In un contesto come quello attuale, caratterizzato da una profonda crisi sociale ed economica, è importante assicurare che le risorse pubbliche raggiungano chi ne ha effettivamente diritto, evitando sprechi.
In tale contesto le fiamme gialle di Piacenza hanno intensificato i controlli nei confronti dei richiedenti e percettori del reddito di cittadinanza. Nei giorni scorsi, i finanzieri hanno denunciato tre persone le quali, a vario titolo, percepivano il reddito di cittadinanza pur non possedendo i requisiti previsti.
In un caso, durante i quotidiani servizi di controllo del territorio, i finanzieri hanno ispezionato un autocarro intento a trasportare rottami di vario genere; rottami destinati ad un centro di raccolta. Al termine del controllo, per i passeggeri è scattata la denuncia per gestione non autorizzata di rifiuti. Un’attività che gli stessi hanno affermato di svolgere per sostenere la famiglia, senza però risultare iscritti all’albo nazionale dei gestori ambientali.
Gli ulteriori e più mirati accertamenti hanno consentito di rilevare che uno di questi, dal giugno 2019, percepiva il reddito di cittadinanza.
Il diritto a tale sussidio può subire una “contrazione al verificarsi di situazioni che non ne legittimano più la concessione in relazione a sopravvenute circostanze”. Uno dei casi di revoca o riduzione del beneficio previsti dal legislatore è quello “derivante dall’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio; anche se provenienti da attività irregolari”.
Sulla base di quanto dichiarato e constatato al momento del controllo, per l’uomo è scattata la denuncia anche per non aver comunicato i proventi derivanti dall’attività di raccolta e smaltimento di rifiuti; attività svolta totalmente in nero e in assenza delle previste autorizzazioni. Una circostanza punita con la reclusione da uno a tre anni.
Relativamente agli altri soggetti. Il primo risultava assunto da una ditta che effettua lavori di carrozzeria omettendo di comunicarlo all’Inps al fine della riduzione o revoca del beneficio.
L’altro soggetto ha reso false dichiarazioni in sede di presentazione dell’istanza in ordine alla permanenza nel territorio italiano, non essendo stato, effettivamente, residente in Italia per almeno due anni consecutivi.
L’Inps ha puntualmente bloccato l’erogazione nei confronti dei tre soggetti denunciati e ha avviato la procedura di recupero degli oltre 20.000 euro già corrisposti.
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