiamo impegnarci tutti a rivedere i protocolli. L’impegno dell’Emilia-Romagna è massimo e la disponibilità delle Regioni c’è tutta, per far sì che aumenti la scuola in presenza e i protocolli siano realmente praticabili”.
La Regione è disponibile a vaccinare nelle scuole, organizzandosi con le Direzioni scolastiche e i Dipartimenti di sanità pubblica.
Ma a due settimane dalla ripresa delle lezioni, in cui la curva dei contagi è stata esponenziale, occorre un check e una revisione dei protocolli a livello nazionale, tali da poter essere messi realmente in pratica per fare andare gli studenti a scuola non solo sulla carta ma realmente.
Da qui la richiesta di equiparare immediatamente la quarantena tra gli studenti e il resto della popolazione. Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia, la proposta è quella di ridurre i 10 giorni di quarantena e di superare la regola matematica di “1 caso tutti a casa”: si chiede di prevedere la quarantena solo per i contatti stretti e di considerare i guariti come gli adulti, con il ritorno in aula dopo 5 giorni a casa.
Per la scuola primaria, visto che i bambini possono indossare le mascherine, si suggerisce di tenere il tampone al quinto giorno ma lasciando in classe con mascherina i vaccinati e i guariti.
Per le scuole secondarie, dove in Emilia-Romagna si è raggiunto l’81% dei vaccinati con 2 dosi, la richiesta è che tutti possano andare a scuola con mascherina se vaccinati con 2 dosi da meno di quattro mesi o con booster, perché “nella scuola non ci devono essere contraddizioni rispetto alla situazione generale”.
Infine, la richiesta alla struttura commissariale di estensione del prezzo calmierato dei tamponi a 8 euro in farmacia anche alla popolazione dai 5 ai 12 anni. L’assessore Donini ha inoltre garantito un intervento della Sanità regionale per rafforzare il rapporto con le farmacie del territorio, chiedendo la loro disponibilità, in caso di comunicazioni in ritardo da parte delle Asl, di garantire gratuitamente i tamponi di controllo anche solo a fronte della presentazione della comunicazione dell’Istituto scolastico.
Nell’ultima settimana si è osservata una stabilizzazione della curva e una flessione dell’incidenza, con l’Rt oggi a 0,98. A ieri erano 2.773 le persone ricoverate nelle strutture ospedaliere della regione, di cui 2.625 nei reparti Covid – per un livello di saturazione del 29,16% – e 148 in terapia intensiva, con livello di saturazione del 16,6%.
La popolazione con malattia attiva è di 376.703, quindi l’indice dei ricoveri sulla popolazione attiva è dello 0,73%: il più basso di sempre, ma considerando un denominatore così esorbitante, i reparti hanno una pressione significativa, soprattutto quelli di rea medica.
Continua ad esserci una prevalenza vicina ai 2/3 dei casi di non vaccinati nelle terapie intensive; peraltro, si continua a stimare una quota di ricoveri di persone non ricoverate per complicanze da malattie da Covid, ma per altre ragioni, che poi si scoprono positive asintomatiche. Da qui, la proposta delle Regioni di rivalutare questo parametro improprio.
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